Il rigoroso rispetto del distanziamento sociale nell’assegnazione dei posti e l’obbligo di indossare le mascherine non sono riusciti ad affievolire il fascino del Teatro alla Scala. Lampadari di cristallo, specchi e velluto rosso rendono il tempo sospeso in un’altra epoca. In questo 2021 pandemico il tempio della danza e dell’opera ha ospitato per la prima volta la cerimonia di apertura del Prix Italia, giunto alla sua settantatreesima edizione. Il concorso Rai – che vede la partecipazione dei migliori produttori di contenuti audio, video e web – quest’anno si fonda non a caso sul “rinascimento” della cultura. “Rebuilding Culture and Entertainment Media’s Role for a New Start” è infatti il tema principale di una serie di eventi che si terranno tra il 14 e il 18 giugno al palazzo delle Stelline. Tra i protagonisti anche gli studenti della scuola di giornalismo Walter Tobagi in veste di giurati e videomaker.
La Rai a Milano – «Devono cambiare i media, deve cambiare la politica, deve cambiare la televisione. La Rai ha un ruolo fondamentale nel nostro Paese e per questo credo nel connubio tra Rai e Milano». L’intervento del sindaco della città Beppe Sala ha il retrogusto di una polemica. È solo di inizio mese la notizia che il Cda di viale Mazzini sia intenzionato a potenziare la sede di Milano con un nuovo centro di produzione al Portello. Il progetto, a quanto pare, ha già fatto discutere Roma. La questione aveva già ricevuto un secco no del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: «L’audiovisivo è radicato nel territorio».
Lotta ai no vax – Sul palco del teatro è intervenuta anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha riportato l’attenzione sul ruolo etico dei media: «C’è una grossa differenza tra il servizio pubblico e le informazioni discordanti che generano incertezza e instabilità – ha detto la seconda carica dello Stato – questo non ha fatto altro che influire negativamente sulla campagna vaccinale».
Ripartire dalla cultura – «Abbiamo vissuto un lungo periodo di inattività forzata ma vogliamo ripartire dalla cultura su cui si fonda la nostra storia», queste le parole di Annalisa Bruchi, giornalista e Segretaria generale del Prix. La cultura di cui l’Italia è ricca come primo tassello della ricostruzione. Questo è il concetto ricorrente in tutti gli interventi. Il sovrintendente alla Scala Dominique Meyer ha ricordato che il teatro non si è mai davvero fermato: «Da settembre abbiamo fatto più di 100 spettacoli, senza la Rai non avremmo potuto. Però senza gli spettatori non siamo nulla». E il presidente Marcello Foa ha definito questo nuovo inizio come «un momento di unione istituzionale in cui la bellezza culturale dell’Italia deve tornare a splendere nel mondo».
Gli omaggi – Non sono mancati brevi video a omaggio di due personalità che hanno segnato la cultura italiana esportandola in tutto il mondo. Per la danza l’étoile Carla Fracci, a cui la Scala ha dato il suo ultimo saluto lo scorso 28 maggio. «Molto generosa e toccante con i giovani», così la ricorda Meyer. Per la musica il maestro Ennio Morricone è tornato virtualmente in teatro con la proiezione di un estratto del suo ultimo concerto.