Nelle prossime ore, il Movimento cinque stelle deciderà tramite le consultazioni online se correre insieme al centrosinistra di Pierfrancesco Majorino alle prossime elezioni in Lombardia. L’esito del voto, che avviene sulla piattaforma Skyvote dalle 10 alle 22 del 16 dicembre, non è affatto scontato. Dopo la caduta del governo Draghi  il dialogo con il Partito democratico si è interrotto e una parte dei pentastellati continua a preferire per il Movimento una politica senza alleanze. Come ha detto a chiare lettere Giuseppe Conte nel video appello agli iscritti per le consultazioni, però, sostenere Majorino significa avere «maggiori chance di superare il centrodestra».

Nicola Di Marco, capogruppo M5s in Regione Lombardia

Della stessa opinione è Nicola Di Marco, capogruppo M5s al Consiglio regionale della Lombardia. Intervistato da La Sestina, Di Marco ha ribadito che l’alleanza con Majorino sarebbe un «percorso naturale», nonché l’unico modo per «tentare di mettere fine a 28 anni di centrodestra in Lombardia».

Giuseppe Conte ha parlato di una coalizione con il centrosinistra su cinque punti programmatici. Che tipo di alleanza è quella tra M5s e Pd in Lombardia?
Il Movimento cinque stelle è in Consiglio regionale da quasi dieci anni. Alle elezioni del 2013 e 2018 siamo sempre arrivati sopra il 10%, un risultato importante per noi, che però aveva anche il traino delle campagne nazionali. In questo periodo abbiamo lavorato a fianco del Partito Democratico, che da 28 anni è all’opposizione. Con il percorso politico intrapreso da Giuseppe Conte, il M5s vuole collocarsi in un’area progressista, che parla anche a un mondo civico e associativo. L’idea è sempre stata quella di slegare la Regione Lombardia dalle dinamiche nazionali e costruire un cammino comune che potesse trasformarsi in una coalizione. Abbiamo stilato un documento in cui c’è stata una mediazione ma anche una condivisione di intenti, che ha dato la possibilità a Majorino di proporsi come garante.

Le elezioni regionali lombarde riaprono un dialogo con il centrosinistra che sembrava chiuso. Come si è arrivati a questo accordo?
Il dibattito politico dopo la caduta del governo Draghi ha portato contrasti e raffreddamento dei rapporti. In autunno, la girandola di nomi proposta dal centrosinistra ci ha lasciato perplessi. L’apertura su Letizia Moratti è stato uno dei momenti di maggiore distanza rispetto a quel fronte. Poi però abbiamo condiviso nuovamente la direzione politica da intraprendere. Abbiamo provato a creare un programma tenendo da parte i nomi. Se ci fosse stata Moratti, oggi avremmo il nostro presidente, diverso dalla coalizione di centrosinistra. La presenza di Majorino ci ha permesso di sederci con maggiore serenità al tavolo.

Crede che le consultazioni online avranno un esito favorevole?
Penso che questo possa succedere, perché il lavoro è stato serio e non incentrato sui singoli. In questo momento, l’utilità collettiva è quella di far terminare l’esperienza di governo di centrodestra e restituire ai cittadini della Lombardia una serie di servizi che oggi sono mal gestiti. Penso alla sanità, all’agricoltura e all’ambiente ma anche al trasporto pubblico e alle case popolari. Attualmente 50mila nuclei sono senza risposta rispetto alla graduatoria che riguarda gli alloggi pubblici. Noi semplicemente vorremmo portare un’altra visione di Regione Lombardia. Non vogliamo proseguire con la privatizzazione, ma investire maggiormente sul pubblico. Dal mio punto di vista, la possibilità di mettere fine a 28 anni di centrodestra c’è.

+Europa ha annunciato che non sosterrà Majorino se correrà insieme al M5s. Cosa ne pensa?
Quando abbiamo iniziato questo dialogo con le forze alternative al centrodestra ci siamo seduti con tutti, incluso Azione e i partiti che non hanno attualmente rappresentanza. A tutte le forze politiche, abbiamo detto di non volere porre veti ma lavorare con chi rispettasse i nostri valori. L’abbiamo fatto anche con +Europa. Con esponenti come Michele Usuelli, abbiamo condiviso ad esempio il decreto contro l’omotransfobia. Grazie a una mozione approvata a voto segreto, per la prima volta abbiamo portato sul palco dello scorso Pride un rappresentante con la fascia verde istituzionale. Che Benedetto della Vedova dia un aut aut alla coalizione dicendo che non gradiscono nostra presenza non ci interessa. Per noi il problema in Regione non è il M5s ma un governo di centrodestra. Penso che Attilio Fontana sia stato uno dei peggiori presidenti in generale.

Correre con il centrosinistra è l’unica strada per il M5s in Lombardia?
Noi gruppi del centrosinistra condividiamo l’idea di trovarci di fronte a straordinari fallimenti del centrodestra, ai quali bisognava provare a dare un’alternativa politica altrettanto straordinaria. Dal mio punto di vista, le alleanze si fanno se ci sono le garanzie e anche razionalmente sulla base della legge elettorale. Quello lombardo è un sistema maggioritario a turno unico che premia le coalizioni. I numeri dicono che se vuoi provare a governare devi sederti con le persone che possono condividere il più possibile la tua idea.

Palazzo della Regione Lombardia (Foto/ ShareAlike 4.0)

Pensa che la ripresa delle trattative fra M5s e centrosinistra possa ripetersi al livello nazionale?
Non so dire se sia replicabile. Penso che per un dialogo con il Partito democratico sia necessario un cambio dell’attuale squadra dirigente. Dal mio punto di vista, quella vigente ha dimostrato di avere dei problemi sia nella traiettoria politica sia nella lealtà rispetto a un percorso. Sappiamo che tipo di figura è Giuseppe Conte, lo ha dimostrato nel corso del governo Conte due. Ha sempre detto che aveva avuto maggiore coesione in quel mandato perché c’era un progetto unitario di visione sulla società. Questa condivisione di intenti è stata mandata all’aria con un sostegno incomprensibile nei confronti del governo Draghi, che dal nostro punto di vista non stava andando nella direzione giusta. Penso che il Movimento cinque stelle sia disponibile sempre a dialogare, ma queste forze politiche devono chiarirsi sul campo in cui vogliono stare, soprattutto sulle questioni sociali e ambientali.