Un ex-aequo tra due croniste, Caterina Zita e Maria Vittoria Zaglio, ha concluso l’ottava edizione del premio Stracca, competizione riservata agli aspiranti giornalisti della scuola Walter Tobagi che si sfidano su temi sportivi. Per la prima volta dalla nascita del premio, la commissione presieduta dal direttore della Tobagi, Venanzio Postiglione (vicedirettore del Corriere della Sera) e dal presidente di Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha conferito il premio “a distanza”, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia. Accanto alle due colleghe, si è distinto Federico Baccini, che ha ricevuto il Premio Lega Pro, riservato a chi tratta di argomenti strettamente legati al calcio di serie C.

Il premio – Il premio Stracca è un concorso istituito otto anni fa su idea del giornalista sportivo Daniele Dallera (Corriere della Sera) per ricordare un’altra firma sportiva del Corsera, Roberto Stracca, scomparso a 40 anni nel 2010. Ogni anno vi partecipano i 30 studenti della scuola di giornalismo milanese Walter Tobagi. Ai concorrenti viene fornita una serie di tracce a tema sportivo da sviluppare nel giro di una mattinata. Alcuni titoli riguardano specificatamente il mondo della Lega Pro. Chi li sceglie può ambire a un ulteriore trofeo, il Premio Lega Pro, che si affianca a quello originale. Fanno parte dell’organizzazione, oltre al quotidiano di Via Solferino, la Lega Pro e la signora Maria Pia, la mamma di Roberto Stracca. Secondo Postiglione e Ghirelli la competizione ricorda la Serie C nella volontà di scommettere sul futuro. Una parallelismo tra il mondo dell’informazione e lo sport, dunque, il cui filo conduttore è la crescita dei giovani. Come in Lega Pro si forgiano i nuovi calciatori, così il premio Stracca privilegia la formazione dei giovani giornalisti.

Danza ed esperienza oltre il fallimento– «Ho parlato dello sport che ho praticato: qualcosa che ho vissuto, non scritto!», così Caterina Zita parla del pezzo legato alla crescita della giovane atleta con cui ha vinto il concorso a pari merito con Maria Vittoria Zaglio. Zita ha infatti alle spalle un passato di ballerina, un’esperienza determinante nella scelta della traccia. «Crescendo mi ispiravo a di Carla Fracci, la più bella e brava ballerina italiana di sempre, andando tutti i giorni a danza. Ho parlato di quello che avrei voluto essere… di un ideale!». La giovane atleta, spiega Zita nel suo testo, può fallire e non diventare ciò che vuole, come la giovane danzatrice che non riesce raggiungere l’ideale incarnato da Fracci. Ma questo non la rende meno atleta, anzi! Il cuore, il cervello e la passione che tutti i “mancati” hanno messo in quello in cui credevano è ciò che li rende davvero atleti, molto più di medaglie e gare vinte. Questo perché, sottolinea l’autrice, «La sfida è sempre con se stessi prima di tutto». Comunque, se la danza toglie, il giornalismo dà e Caterina si dice onorata di questo premio.

Donne e calcio – «Non sono la più sportiva, eppure quando la traccia viene data la mattina, sei democraticamente sullo stesso piano degli altri», così esordisce Maria Vittoria Zaglio, professionista lontana dal mondo dello sport ma ugualmente capace di trovare il guizzo giusto per parlare del tema che le sta più a cuore: la questione di genere. «Avevo già fatto in precedenza un pezzo su una calciatrice della nazionale femminile, e questo mi ha aiutato. Dovevo scrivere un pezzo che proponesse delle soluzioni ad alcune questioni organizzative nel calcio e ho notato che non c’erano donne ai vertici delle società». Come lei stessa ammette, il suo pezzo è piaciuto perché provocatorio e sfida alcune prassi consolidate del sistema calcio in mano agli uomini. Un esempio su tutti, il linguaggio: in Francia hanno cambiato tutte le espressioni come “ultimo uomo” e “marcatura a uomo” (l’unica eccezione è il termine per allenatore, entreneuse, il cui femminile si riferisce alla padrona di un bordello). «Dovremmo fare lo stesso anche in Italia», conclude Zaglio.

La Lega Pro e il Sociale – «Lo spunto mi è venuto dopo un fatto dell’ottobre 2018, poco prima di iniziare la scuola Tobagi», spiega il vincitore del premio dedicato alla Lega Pro, Federico Baccini. «Avevo partecipato a un torneo di calcio a 7 organizzato da Libera (nota associazione di lotta alle mafie ndr) dedicato alla memoria di Domenico “Dodò” Gabriele (bambino di 11 anni vittima di ‘ndrangheta ndr)». Il torneo era rivolto alla sensibilizzazione riguardo alle questioni sociali e al tema dell’inclusione nei quartieri più problematici di Milano. Una somiglianza perfetta con la traccia proposta dalla Lega Pro, che il giornalista ha colto per parlare della Giornata della Legalità istituita dalla serie C per ricordare il brigadiere Cerciello Rega, assassinato a Roma nel 2019.