La Russia continua ad attaccare su più fronti l’oppositore Alexei Navalny, attualmente detenuto nella colonia penale IK-2. Il tribunale di Mosca ha dichiarato «formalmente illegali ed estremiste» le organizzazioni che fanno capo all’attivista e, in generale, il movimento politico di cui Navalny è il leader. Nello specifico, la sentenza fa riferimento alla Fondazione anticorruzione FBK – celebre per l’inchiesta in cui il presidente Vladimir Putin è stato accusato di essersi fatto costruire un lussuoso palazzo sulle coste del mar Nero – e la Fondazione per la tutela dei diritti dei cittadini e le sedi territoriali. Secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax, il tribunale di Mosca ha anche ordinato la confisca dei beni della FBK a favore dello Stato dopo che tutte le richieste dei creditori saranno soddisfatte. Tra le altre, particolarmente dura la reazione degli Stati Uniti, che hanno definito la decisione della giustizia russa «particolarmente inquietante».

 

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«Navalny come Al Qaida» – La sentenza emessa nella serata del 9 giugno equipara Navalny a un estremista di Al Qaida. Per gli osservatori, la decisione rappresenta l’esito di un processo non equo: lo scorso aprile la procura di Mosca ha presentato la richiesta di procedere contro Navalny valutando le sue organizzazioni come «impegnate a realizzare le condizioni per destabilizzare la situazione sociale e politica del Paese con la scusa dei loro slogan liberali». Le prove non sono mai state rese pubbliche e, nonostante le numerose istanze dei difensori, Navalny non ha potuto testimoniare. La legge russa è particolarmente severa nei confronti di chi fa parte o finanzia organizzazioni ritenute “estremiste”, prevedendo fino a 10 anni di prigione. Il Washington Post fa notare che, d’ora in poi, anche solo condividere un video delle organizzazioni condannate potrà condurre all’arresto.

Attacco alla libertà – Liberazione «immediata e incondizionata». Oltre all’indignazione, gli Stati Uniti rinnovano la richiesta di scarcerazione di Navalny. L’oppositore attualmente si trova in carcere per scontare una pena di tre anni e mezzo dopo la condanna dello scorso febbraio. Dello stesso avviso l’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell che ha ribadito l’appello dell’Unione attaccando la decisione del tribunale russo perché «infondata, che conferma un modello negativo di repressione sistematica dei diritti umani e delle libertà sanciti dalla costituzione russa». Il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab ha definito la sentenza «perversa contro coloro che si battono contro la corruzione e per società aperte, ed è un tentativo deliberato di mettere al bando la vera opposizione politica in Russia».