Troppo Djokovic per Sinner. La grande prestazione del tennista altoatesino, forse la migliore della stagione, non è bastata. Il serbo ha mostrato per l’ennesima volta come mai lui e Nadal continuino a dominare il circuito da ormai quasi 20 anni: tecnica e forza fisica certo, ma soprattutto un’innata indole da guerriero inesauribile.
Il racconto – Un inizio traumatico per Sinner. Dopo soli due game subisce subito il break e fino al 4 a 2 non c’è partita. Ma nel settimo gioco cambia tutto. Nole ha un improvviso passaggio a vuoto e con due doppi falli restituisce il break perso al tennista azzurro, che prende campo e fiducia e si porta un set avanti sul punteggio di 7-5. Un passaggio a vuoto che Djokovic si porta dietro anche per tutto il secondo set, dominato da Sinner e chiuso in soli 37 minuti con un netto 6-2. Come spesso succede però, quando quasi chiunque altro sarebbe spacciato, il serbo risorge: gli sbuffi, i gesti di stizza e il nervosismo si trasformano in furia agonistica e Djokovic non sbaglia più un colpo. Sinner combatte su ogni punto, come nel match con Alcaraz, con la differenza che dall’altra parte della rete questa volta c’è il sei volte campione di Wimbledon.
L’analisi – Il cambio di allenatore è evidente. Darren Cahill (uno con cui Lleyton Hewitt e Andre Agassi sono diventati numeri uno) sta allenando Jannik a variare il suo gioco, soprattutto venendo più spesso a rete. E Sinner l’ha fatto anche bene, comandando molte volte lo scambio e aprendosi il campo, ma è chiaro che la tecnica vada ancora migliorata e non poco: sono troppe le palle facili che si fermano sul nastro o che escono troppo lunghe dalla racchetta. È la settima volta in carriera che Djokovic recupera da due set di svantaggio, ma questa volta è stato diverso. Nelle altre rimonte Nole aveva sfruttato la sua dote principale di miglior ribattitore del circuito, mettendosi a fondo campo e allungando il più possibile gli scambi. Contro Sinner, invece, è stato costretto a mettere i piedi in campo e attaccare il più possibile, rinunciando quasi del tutto al gioco difensivo. Djokovic, insomma, ha dovuto faticare un po’ di più rispetto al previsto, ma è stato comunque nettamente superiore a una delle migliori versioni di Sinner: il tabellino alla fine dice 5-7 ; 2-6 ; 6-3 ; 6-2 ; 6-2. Jannik deve ancora crescere molto, a livello di tecnica, di forza e ovviamente di esperienza (questa era la seconda apparizione a Wimbledon e nella prima era stato eliminato al primo turno da Fuksovic), ma la strada è quella giusta per chi, come ha detto lo stesso Djokovic a fine partita, «è destinato a diventare un vero campione».
Gli altri match – Ora Nole se la dovrà vedere in semifinale con Cameron Norrie, vincente nell’altro match di giornata sul belga David Goffin al termine di una battaglia appassionante terminata anch’essa al quinto set. Per quanto riguarda invece la parte bassa del tabellone, i nomi dei semifinalisti usciranno dalle sfide tra Garin e Kyrgios (in programma non prima delle 15:30) e tra Rafael Nadal e Fritz, al via alle 16:00. L’australiano e Rafa partono favoriti, ma sull’erba le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Anche se i colpi di scena piacciono a tutti, gli appassionati sperano però che questo non sia il caso, così da potersi godere domenica 10 luglio la finale che tutti attendono: Nadal – Djokovic.