Nuovo scontro tra Lega e Forza Italia sul riarmo europeo. Il partito guidato da Matteo Salvini è tornato ad attaccare il piano da 800 miliardi della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, sostenuto dagli alleati berlusconiani. Il leader forzista e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invece definito «sfasciacarrozze» il fronte critico sull’Unione europea, replicando alle esternazioni leghiste. Divisioni che potrebbero far scricchiolare la maggioranza di centro-destra.
I precedenti – Già da settimane i partiti di Tajani e Salvini, vice-presidenti del Consiglio del governo Meloni e partner di Fratelli d’Italia, si scambiano accuse reciproche in merito al progetto di aumento delle spese militari Rearm Europe. Il 23 marzo il vice-segretario del Carroccio Claudio Durigon, in un’intervista a Repubblica, era intervenuto citando direttamente l’alleato: «Tajani è in una posizione un po’ difficile, visto che è un sostenitore di Ursula e del suo piano di riarmo, per questo credo che sia utile che si faccia aiutare». «Tutti hanno bisogno di farsi aiutare, anche io. Ma non mi sento in difficoltà», aveva risposto il ministro degli Esteri il giorno seguente. «Che differenza c’è tra un partito serio e un partito quaquaraquà? – aveva proseguito Tajani, senza riferimenti espliciti – Quest’ultimo parla senza studiare e riflettere. Sono i partiti populisti, che un giorno dicono una cosa e un altro giorno ne dicono un’altra».
Il gelo – Nelle ultime ore, le nuove frecciate. «Stiamo lavorando per far sì che l’Europa possa essere sempre più la casa di tutti. Noi in Europa dobbiamo costruire, non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze», ha affermato Tajani al convegno di Forza Italia Una bussola per la competitività europea. Subito dopo, la Lega ha diffuso una nota in cui si è detta «pronta a proporre agli alleati dei Patrioti un’iniziativa per invitare la presidente tedesca della Commissione Ue a rivedere il progetto da 800 miliardi di euro per la difesa: i cittadini europei meritano investimenti per lavoro, sanità e sicurezza interna». Ad alimentare le tensioni è stato poi il senatore del Carroccio Claudio Borghi, che ha dichiarato a Repubblica: «Forza Italia in Europa è il vero partito di von der Leyen, noi stiamo con i Patrioti», riferendosi al gruppo di destra radicale di cui fa parte la Lega al Parlamento europeo.
Gli altri fronti aperti – Lo scontro non si è limitato al piano Rearm Eu, ma ha riguardato anche il tema del diritto di cittadinanza. I deputati leghisti Dimitri Coin e Graziano Pizzimenti hanno chiesto «doverosi correttivi alla stretta ai discendenti di chi è emigrato all’estero, in larga parte di origine veneta, lombarda, piemontese o friulana» da parte di chi vuole «regalare la cittadinanza a giovani immigrati che spesso sono islamici». Netta la replica di Forza Italia: «Stupisce che i deputati della Lega dicano cose diverse rispetto a quello che hanno votato i loro stessi esponenti nel Consiglio dei ministri».
Le opposizioni – Tra i litiganti cerca di inserirsi dall’opposizione, in funzione anti-Meloni, il Movimento 5 Stelle. L’ex premier Giuseppe Conte ha infatti proposto alla Lega, dopo averla accusata di limitarsi alle sole dichiarazioni critiche e di essere nei fatti allineata al resto della maggioranza, di sostenere la mozione parlamentare 5Stelle sul riarmo. «Abbiamo presentato una mozione contro il piano di riarmo: la voti (riferito a Salvini ndr) e vedremo se alle chiacchiere per una volta seguiranno i fatti». Sempre sul fronte opposizioni, Carlo Calenda ha invece ribadito al congresso di Azione il suo pieno appoggio al progetto di von der Leyen. Il leader centrista ha inoltre spiegato di voler lavorare anche con Forza Italia per contribuire a costituire «una Nato europea».