La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, in Università Statale a Milano, il 28 giugno 2021

Migliaia di assunzioni a tempo determinato, per la precisione 16.500, in modo da «non sprecare la straordinaria occasione del recovery plan» e aiutare il sistema Giustizia a smaltire l’arretrato, accogliendo le richieste della Commissione Europea. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha presentato a Milano l’ufficio del processo, la struttura che si affiancherà ai magistrati di Tribunali e Corti d’Appello per velocizzare i giudizi e la scrittura dei provvedimenti. L’obiettivo, ridurre del 25 per cento la durata dei processi penali e del 40 per cento quelli civili. L’orizzonte temporale, il 2025.

Tour dei distretti – «Milano è la mia città, con la quale conservo ancora un legame autentico»: l’ex presidente della Corte Costituzionale ha voluto iniziare dal capoluogo lombardo il suo tour degli uffici giudiziari italiani: l’intenzione è di «conoscere in prima persona e di prima mano che cosa c’è dietro le statistiche» e raccogliere le testimonianze degli operatori del diritto in vista della riforma della giustizia, necessaria per l’erogazione dei fondi europei per la ripresa dopo la pandemia. La Guardasigilli ha visitato il Palazzo di Giustizia incontrando magistrati e avvocati milanesi, poi ha fatto una tappa all’Università Statale, descrivendo l’ufficio del processo come «un’occasione unica» per i giovani giuristi che vogliano iniziare la loro carriera nel mondo della legge.

Reclutamento straordinario – I giovani che entreranno negli uffici giudiziari nei prossimi quattro anni saranno non solo laureati in giurisprudenza, ma anche in economia o scienze politiche. Saranno assunti in due scaglioni: il primo da gennaio 2022 (con contratto massimo di due anni e sette mesi), il secondo due anni dopo. Riceveranno uno stipendio di 1.800 euro netti e saranno considerati a tutti gli effetti dipendenti pubblici, a differenza degli attuali tirocinanti giudiziari introdotti nel 2013 dal governo di Enrico Letta (ministro della Giustizia Cancellieri). Lavorando prevalentemente da remoto, studieranno i fascicoli, faranno ricerche giurisprudenziali e redigeranno le bozze dei provvedimenti. Il modello è quello anglosassone dei law clerks. In questo modo, afferma la ministra Cartabia, «si cambia il paradigma del giudicare: la giustizia diventa un’opera corale, pur senza compromettere il momento di scelta individuale del giudice». Un reclutamento straordinario al quale si aggiungeranno 5.410 tra tecnici e personale amministrativo, per velocizzare gli interventi sulla digitalizzazione della giustizia e sul miglioramento dell’edilizia giudiziaria. A partire dal Tribunale di Milano, per la cui messa in sicurezza e ammodernamento sarà destinata parte dei fondi del Pnrr. Non si sa ancora, invece, se l’ufficio del processo verrà messo a regime anche una volta smaltito l’arretrato: dipenderà dal successo o meno di questa sperimentazione.

Critiche – Le prime voci sull’introduzione del nuovo ufficio avevano suscitato non solo opinioni positive, ma anche critiche: alcuni hanno espresso il dubbio sull’opportunità di investire su personale a tempo determinato invece che su un reclutamento straordinario di magistrati di ruolo. La ministra Cartabia ha provato a rispondere anche a queste osservazioni: «Il reclutamento per l’ufficio del processo non significa dimenticare la carenza di magistrati e di personale amministrativo. A ottobre sarà bandito un nuovo concorso in magistratura da 360 posti». Mancano invece le coperture finanziarie per introdurre la nuova struttura anche all’interno delle procure, come pure chiesto dalla Procuratrice Generale presso la Corte d’Appello di Milano, Francesca Nanni. Lo ha affermato il professor Gian Luigi Gatta, ordinario di diritto penale alla Statale e consigliere della Guardasigilli nell’ideazione del nuovo ufficio.

Riforma del processo penale – Cartabia ha avuto anche modo di parlare del nuovo progetto di riforma del processo penale: «A brevissimo lo porteremo in Consiglio dei Ministri. Partiremo dal disegno di legge già incardinato in parlamento, ma tenendo conto di un governo in cui la maggioranza è cambiata».