Una mano tesa per riallacciare i rapporti, stretta con riverenza nella Grande sala del Popolo ornata di fiori di loto. Prova a ripartire da qui il dialogo tra Cina e Stati Uniti a Pechino, dove si è svolto un colloquio tra il segretario di Stato statunitense Antony Blinken e il presidente cinese Xi Jinping. Il bilaterale arriva al termine della visita di due giorni durante la quale il responsabile della polkitoica esterea americana ha incontrato il ministro degli Esteri Qin Gang e il capo della diplomazia cinese Wang Yi. Xi ha parlato di un «terreno comune» possibile con Washington, definendo «sincere e approfondite» le discussioni avute dalle due parti.

Il faccia a faccia – È rimasto in dubbio fino all’ultimo minuto, ma alla fine Blinken è stato ricevuto da Xi. Era dal 2018 che un segretario di Stato americano non incontrava il leader cinese, complici  le restrizioni pandemiche che hanno isolato la Cina. Blinken è anche il primo diplomatico statunitense di alto livello ad incontrare il leader cinese dopo la sua rielezione a segretario generale del Partito comunista (possibile grazie alla rimozione del divieto di terzo mandato da parte dello stesso Xi).

Secondo quanto riportano i media di stato cinesi, Xi ha sottolineato che gli Stati Uniti devono «rispettare la Cina senza privare il Paese del suo legittimo diritto di svilupparsi». All’interno del discorso del presidente  sono tornati alcuni slogan come quello della cooperazione «win win» e il «senso di responsabilità storica» a cui secondo Xi sono chiamate Cina e Stati Uniti in quanto potenze mondiali.

Qin e Xi a Pechino, FONTE: ANSA

Dopo la rottura –  I rapporti tra Washington e Pechino si erano via via deteriorati negli ultimi mesi e il dialogo diplomatico tra le due potenze è rimasto interrotto a seguito delle tensioni sul piano commerciale e politico. Lo stesso Blinken aveva cancellato una visita in Cina prevista a febbraio, nel mezzo della querelle dei palloni spia cinesi rilevati nello spazio aereo americano.
La stretta di mano tra Blinken e Xi però c’è stata e Pechino sembra essere d’accordo  che comunicare con gli Stati Uniti serva a ridurre i rischi di escalation sul piano militare. Non solo. Secondo quanto riporta La Stampa, la due giorni del segretario americano servirebbe soprattutto a lavorare a un incontro tra il presidente Joe Biden e quello cinese il prossimo novembre.

Niente tappeto rosso – Domenica 18 giugno Blinken ha incontrato l ministro degli Esteri Qin Gang e il capo della diplomazia cinese Wang Yi. Con il ministro degli Esteri ha trascorso ben 5 ore (più 3 di banchetto informale) e nonostante la comunicazione tra i due sia stata definita da entrambi «sincera, approfondita e costruttiva» non sono stati raggiunti accordi. Taiwan resta il «rischio più importante» di una frattura completa dei rapporti nelle parole del ministro Qin.
Sui social media cinesi la visita di Blinken è stata seguita con partecipazione. Diversi utenti hanno notato che la proverbiale accoglienza cinese è mancata per il segretario statunitense, ricevuto senza il cerimoniale tappeto rosso dedicato ai leader stranieri. Altri sottolineano che la mancanza di accordi durante la due giorni era da attendersi perché «Blinken in fondo sa che gli Stati Uniti sono arroganti». Oltre agli svariati commenti nazionalisti c’è anche chi ammette che il vecchio Blinken sia «davvero attraente».