«Se ho paura di lavorare qui? Certo che sì, ma per me è una chiamata al dovere: ho scelto di farlo per permettere alla mia gente di vivere in un Paese democratico». A dirlo, dalla scrivania del suo ufficio, è Anastasia, dipendente di Nexta. Si tratta di un canale Telegram, con oltre un milione di iscritti, il cui scopo è informare correttamente i cittadini della Bielorussia, nella speranza di rovesciare il presidente Aleksandr Lukashenko, definito da media e istituzioni Ue «l’ultimo dittatore e tiranno in Europa». Per il canale, che ha sede in Polonia, lavorava anche Roman Protasevich, il giornalista arrestato il 23 maggio dopo il dirottamento a Minsk del suo volo Ryanair diretto a Vilnius. «Adesso Roman è molto più in pericolo rispetto ad altri prigionieri politici», dice Stepan Putilo, il fondatore di Nexta, «Io e lui siamo nemici personali di Lukashenko, perché mostriamo la verità, ma non possiamo essere bloccati come un sito web»

Il canale Telegram – Nexta è una piattaforma di controinformazione del tutto indipendente dal governo di Minsk. La pronuncia corretta è “Nekhta“, che in bielorusso significa “qualcuno”. È suddiviso in tre canali: Nexta, Nexta Live e Luxta. Tutti e tre si trovano su Telegram, il sistema di messaggistica istantanea noto per garantire la totale riservatezza delle chat. Il fatto di lavorare in Polonia aiuta ancora di più ad aggirare la censura di Lukashenko. Il team è inoltre a stretto contatto con i dissidenti bielorussi in Lituania, dove peraltro vive la leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya.

L’ascesa – Stepan Putilo, 23 anni, ha aperto Nexta nel 2015, poco dopo essersi trasferito in Polonia. All’inizio era un canale Youtube a contenuto musicale, ma in breve tempo il focus si sposta sulla satira politica contro la corruzione del governo bielorusso. Il suo progetto, da realtà di nicchia, acquisisce popolarità nel 2019 grazie a un video-documentario, intitolato “Lukashenko: Criminal Materials”, che ottiene 3 milioni di visualizzazioni. In breve tempo il giornalista dissidente Roman Protasevich decide di unirsi a Putilo, diventando co-gestore di Nexta, nel frattempo passato su Telegram. Il boom arriva dopo l’8 agosto 2020, quando anticipa l’esito quasi plebiscitario delle elezioni presidenziali che hanno visto la riconferma di Lukashenko con l’80% dei voti. Nelle piazze del Paese scoppiano le proteste e il canale diventa subito la prima voce del malcontento contro la repressione governativa. Delle tre piattaforme, quella con più seguito è Nexta Live: lì, in quei giorni, gli iscritti (1.24 milioni) ricevevano video che mettevano alla berlina le violenze della polizia, oltre che informazioni utili per organizzare le proteste. Inoltre il team di Putilo ha collaborato con alcuni hacker per diffondere dati sensibili (indirizzi, numeri di telefono, luogo di lavoro, ecc.) di 1.003 membri dell’unità anti-terrorismo del ministero dell’Interno bielorusso. Ciononostante il loro lavoro non ha sortito gli effetti sperati, dato che Lukashenko è ancora il leader del Paese. Il 5 novembre 2020 Putilo e Protasevich vengono accusati di incitamento all’odio sociale e inseriti nella lista dei ricercati per terrorismo. Nexta è rimasto comunque attivo, anche se Protasevich ha preferito defilarsi passando a un altro canale Telegram, Belamova.

Il timore di condanna a morte – L’unica notizia certa è che Protasevich e la compagna Sofia Sapega sono detenuti in Bielorussia. L’avvocata del giornalista, Inessa Olenskaya, ha detto alla BBC di non essere ancora riuscita a parlare con lui. «Non ho ricevuto alcun documento né informazioni. Sono due giorni che sto seduta ad aspettare che mi facciano entrare nel centro detentivo». Per Protasevich si teme la condanna a morte, prevista in Bielorussia per i reati legati al terrorismo. Intanto Putilo, dagli uffici polacchi di Nexta, segue gli sviluppi con apprensione. «Se abbiamo paura che ci uccidano? Noi…noi siamo pronti a tutto».