Il governo al Senato per il voto di fiducia del 26 ottobre (Ansa/Claudio Peri)

Il governo rivedrà il tetto all’uso del contante. Lo ha annunciato Giorgia Meloni n Senato durante la replica sulla questione di fiducia, dopo che la Lega ha depositato alla Camera dei deputati un progetto di legge, a prima firma Bagnai, che intende alzare il limite massimo a 10 mila euro. Quello del contante è sempre stato un tema caldo per il centrodestra. Ma la chiara volontà di Giorgia Meloni di andare in questa direzione – “confermo, metteremo mano al tetto al contante” – va letta anche nella chiave della competizione interna alla maggioranza: una gara ad intestarsi per primi i temi più cari al proprio elettorato di riferimento.

La proposta – Per ora la proposta è ancora da definire nei dettagli. L’idea è quella di estendere il limite dagli attuali 2 mila euro a 10 mila, ma con gradualità. Alcune fonti di maggioranza parlano di 3 mila euro come primo punto di caduta, 2 mila euro sotto la media europea. Dal primo gennaio 2023 si sarebbe dovuto scendere a mille euro, dopo che nella scorsa legislatura Lega e FI votarono un emendamento al Milleproroghe proposto da Fratelli d’Italia in cui si faceva slittare di un anno l’entrata in vigore della nuova misura, in origine prevista per il 2022. Con la prossima legge di bilancio la soglia cambierà ancora. La proposta sarebbe in linea con una lettera inviata nel 2019 dalla Bce al governo Conte II e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, rivelata allora da La Verità, secondo cui limiti troppo restrittivi all’utilizzo del contante sarebbero controproducenti.

Contanti ed evasione – Il punto più critico della proposta, su cui Pd e 5 stelle annunciano barricate, è quello del rischio di evasione fiscale, che sarebbe favorita dall’allenamento dei limiti di utilizzo delle banconote. Non è dello stesso parere Giorgia Meloni. Che anzi rilancia e critica la natura  troppo “ideologica” della discussione. E per dimostrare come non ci sia “correlazione tra limite del contante e diffusione dell’economia sommersa” riprende delle affermazioni di Pier Carlo Padoan, ex ministro delle Finanze dei governi Renzi e Gentiloni e attuale presidente di Unicredit, secondo cui in Paesi senza limite non si registrerebbero alti livelli di sommerso. Ma uno studio pubblicato nell’ottobre dello scorso anno da Bankitalia evidenzia invece come un aumento dell’1% delle transazioni in contanti porti ad un incremento tra lo 0,8 e l’1,8% dell’economia illegale. Un livello ragguardevole, in un Paese in cui l’economia sommersa ammonta a oltre cento miliardi di euro annui.

Le modifiche – In Europa ognuno fa da sé. Dalla Grecia, con il tetto a soli 500 euro, alla Croazia con i suoi 15 mila fino a Paesi come Germania, Austria, Irlanda o Paesi Bassi in cui un limite nemmeno esiste. In Italia il tema ha avuto parecchia fortuna nel dibattito pubblico e ha interessato praticamente ogni governo. Mario Monti con il decreto Salva Italia aveva portato a mille euro il limite massimo di spesa in contanti, nell’ottica di far riemergere il sommerso e far respirare la finanza pubblica. Poi il governo Renzi aveva deciso rialzare l’asticella a 3 mila euro. L’attuate limite di 2 mila euro era stato deciso dal secondo governo Conte ed abbassato a mille da Mario Draghi, anche se dilazionato al 2023 per il blitz del centrodestra di governo.  Ora il tetto al contante cambierà ancora.