L’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Centro IRCCS “S. Maria Nascente” Fondazione Don Gnocchi di Milano, ha avviato un nuovo corso per un master di primo livello post-laurea nell’ambito della terapia occupazionale. Le domande di ammissione per il “Master in terapia occupazionale per la persona anziana con fragilità” potranno esser presentante entro il 2 febbraio 2023. L’intervista con il professor Luca Pietrogrande, docente del dipartimento di Scienze della salute della Statale e coordinatore del master.
Che cos’è la terapia occupazionale?
La terapia occupazionale è una scienza riabilitativa che si occupa in maniera centrale del recupero delle capacità di eseguire le operazioni quotidiane per quei pazienti che, per qualche motivo, le hanno perse. Occupazione è vestirsi, muoversi, prepararsi da mangiare: qualunque nostra attività quotidiana. La differenza con le altre scienze riabilitative è che queste si occupano di settori molto specifici della riabilitazione. Il fisioterapista moderno, ad esempio, si occupa di funzioni di parti del nostro organismo. Il terapista occupazionale ha uno sguardo più globale ai bisogni della persona. È proprio l’approccio al paziente che cambia: ci si concentra sui bisogni del paziente, su cosa il paziente vorrebbe tornare a fare e si fa un progetto riabilitativo focalizzato più sulla capacità di tornare a eseguire quell’occupazione piuttosto che sulla capacità di muovere una parte del corpo o, ad esempio, di riuscire di nuovo a parlare. Il terapista occupazionale lavora spesso in équipe, con i medici e con i caregiver, che sono quelli che poi accudiscono i portatori di handicap. Questo anche perché la terapia occupazionale in Italia si rivolge soprattutto ai portatori di handicap cronici oppure che portano gli strascichi di un’infezione acuta. La terapia occupazionale in Italia è stata importata già negli anni ’60, ’70, ma non ha avuto lo spazio che invece ha in altri paesi (in particolare in nord Europa e nord America) dove il terapista occupazionale è spesso la figura principale della riabilitazione che collabora con il fisioterapista, con il logopedista e con il riabilitatore neuropsichiatrico per raggiungere tutti insieme l’obiettivo comune.
Perché è così poco studiata in Italia?
Credo semplicemente per questioni storiche e politiche. Se ci pensiamo, anche per la fisioterapia le prime scuole nascono negli anni ’70/’80. Solo recentemente il settore delle figure professionali in ambito sanitario si è strutturato. Fino ai primi anni ’90 non c’erano lauree in questi ambiti, ma piuttosto scuole o corsi. La terapia occupazionale nel nostro Paese è arrivata dopo, tanto che le lauree triennali in questo ambito sono partite più tardi rispetto alle altre. Per dare un’idea, anche le associazioni professionali dei terapisti occupazionali in Italia si sono strutturate recentemente e proprio in questi giorni si sono fuse per dare più forza al movimento della professione. La laurea in terapia occupazionale a Milano è stata una delle prime istituite e proprio perché c’era la richiesta da parte dei terapisti occupazionali di ottenere una formazione conforme ai canoni di legge.
C’è un corso di laurea magistrale in questo campo?
Non c’è un corso di laurea magistrale specifico per la triennale in terapia occupazionale, ma solo il biennio in “Scienze della riabilitazione”. In Italia tuttora non ci sono terapisti occupazionali come figure universitarie: io stesso sarò il presidente di questo corso di laurea, ma in realtà sono un chirurgo ortopedico. Con questo master abbiamo sentito il bisogno di offrire al pubblico dei terapisti occupazionali italiani la possibilità di iscriversi a un corso di alto livello. Il master è un corso annuale, con molte ore di insegnamento ma anche di attività pratica e ci si aspetta che verrà scelto da persone già inserite nel mondo del lavoro. Per questo deve tenere conto anche di difficoltà organizzative e cercare di garantire anche la frequenza dell’università e dei tirocini. In Italia ci sono vari master sulla riabilitazione, ma nessuno dedicato soltanto ai terapisti occupazionali. La decisione di riservarlo agli anziani è stata conseguenza del fatto che è l’ambito in cui c’è più richiesta. L’approccio della terapia occupazionale cerca di trovare delle strategie per mantenere le capacità di svolgere le quotidiane negli anziani.
Il piano di studi prevede, quindi, teoria e pratica. Dove si svolgeranno e quanto dureranno gli stage?
I percorsi di tirocinio sono tutti nell’arco dell’anno. Le sedi della formazione attualmente prevista saranno le aule dell’università, probabilmente nella sede dell’ospedale San Paolo, o della Fondazione Don Gnocchi (la sede di Milano è quella di Santa Maria Nascente). Gli stage saranno diversi. Ci sarà anche una certa elasticità per convenzionare nuove sedi di tirocinio per poter consentire agli allievi di frequentare tutte le 250 ore. Il tirocinio potrà essere fatto in strutture dedicate alla cura della persona anziana, dove ci sia già un servizio di terapia occupazionale oppure dove non ci sia ancora ma ci sia un progetto per avviarlo. In questo modo, il nostro terapista occupazionale sviluppa anche le competenze per organizzare un servizio per le persone anziane. I tirocini potranno svolgersi anche nella sede o nei pressi della sede in cui lo studente lavora. Sono tirocini guidati per ottenere capacità di formulare un progetto di presa in carico della persona anziana fragile, applicando i modelli e le metodologie più innovativi in questo ambito. Inoltre, si vogliono fornire le capacità di organizzare e gestire i contatti a livello territoriale per includere le offerte socio-sanitarie esistenti. Quindi il master si prefigura innanzitutto di perfezionare la capacità del terapista di lavorare con l’anziano, ma anche di organizzarne i servizi.