Coltivare un sogno
Da campo abbandonato a orto condiviso. A Lodi la partecipazione è a "Km 0"
Coltivare un sogno
di Gioele Anni, Jacopo Bernardini, Francesco Bertolino, Felice Florio
Da terreno incolto a bene comune. Da spazio abbandonato a luogo di aggregazione. Non è un sogno, ma l’intervento che l’Organizzazione non governativa Movimento per la Lotta contro la Fame nel Mondo, insieme al Comune di Lodi e ad enti del privato sociale hanno pensato di realizzare in un campo di un ettaro e mezzo a San Fereolo, il quartiere più popoloso e con la più alta concentrazione di stranieri in città. L’iniziativa “Rigenerazione di una prospettiva” ha ottenuto nel 2016 il finanziamento della Fondazione Cariplo, aggiudicandosi il bando per i “Beni Comuni”. Da allora, i promotori sono all’opera per ottenere le autorizzazioni necessarie ed avviare la messa in coltura del terreno, ma, se i risultati del lavoro potranno vedersi solo con il tempo, le idee sono già molto chiare.
La destinazione dei prodotti del terreno, poi, è stabilita. «Ciò che verrà prodotto servirà innanzitutto come sostentamento per chi ci lavora. Le eccedenze saranno cedute a offerta libera oppure donate al vicino Centro di raccolta solidale. Niente deve andare sprecato», racconta Simona Mori, referente per il progetto all’interno dell’Ong Movimento per la Lotta contro la Fame nel Mondo. La sfida più grande, però, è la scelta di non recintare il campo. «è una provocazione, siamo consapevoli del rischio, ma un bene comune, per definizione, non può essere chiuso». Il terreno, infine, sarà anche un luogo di aggregazione. «Proprio all’ingresso del campo vogliamo costruire uno spazio, una “casetta”, che servirà sia come ricovero per gli attrezzi sia come luogo di incontro, formativo ed educativo, in cui portare le scuole perché i bambini, fin da piccoli, comprendano il ruolo fondamentale che gioca una sana educazione alimentare e un corretto stile di vita. Se poi si aggiungono i concetti di “rispetto dei beni” e di “condivisione e partecipazione attiva”, allora si saranno poste le basi per avere un domani cittadini liberi, consapevoli ed attivi.
Nei piani c’è anche la costruzione di un punto vendita per autofinanziare l’attività e rafforzare il legame con il quartiere. «Dopo molta attesa – conclude Vho – siamo finalmente pronti a partire. Vogliamo che questa zona marginale, stretta tra i binari del treno e il quartiere di San Fereolo, torni al centro della vita della città. Non vediamo l’ora di iniziare».