I possibili rischi del vaccino AstraZeneca segnalati dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco, rischiano di dare un brusco colpo di freno alla campagna vaccinale italiana. Anche se le trombosi fatali correlate al vaccino anglo-svedese sono rarissime (in Gran Bretagna si è calcolato un caso di morte ogni due milioni e mezzo di vaccinati), i casi sotto esame costringono i governi europei a pensare a misure alternative. Il Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, nella riunione convocata dopo la nota dell’Ema e la decisione di bloccare la somministrazione agli under 60, si è confrontato con gli enti locali per promuovere un piano d’azione comune. I governatori delle Regioni hanno protestato a gran voce, pretendendo «ordini chiari».

Le dosi – Il vaccino di AstraZeneca rimane a oggi il pilastro del piano italiano di immunizzazione. Oltre ai quasi 4 milioni di dosi consegnate, altri 10 milioni sono attesi nel secondo trimestre dell’anno e 24,7 milioni nel terzo. L’azienda farmaceutica però si sta dimostrando inaffidabile: la prossima consegna di 350mila dosi prevista per il 10 aprile è slittata di due giorni e i vaccini in arrivo saranno solo 174mila. I ritardi nelle consegne hanno costretto tutti gli hub della Toscana a fermarsi per mancanza di dosi. Ma la lentezza colpisce anche le dosi già consegnate. I frigoriferi delle regioni italiane contengono un milione e 650mila di vaccini fermi. Un 41% delle scorte che il nuovo piano di Figliuolo promette di somministrare in tempi brevi.

Chi riceverà il vaccino AstraZeneca – Chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca, circa 2,2 milioni di italiani, potrà procedere anche con la seconda. Franco Locatelli ha assicurato che non c’è ragione di immaginare che la seconda dose possa creare danni. Da oggi si aprono inoltre le prenotazioni per vaccinarsi con AstraZeneca per i 13,6 milioni di italiani tra i 60 e i 79 anni. L’utilizzo del vaccino anglo-svedese consentirà così di velocizzare l’immunizzazione degli anziani, per cui servono ancora 25 milioni di dosi, ma lascerà scoperta la popolazione sotto i 60 anni cui i 34 milioni di dosi di AstraZeneca erano inizialmente stati destinati. Su questo punto Figliuolo non è preoccupato, anzi è ottimista: «Ad aprile ci potranno essere consegne superiori del 15-20% rispetto alle previsioni».

L’autonomia – Il ministro della Salute ha fatto il punto sulla cosiddetta “aritmetica delle dosi”, ossia quanto queste basteranno ad alimentare la campagna vaccinale. Roberto Speranza ha parlato nella riunione di «8-9 settimane di autonomia». Poco più di due mesi dopo i quali la campagna potrebbe subire un brusco arresto. I 16 milioni di dosi previsti tra maggio e giugno da parte di Pfizer e Moderna saranno sufficienti ad immunizzare solo 8 milioni di italiani. L’alternativa potrebbe essere data dall’arrivo del vaccino Johnson&Johnson dal 16 aprile. I 26 milioni di dosi americane però sono stati prodotti seguendo lo stesso meccanismo di AstraZeneca, ovvero per vettore virale a base di adenovirus. Non è escluso quindi che possano creare complicazioni simili.

Le cancellazioni – A una campagna vaccinale già lenta si aggiungono anche le tante cancellazioni di chi al vaccino Astra Zeneca ha comunque deciso di rinunciare. Quanto è successo intorno al vaccino anglo-svedese ha suscitato paura, dubbi e sfiducia tra la popolazione. La comunicazione poco chiara, fatta di notizie contrastanti, ha fatto il resto. Puglia, Calabria, Sardegna e Campania registrano in alcune aree picchi di rinuncia del 40%. Fa discutere anche il caso della città di Torino, dove è circa il 25% a rifiutare l’immunizzazione anglo-svedese. I medici di base vengono tempestati di telefonate di pazienti che vorrebbero cambiare il vaccino. Questa pratica è però impossibile senza un valido motivo.