Nuova musica per la Grassi!

La storica fabbrica di saxofoni di Quarna
è pronta per diventare la Casa delle Comunità

di Mattia Guastafierro, Giovanna Pavesi, Giulia Virzì ed Elena Zunino

La fabbrica di tutti

Di fronte alle sue enormi vetrate rettangolari solo le montagne e una distesa di alberi. È lì dal 1957, immobile nel tempo e nello spazio, e osserva, instancabile, Quarna e i suoi abitanti. Che sono meno di 400. In eredità ha lasciato musica, diffusa ovunque nel mondo.
All’inizio si chiamava «Ida Maria Grassi» e lì si fabbricavano strumenti musicali. Clarinetti, flauti e saxofoni. Poi è diventata soltanto la «Grassi», in funzione fino alla metà degli anni Novanta, dando lavoro a decine di persone, in un piccolo angolo di mondo, sulle montagne della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, in Piemonte.
Oggi è un pezzo di storia dell’industria musicale italiana e ci si arriva tra le foglie dei castagni cadute sulla strada in salita. Le sue pareti azzurre, così accoglienti anche se disabitate da anni ormai, sono diventate un magazzino.
Ma a Quarna nessuno è disposto a lasciar invecchiare la Grassi. Così è nata l’idea di trasformare lo stabile, ancora in buone condizioni, in una «Casa delle Comunità». A disposizione di tutti. Com’era la vecchia fabbrica.

Paola Bazzoni,
la project manager

È la project manager del progetto di riqualificazione della «Grassi». Non è una Quarnese di nascita, ma è diventata cittadina di questo paese negli ultimi anni. Nata e cresciuta in città, dove lavora come ingegnere, a Quarna si è legata quasi per caso. Ha iniziato a conoscere le tradizioni artigianali di questi luoghi e si è avvicinata alla musica. Qualche anno fa ha iniziato a prendere lezioni e oggi suona il saxofono, di cui conosce ogni ingranaggio:

«Mi affascina capire come da grezzi pezzi di metallo escano dei suoni. Forse è perché sono ingegnere». Possiede un saxofono personalizzato che suona due volte la settimana durante le prove della banda di Quarna.

Della Grassi conosce ogni angolo. E la porta la apre lei.

La storia.
Dove tutto
si è fermato

Una porta di legno e una tettoia. Più che a una fabbrica, somiglia a una casa di montagna. Invece, la Grassi, è una struttura di due piani, con le pareti azzurre all’interno. Pochi i muri che separano gli ambienti, sia sopra che sotto. Ancora qualche attrezzo, lasciato lì dopo la fine delle attività.
A fare compagnia a questo reperto industriale, nel cuore delle montagne piemontesi, i resti della vita in fabbrica: vecchi cartellini, calendari, qualche manifesto rivolto ai lavoratori, lastre, componenti di metallo e un orologio che segna sempre la stessa ora.
La fabbrica fu costituita alla fine degli anni Cinquanta, nell’area che sovrasta il circolo ricreativo di Quarna, cuore pulsante di un luogo con pochi abitanti, molti dei quali impiegati alla Grassi. Fino agli anni Novanta, lavoravano qui un centinaio di persone.
Gli strumenti, che prendevano forma nelle ampie stanze di fronte alle montagne, rappresentavano per Quarna non soltanto la più importante realtà economico-industriale, ma anche un’eredità culturale unica, che aveva avuto origine da ciò che i migranti italiani avevano imparato lasciando la loro terra.  
Una volta cessata l’attività, il marchio è stato venduto. Lo stabile, acquisito dal Comune subito dopo, è utilizzato da tempo come magazzino.
Prestige, Wonderful Model, Export e Banda, sono alcuni dei nomi scelti per i sassofoni inseriti in un catalogo della Grassi, diffuso nel 1975. Per ogni strumento, un particolare diverso.

Lo stabile dove sorgeva la Grassi è ancora in buone condizioni ed è possibile renderlo utilizzabile, almeno in parte, attraverso una ristrutturazione. Il finanziamento erogato da Fondazione Cariplo è di 105mila euro; altrettanti quelli raccolti fra le associazioni di Quarna. Il desiderio della project manager e degli abitanti del paese è quello di fare dell’ex fabbrica un luogo delle comunità, un punto di ritrovo per le associazioni e uno spazio ideale per le loro attività ricreative.
Dopo la nomina di un Comitato per la Grassi, il progetto di riqualificazione verrà monitorato da tutti i partner che costituiranno, a loro volta, un «Comitato di progetto», che dovrà coordinare e sovrintendere tutte le attività tecniche e amministrative.
L’Amministrazione comunale di Quarna Sotto, proprietaria dell’immobile, adotterà un regolamento per la gestione dei Beni Comuni.

Il finanziamento
di Fondazione Cariplo

Quarna: la città di tutti, giovani e anziani

Paolo Gromme, sindaco di Quarna Sotto, racconta nel video l’imponente eredità economico-culturale lasciata dal marchio Grassi ai cittadini del Paese. A chiamarla «la città della musica» sono in tanti. La convivenza con gli abitanti più anziani, che a Quarna Sotto sembrano essere la maggioranza, convivono perfettamente con quella fascia di popolazione più giovane. Come spiega Valentina Rampone, presidente della Pro Loco, la collaborazione tra le generazioni tiene in vita un luogo abitato da meno di quattrocento persone: «La realtà delle associazioni qui è forte e vivace: come in uno scambio, i giovani si danno da fare e gli anziani mettono a disposizione il loro sapere».

Quarna città della musica: la Ramponi & Cazzani

Decine di strumenti luccicanti. Flauti e saxofoni, in particolare, appoggiati ovunque. Ma anche viti, bulloni, lastre dorate. Ripiani di legno e scatole che contengono tanti bottoni di madreperla. All’interno della Ramponi & Cazzani, l’altra fabbrica di strumenti musicali di Quarna, il lavoro è incessante. C’è chi lucida e chi fa prendere vita a dei fogli di metallo che, come in un incantesimo, diventano le campane di un saxofono.

La ditta, antichissima, venne fondata nei primi anni dell’Ottocento da Egidio Forni e da Francesco Rampone, entrambi di Quarna. Si trasferirono entrambi a Milano, dove impararono a utilizzare torni e a fabbricare strumenti a fiato. Si specializzarono nella produzione di strumenti a fiato, principalmente legni. Quelli preferiti per la fabbricazione di clarinetti e oboi erano le essenze naturali reperibili a Quarna: pero, corniolo, maggiociondolo e bosso. 
Agostino Rampone fu il primo, in Italia, a costruire saxofoni. I primi, in legno, venivano utilizzati per lo studio delle meccaniche. 
La Grassi e la Ramponi & Cazzani, però, non si sono mai fatte concorrenza: entrambe, a Quarna, rappresentavano il lavoro. A ognuna la sua fetta di mercato.