Eder e Antonio Conte prima di abbracciarsi per festeggiare la rete del 2-2 che ha permesso agli azzurri di uscire indenni dalla recente trasferta di Sofia.

Eder e Antonio Conte prima di abbracciarsi per festeggiare la rete del 2-2 che ha permesso agli azzurri di uscire indenni dalla recente trasferta di Sofia contro la Bulgaria, valida per le qualificazioni agli Europei del 2016.

Mirko Valdifiori, Martins Citadin Eder e Franco Vazquez. Questi i nomi dei nuovi giocatori da cui può partire il nuovo ciclo della Nazionale. Una Nazionale alle prese con tanti infortuni e defezioni pesanti, a partire da quelle di Pirlo e Marchisio. Proprio il centrocampo, insieme all’attacco, è il reparto dove più mancano le certezze. Agli Azzurri manca qualità sulla linea mediana, priva di un regista e di un uomo di carisma che sappia dettare i tempi della manovra.

Una lacuna che il CT Antonio Conte cerca di colmare con l’homo novus Mirko Valdifiori, classe 1986, di professione regista dell’Empoli dei miracoli. Questo ragazzo, una vita tra serie B e C, nel giro di pochi mesi si è trovato a reggere sulle sue larghe spalle una responsabilità mica da ridere: dare futuro in Nazionale a un ruolo difficile, coperto oggi dall’eterno Pirlo, ma non si sa ancora per quanto. Contro la Bulgaria, Conte ha affidato le chiavi del centrocampo al “guaglione” Verratti, ma i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Il centrocampista del Psg è un ottimo interditore, ma forse non possiede le qualità di visione di gioco e palleggio indispensabili per dare respiro alla manovra azzurra, che troppo spesso si affida solo ai lanci in profondità di Bonucci. Di qui la coraggiosa decisione di puntare tutto su Valdifiori. Anche Fabio Grosso, «una vita in serie C» come scrisse Candido Cannavò, fu accolto in Nazionale tra i mugugni. Salvo poi essere decisivo per la vittoria del Mondiale 2006.

Un altro calciatore “semisconosciuto” entrato nelle grazie del CT è Martins Citadin Eder. Da dieci anni in Italia, coetaneo di Valdifiori, l’attaccante della Sampdoria è stato convocato in Nazionale come oriundo. Tanti gli addetti ai lavori che gli hanno rinfacciato di non essere italiano al cento per cento, compreso il tecnico dell’Inter Roberto Mancini. Ma Eder, che vanta un bisnonno originario del Veneto, ha risposto alle critiche salvando la Nazionale dalla sconfitta in Bulgaria, con un gol spettacolare che ha convinto Conte a schierarlo titolare nell’amichevole di Torino contro l’Inghilterra.

La terza, possibile àncora di salvezza per il Commissario Tecnico è Franco Vazquez, seconda punta del Palermo. Vazquez, 25 anni, arriva in Nazionale in un momento dove si fa una certa fatica a segnare. Otto reti in cinque partite è un bottino di gol insufficiente per l’Italia, alla ricerca di nuovi punti di riferimento in un reparto dove in un anno sono cambiati tantissimi nomi. Immobile, Zaza, Pellé, Insigne e Destro non convincono nè il CT nè gli appassionati italiani, storicamente abituati ad ammirare le prodezze di centravanti di valore mondiale. Vazquez è tra le sorprese maggiori della serie A di quest’anno. Sette reti in 27 presenze, un’intesa perfetta con il compagno – e “connazionale” – Dybala e una qualità eccezionale nel senso letterale del termine: unire il baricentro alto a una notevole rapidità nei movimenti, che lo rendono imprendibile quando parte in velocità.

Valdifiori, Eder e Vazquez. Nomi che magari non stuzzicano le fantasie dei tifosi italiani, ma che al momento rappresentano quanto di meglio il nostro calcio ha saputo produrre nella stagione 2014/2015. Diamogli fiducia: il tempo – forse – darà ragione a noi. E soprattutto ad Antonio Conte.

Roberto Bordi