La cappelletta campestre torna in vita

Nel cremasco i cittadini di Capergnanica recuperano l'arte religiosa settecentesca

La cappelletta campestre torna in vita

di Giulia Dallagiovanna, Valentina Danesi, Manuela Gatti, Lorenzo Nicolao

L’arte religiosa si nasconde lungo il corso d’acqua della Roggia Acqua Rossa, ma all’uomo spetta il dovere di riscoprirla e prendersene cura. Nel cuore del Cremasco, vicino ai centri abitati di Capergnanica, Ripalta, Passarera e Credera Rubbiano, la campagna lombarda è arricchita dalla presenza di diverse chiesette campestri, molte delle quali dimenticate da anni. Nelle ultime settimane una Cappelletta situata a circa 400 metri da Capergnanica è però al centro dell’attenzione grazie a un progetto di restauro e valorizzazione culturale.

La Cappella della Madonna Immacolata – Il Comune di Capergnanica sta seguendo il recupero della Cappellina che fa riferimento alla Chiesa di San Martino Vescovo. Se la costruzione della parrocchia viene fatta risalire al XV secolo, della chiesetta campestre non si hanno fonti storiche certe, né documentazioni, fino al 1812. In essa vi sono affreschi di uno stile vicino a quello che caratterizzò l’arte italiana nel passaggio dal Barocco al Barocchetto, ma molte delle iconografie presenti sono ancora sconosciute. Quella che è possibile distinguere sopra l’altare raffigura la Madonna in lutto che sorregge il corpo del Cristo morto, tanto che questa cappella viene spesso chiamata dagli abitanti della zona anche «dell’Addolorata».

Il progetto – Un team di restauratrici coordinate da Elena Dognini sta lavorando al restauro conservativo degli affreschi della Cappella, mentre l’ingegnere Adriano Nichetti si occupa del percorso ciclo-pedonale. Il recupero del luogo non si limiterà alla semplice cura di un edificio soggetto al degrado da anni, ma anche alla sua valorizzazione nell’ambiente circostante. La rigenerazione del bene passa per un collegamento che sia a livello pedonale, sia a livello ciclabile, migliori l’accessibilità e aumenti il numero dei visitatori coinvolgendo la cittadinanza nella cura diretta del piccolo patrimonio storico e artistico. L’auspicio del sindaco di Capergnanica Alex Severgnini è anche quello di ispirare una sorta di mecenatismo che spinga i privati a finanziare altri interventi di recupero, come in questo caso stanno facendo la Fondazione Cariplo e l’impresa locale Lumson.

I lavori e la ricerca – L’intero lavoro si divide in due fasi. Prima il recupero della Cappella iniziato a marzo e che terminerà nei prossimi giorni, poi la seconda parte, fra cui il completamento della pista ciclo-pedonale che partirà ad agosto e terminerà alla fine di settembre, periodo in cui si terrà la festa di inaugurazione. Nel corso di questa sarà svelato il nome dell’artista veneto a cui gli affreschi sono stati attribuiti, ma sul quale sono concentrate numerose ricerche. Della chiesina dell’Immacolata non ci sono molte informazioni storiche, essendo stata per anni una cappella privata. Non vi è traccia di documentazione in merito neanche fra le carte del catasto veneto, risalente al 1685. Così, proprio per la costruzione relativamente recente, le risposte potrebbero nascondersi nelle biblioteche diocesane della zona. Matteo Facchi, presidente della Società storica cremasca, comunicherà qualche informazione aggiuntiva ai capergnanichesi solo dopo la conclusione dei lavori, lasciando a tutti un po’ di suspance.