Come il traffico a Palermo, il problema sono le varianti. Non solo del virus, ma anche di approccio politico: quattro milioni di morti dopo la dichiarazione di pandemia dell’11 marzo 2020 da parte dell’Oms, la lotta al Covid è giunta a un nuovo bivio. Aprire o chiudere? La questione è sul tavolo e si procede in ordine sparso. C’è chi ancora non si fida, come Joe Biden, che della prudenza ha fatto il suo vessillo in campagna elettorale. Chi invece, come Boris Johnson, sopravvissuto lui stesso per miracolo al virus, vuole dimostrare che il Regno Unito è pronto per tornare alla vita di sempre dopo la sciagurata gestione della prima ondata. Chi invece sta nel mezzo, come l’Italia di Mario Draghi, preoccupata per la variante delta ma non troppo, in ossequio al vecchio adagio di Ennio Flaiano secondo cui spesso da noi  la situazione è grave ma non è seria. Di certo c’è un boom di nuovi casi a cui non ha fatto seguito una pari risalita di ricoveri o decessi. Anzi. Sarà l’effetto della campagna vaccinale, sarà una minore letalità della pur più contagiosa variante delta, sta di fatto che i morti stanno diminuendo.

Via le mascherine in Regno Unito –  Dal numero 10 di Downing Street, la residenza ufficiale del premier britannico, si fa sapere che «dovremo imparare a convivere con il virus e affinare la nostra capacità di giudizio». Sottotesto: grazie ai vaccini il Covid non uccide più. O, perlomeno, uccide meno, non più che un’influenza, con gli stessi effetti che erano stati auspicati agli albori della prima, tragica ondata. I casi sono in aumento del 66 per cento, ma i morti, che appartengono tutti alla categoria dei non vaccinati, non superano la decina. Dopo aver incassato la conferma da parte della Uefa a far disputare la final four di Euro 2020 nel tempio calcistico di Wembley, con più di 60mila spettatori, Johnson non lascia ma raddoppia: secondo indiscrezioni in Regno Unito si va verso lo stop completo delle restrizioni anti Covid. La data segnata in rosso è il 19 luglio, il Freedom Day: da allora non sarà più obbligatorio l’uso della mascherina al chiuso, nei negozi e sui mezzi pubblici (all’aperto in Gran Bretagna non era stata mai imposta). Sparirà la regola sul distanziamento sociale (il che vuol dire che pub e cinema potranno operare a capacità piena e le discoteche riapriranno), cadrà la raccomandazione di lavorare da casa, consentendo il ritorno negli uffici. Le restrizioni decadranno a prescindere – e questa è la notizia più significativa – dal numero dei contagi: un’ulteriore riprova della fiducia, da parte delle istituzioni d’Oltremanica, nell’efficacia dei vaccini (in Regno Unito l’87% della popolazione ha ricevuto almeno la prima dose, e il 68% ha completato il processo di immunizzazione) così come nella minore letalità della variante delta.

La prudenza di Biden – «Il Covid non è stato ancora sconfitto». Il presidente degli Stati Uniti Biden non ha usato mezzi termini per spiegare alla nazione come la strada da percorrere per sconfiggere il virus. sia ancora lunga. Gli Usa hanno pagato il dazio maggiore dall’inizio della pandemia, con oltre 33 milioni di casi e 605mila morti. Tuttavia la tendenza dell’ultima settimana mostra una decisa diminuzione dei decessi. Il 3 luglio sono stati ottantasei, a fronte di un numero di contagi che, per tutta la settimana precedente, si è assestato sempre sopra quota 11mila. Un caso? No, secondo Biden: ma il merito sarebbe da attribuire integralmente alla campagna vaccinale che procede spedita negli Usa, piuttosto che a una minore letalità della variante Delta. Il presidente si è detto preoccupato per la diffusione del contagio, e ha invitato tutti i cittadini a compiere «la più patriottica delle azioni: vaccinarsi». Il consulente medico del governo Anthony Fauci ha spiegato come «Il 99,2% delle persone che hanno perso la vita negli Stati Uniti per complicanze riconducibili al coronavirus non erano vaccinate». Tuttavia, alla Casa Bianca sembrano concordare: gli Stati Uniti hanno preso il sopravvento sul Covid. Anche se, appunto, “la strada è ancora lunga”.

Italia nel limbo – E l’Italia? A metà del guado. Fiducia nei vaccini ma prudenza ancora massima: l’analisi della curva dei contagi è ancora la stella polare che guida le scelte del nostro esecutivo. Dovesse risalire si tornerebbe all’antico, ad esempio ripristinando l’obbligo delle mascherine all’aperto e del coprifuoco, decaduto il 28 giugno. «Il nostro Paese attraversa una fase diversa. La situazione è cambiata, ma il rischio è ancora alto. Lo ha detto, citando i dati di ospedalizzazioni e terapie intensive, il ministro della Salute Roberto Speranza alla conferenza programmatica del Psi. Il ministro ha ribadito come serva però “massima attenzione anche alla luce di una presenza di nuove varianti che non ci fanno stare tranquilli” aggiungendo che «la partita è ancora tutta da giocare» e  «l’epidemia non è chiusa». Anche se, come già scritto qui, la situazione degli ospedali e dei decessi mostra continui segni di miglioramento. Delta o non delta.