Nove morti, quattromila sfollati, altre 13mila persone che hanno lasciato le loro case per precauzione e 27mila senza elettricità. In 48 ore al 112 sono arrivate 7mila richieste di aiuto. In Emilia-Romagna si cerca di fare un bilancio delle alluvioni che hanno devastato le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna, ma l’emergenza non è finita. In tutto sono 21 i fiumi che hanno rotto gli argini e la mattina del 18 maggio l’acqua ha invaso le strade di Cervia e Lugo (Ravenna). L’allerta rossa per maltempo in Emilia-Romagna è stata estesa di un altro giorno. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini, ospite nella puntata del 17 maggio di Agorà su Rai 3, ha fatto una prima stima dei danni: «La portata della devastazione è quella di un altro terremoto», ha detto, ricordando il sisma del 2012, «saranno danni quantitativamente minori ma di qualche miliardo di euro. Come per il terremoto, ricostruiremo tutto».

Allagate Lugo e Cervia, l'emergenza continua

I danni causati dall’alluvione per l’esondazione di un fiume, a Lugo in Provincia di Ravenna, 18 maggio 2023. (Ansa/Emanuele Valeri)

I danni all’agricolturaColdiretti ha calcolato che 5mila aziende agricole siano finite sott’acqua. Tra animali annegati, decine di migliaia di ettari di viti, kiwi, susine, pere, mele, ortaggi e cereali allagati e macchinari rovinati dall’acqua, i danni sono ingenti. «Una fetta enorme dell’eccellenza romagnola viene spazzata via» dice Luigi Bosi, vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura Emilia-Romagna. «Le piante venivano da un forte periodo di stress perché hanno avuto le radici a bagno. L’acqua era appena defluita e torniamo nella stessa condizione. In questo modo c’è la probabilità molto alta che le piante muoiano. Per quanto riguarda gli ortaggi, invece, si vedono già dei campi morti». Ai danni alle colture si aggiunge la morte di due agricoltori a Ronta di Cesena: Palma Maraldi e Sauro Manuzzi, titolari di un’azienda agricola, sono stati travolti dal fiume Savio. Erano usciti, racconta il Corriere della Sera, per controllare i loro animali e l’impresa.

Lo stato d’emergenza – Il governo affronterà l’emergenza maltempo in un Consiglio dei ministri (Cdm) martedì 23 maggio, al rientro di Giorgia Meloni dal Giappone, dove la presidente del Consiglio si trova per il G7 che terminerà domenica 21. Il Cdm dichiarerà lo stato di calamità per l’Emilia-Romagna e prenderà i primi provvedimenti. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha anticipato a Rai Radio 1 che il governo sospenderà mutui e obblighi fiscali nelle zone colpite. Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci proporrà invece di stanziare 20 milioni di euro, che si aggiungerebbero ai 10 milioni già assegnati all’Emilia-Romagna a inizio maggio, quando un evento metereologico simile aveva colpito la regione. Bonaccini, però, chiede anche un commissario straordinario.

Gli eventi estremi in aumento – «Il 2-3 maggio in 36 ore cadde l’acqua di 4 mesi, ieri e l’altro ieri in 36 quella di sei mesi: in quattro giorni è caduta l’acqua di un anno e ci sono ancora alcuni allagamenti perché l’acqua è caduta su un terreno che non riesce ad assorbire nulla». Con queste parole il presidente dell’Emilia-Romagna ha riassunto ad Agorà il maggio da dimenticare della sua regione. «L’Italia è un paese che nel dopoguerra ha investito molto poco sulla prevenzione, quindi bisogna recuperare un ritardo storico» ha proseguito Bonaccini. «Il surriscaldamento del globo comporta che questi fenomeni accadano ormai quasi ogni settimana: dobbiamo inquinare meno per evitare il riscaldamento del globo e avere un piano di lotta al dissesto idrogeologico». Il report dell’Osservatorio CittàClima 2022 di Legambiente conferma: gli eventi metereologici estremi sono in aumento e l’Italia «continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse economiche spese per i danni provocati da eventi estremi».