A distanza di 21 anni, gli italiani di Luna Rossa Prada Pirelli tornano a vincere la Prada Cup, guadagnando l’accesso alla finale della 36^ America’s Cup, dove affronteranno i detentori della coppa, i neozelandesi della Emirates Team New Zealand, campioni in carica da 4 anni. La finalissima si terrà dal 6 al 15 marzo sempre nelle acque del golfo di Hauraki, a largo di Auckland, in Nuova Zelanda.

La vittoria – Nella notte italiana tra il 19 e il 20 febbraio il team guidato da Max Sirena ha dominato le due regate contro l’imbarcazione britannica Team Ineos UK, chiudendo con uno schiacciante 7-1. Nella prima regata, dopo un’iniziale resistenza da parte dell’imbarcazione inglese, è risultata subito evidente la superiorità della barca italiana, sia nella velocità che nella rapidità delle manovre e delle virate. Gli italiani hanno allargato bordo dopo bordo il loro vantaggio, vincendo con un distacco emblematico di 1’45”. La seconda regata è stata vivacizzata dalla penalità inflitta a Luna Rossa per aver attraversato la linea del via con un secondo di anticipo, costretta quindi a cedere un vantaggio di 50 metri agli avversari, che non è però bastato ai britannici per rovesciare le sorti della sfida. Già al primo gate l’imbarcazione inglese rimaneva indietro di 12”, diventati 56” alla fine della prova, che non ha regalato troppe sorprese.

La Prada Cup – Già nota come Louis Vuitton Cap, la Prada Cup è la competizione velica che seleziona l’imbarcazione che sfiderà il vincitore della precedente edizione della America’s Cup, il più antico trofeo sportivo al mondo con i suoi 170 anni di regate alle spalle. Quest’anno erano tre le barche a vela a contendersi il ruolo di avversario dei campioni in carica: gli italiani di Luna Rossa, iscritti per il Circolo della Vela Sicilia, gli statunitensi di American Magic, iscritti per il New York Yacht Club, e i britannici di Ineos Team UK, in gara per il Royal Yacht Squadron. La Prada Cup inizia con quattro cosiddetti “round-robin” in cui le imbarcazioni si sfidano in regate alternate l’una contro l’altra. Al termine di questi gironi all’italiana, l’imbarcazione che ha ottenuto più punti si qualifica automaticamente alla finale, mentre le altre due si sfidano ancora in una semifinale, che si svolge al meglio delle 7 regate: chi ne vince 4 va in finale, vinta a sua volta dalla prima imbarcazione che raggiunge 7 vittorie su 13. Come da tradizione, i vincitori della precedente edizione dell’America’s Cup hanno avuto il vantaggio di poter stabilire le regole della nuova competizione, che hanno spinto i natanti al massimo dell’innovazione. Per l’America’s Cup 2021 si è scelto di utilizzare i monoscafi Ac75, imbarcazioni rivoluzionarie sviluppate strizzando un occhio all’industria aerospaziale: lunghi 20 metri e larghi 5, gli Ac75 “volano” sopra la superficie dell’acqua lasciando immerse solo due ali (foils) laterali, che gli consentono di sfiorare i 50 nodi l’ora, circa 100 km/h.

Il team – La Luna Rossa ha coinvolto alcune delle maggiori eccellenze italiane: la costruzione è avvenuta nei cantieri bergamaschi di Persico e la squadra ha avuto come quartier generale il molo Ichnusa di Cagliari. L’idraulica è stata curata dal gruppo brianzolo Cariboni, Pirelli ha messo a disposizione le sue tecnologie, Panerai l’orologeria in dotazione all’equipaggio e Prada ha realizzato l’intera linea di abbigliamento a disposizione dei 110 dipendenti. La squadra azzurra ha invece un cuore tutto siciliano: il timoniere è il palermitano Francesco Bruni, cresciuto al Circolo Lauria e oggi direttore sportivo del Circolo Velico di Sferracavallo; Agostino Randazzo, che assiste alle regate ad Auckland, è il presidente del Circolo della Vela Sicilia, che ha oltretutto scritto le regole insieme a Team New Zealand in qualità di Challenger of Record, il primo circolo che ha sfidato i detentori dell’America’s Cup. L’equipaggio è stato invece capitanato da Max Sirena, riminese già a bordo dell’ultima Luna Rossa alla Prada Cup del 2000 e vincitore di due coppe con New Zealand (2017) e Oracle Usa (2010).