Rick Pitino è un coach che è entrato nella storia del basket americano. E’ il primo ad aver vinto due titoli del campionato universitario con due squadre diverse. Ieri i suoi Louisville Cardinals hanno battuto Michigan di fronte a 74mila spettatori. «Non ci posso credere, è successo davvero», Pitino aspettava questo giorno dal 1996 quando vinse con Kentucky. Grazie a questo risultato il coach dalle origini italiane entrerà nella Hall of Fame del basket Usa, come altri italo-americani.
Ci sarà a fargli compagnia John Calipari, 54 anni, il coach a cui Pitino a sottratto un altro record. L’ex allenatore di Memphis era stato l’unico ad aver portato due università alle Final Four, le finali del campionato universitario di basket. Con il successo di ieri, Pitino ha alzato l’asticella a tre squadre: Providence, Kentucky e appunto Louisville. Calipari è nella Hall of Fame dal 2004 e ha allenato anche in Nba i New York Jets dal ’96 al ’99. L’uomo delle 500 vittorie in carriera è nato negli Stati Uniti. Niente a che vedere con Geno Auriemma, 59 anni, emigrato da Montella, provincia di Avellino, all’eta di sette anni. Registrato come Luigi nel Bel Paese, ha preferito cambiare nome una volta arrivato con la famiglia a Norristown, Pennsylvania. Nel 1994 è diventato Geno, il coach che ha vinto sette titoli femminili universitari con Connecticut e l’Olimpiade di Londra con nazionale Usa. Per questi successi Auriemma è in ben due Hall of Fame, quella maschile e quella femminile.
Rollie Massimino è invece uno dei decani del basket universitario americano. All’età di 79 anni allena ancora un college minore, il Northwood University. Nella sua carriera però ha vinto un titolo con il Villanova nel 1985. Un italo americano che lasciato il segno nella storia di questo sport è Jim Valvano. Dopo aver ottenuto il campionato con la North Carolina State University nel 1983, Valvano si ammalò di cancro. La dura battaglia contro la malattia lo allontanò progressivamente dal basket. Fino al marzo 1993, quando ricevette il premio Arthur Ashe Courage and Humanitarian Award, durante il quale tenne un discorso che emozionò l’America e che ancora oggi viene ricordato. “Ci sono tre cose che dovremmo fare tutti i giorni: la prima è ridere, dovremmo ridere ogni giorno. La numero due è pensare. Dovremmo passare almeno un momento della giornata pensando. E la numero tre, dovremmo avere ogni giorno emozioni che ci spingano a piangere, per la felicità e la gioia. Pensateci, se ridiamo, pensiamo, e piangiamo, quella è una giornata piena, una gran giornata. Fatelo sette volte a settimana, e avrete qualcosa di speciale. Il cancro può portarmi via tutte le mie capacità fisiche, ma non può toccare la mia mente, il mio cuore, la mia anima. E queste sono le tre cose che ci resteranno sempre”. Un mese dopo morì.
Luigi Caputo