Matteo Berretttini, con il trofeo del secondo posto (foto/Ansa)

Il sorriso è amaro, quando tra le mani ti ritrovi un piatto d’argento al posto della coppa che sembrava così vicina. Matteo Berrettini ha tentato l’impresa, primo italiano della storia a giocare una finale a Wimbledon, ma ha dovuto arrendersi davanti all’esperienza da pluricampione di Novak Djokovic. Domenica 11 luglio, tre ore e mezza di gioco e quattro set hanno fatto conquistare al giocatore serbo il ventesimo Slam della sua vita, il sesto sul campo di Londra. «Non è una fine – ha assicurato il tennista romano – Ma l’inizio di una carriera. Sono contento di questa finale, spero non sarà l’ultima. É stata una bellissima sensazione essere qui, ci voleva solo quel passo in più..».

Il match – La sfida su erba per contendersi la corona di Londra per Berrettini comincia peggio del previsto: con poche e precise staffilate Djokovic si porta sul 5-2. Il primo set sembra ormai perso, ma l’azzurro inizia a spingere «come un vero martello italiano», parola dell’avversario. Rimonta, annullando un set point dopo l’altro. L’entusiasmo del pubblico del campo centrale esplode: cori, applausi. «Il ricordo che mi tengo – dirà Berettini al termine della partita – è che alla fine del primo set urlavo e non mi sentivo, tanto era il tifo della gente». Si arriva al time-break e Berrettini lo vince: 7-4 con un ace. Il suo servizio è supersonico, Djokovic si contorce in prodezze ma non basta. Sa, però, che il rivale ha speso le sue energie migliori e approfitta del calo nervoso dell’italiano per riportare la partita in parità, vincendo il secondo set per 6-4. Djokovic estrae la carta resilienza e come un muro di gomma ribatte ogni palla di Berrettini, il cui gioco si sgretola fino a sbriciolarsi: 6-4 al terzo e 6-3 al quarto set per il serbo. «Sono deluso, non ho giocato al mio meglio – sono le prime parole dell’azzurro dopo la sconfitta – Ma so una cosa: posso vincere questo titolo. Ecco cosa farò nelle prossime settimane, nei prossimi mesi e anni: cercherò di sollevare il trofeo. So che sono sulla strada giusta, che queste sono le partite che mi servono». Stremato, il tennista romano non ha intenzione di riposarsi. Tokyo lo attende: «Ora ci sono le Olimpiadi. Ci tengo, punto a una medaglia, posso provarci».

Novak Djokovic con la coppa vinta a Wimbledon (foto/Ansa)

Il vincitore – Chi invece non è sicuro di partecipare alle Olimpiadi è il vincitore di Londra: «Ho sempre detto – spiega Djokovic – che ci sarei andato, ma le ultime notizie non mi sono piaciute. Ora sono diviso a metà, ci penserò su». Intanto si gode il suo ventesimo successo, raggiungendo per numero di titoli Major Federer e Nadal. «Se devo sceglierne uno, questo è il momento clou degli ultimi 15 anni di tour: ora ho la capacità di far fronte alla pressione, perché più esperienza hai, più credi in te stesso» è il commento del tennista serbo dopo la vittoria. La coppa di Wimbledon lo porta anche un passo più vicino alla conquista del Grande Slam, obiettivo centrato per l’ultima volta nel 1969 da Rod Laver.  La lucidità e la determinazione di Djoker, come è conosciuto dagli appassionati, è tutta rivolta agli Us Open di fine agosto a New York, l’ultimo dei 4 tornei del Grande Slam. Sa di avere la possibilità di aggiudicarsi l’ambito titolo di G.o.a.t., (Greatest Of All Time) riservato ai giocatori più grandi della storia. «Ovvio che io mi consideri il migliore, altrimenti non parlerei con sicurezza di vincere Slam e di fare la storia – afferma senza giri di parole – Ma che io sia il più grande di tutti i tempi o meno lascio che ne discutano le altre persone: difficile confrontare le epoche del tennis. Ma sono estremamente onorato di far parte di questa conversazione».

Le congratulazioni – La coppa è di Djokovic, ma non lo è tutta la gloria. Nonostante la sconfitta Berrettini ha ricevuto numerosi messaggi di congratulazioni. Il premier Mario Draghi ha commentato così: «La finale di oggi ha fatto emozionare milioni di italiani; è entrata nella storia del nostro tennis». Anche la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali ha ringraziato l’azzurro in un tweet.

Oggi, lunedì 12 luglio, alle 18 a Palazzo Chigi, Draghi e Vezzali riceveranno, insieme al resto del Governo, Berrettini per complimentarsi di persona. Insieme a lui ci saranno anche i neo-campioni di Europa. Un incontro che celebra lo sport, capace di ricostruire il Paese e di unirlo sotto un solo coro. Lo ha dimostrato lo steso Berrettini correndo a Wembley per tifare la squadra di Mancini in tribuna accanto al Presidente Sergio Mattarella. «É stata una giornata molto impegnativa però si è conclusa nel modo migliore possibile. Loro hanno vinto una partita più di me, io spero di rifarmi l’anno prossimo. Ma che emozione. Ho sofferto tantissimo ma penso anche di aver portato bene..».