Il primo ministro israeliano e leader del partito Likud Benjamin Netanyahu dopo i primi exit poll delle elezioni 2019 EPA/ABIR SULTAN

Benjamin Netanyahu non sarà più (forse) il primo ministro israeliano dopo 12 anni. I principali partiti di opposizione hanno trovato l’accordo per formare un esecutivo di coalizione anti-Bibi. Ci sarà una staffetta per la guida dell’esecutivo: il conservatore Naftali Bennett sarà il premier per il primo biennio e verrà sostituito dal centrista Yair Lapid per i restanti due anni di legislatura. Ora la Knesset, il parlamento israeliano, dovrà approvare l’accordo che potrebbe dare vita a una nuova fase politica. Ma il 2 giugno è stato anche il giorno di Isaac Herzog. Con il voto favorevole di 87 parlamentari su 120, Herzog è stato eletto nuovo presidente di Israele e subentrerà a Reuven Rivlin il 9 luglio.

La telefonata in extremis – A mezz’ora dalla scadenza del mandato del presidente Rivlin, il centrista Yair Lapid lo ha avvisato che il nuovo governo era pronto. Ci è voluto un lungo negoziato per mettere d’accordo le otto fazioni che formeranno la coalizione. C’è la destra nazionalista (Yamina, Casa Nostra e Nuova Speranza), ci sono i centristi di Yesh Atid e Blu e Bianco, ci sono i Laburisti, la sinistra di Meretz e il partito islamico Ra’am. Tra dieci giorni la Knesset sarà chiamata a dare la fiducia al nuovo esecutivo, che dovrà fare i conti con una maggioranza risicata (solo 61 parlamentari). La votazione favorevole in parlamento è tutt’altro che scontata: alcuni deputati di Yamina si sono già dichiarati contrari alla formazione del nuovo esecutivo e in ogni caso le questioni più scottanti, in particolare l’atteggiamento da tenere verso i nuovi insediamenti ebraici in territorio palestinese e più in generale i rapporti con la minoranza araba, restano ancora nel vago. I Laburisti e Yamina si sono contesi anche la presidenza della Commissione che nomina i magistrati. Anche qui ci sarà rotazione: per i primi due anni toccherà a Ayalet Shaked (Yamina) e poi sarà il turno di Marav Michaeli (Laburisti).

Chi è Naftali Bennett – Kippah in testa e un conto a più zeri in banca. Bennett, 49 anni, leader del partito di destra Yamina (Verso Destra), è diventato multimilionario dopo aver venduto nel 2005 la sua azienda di software antifrode Cyota per 145 milioni di dollari. A lungo considerato un “protetto” di Netanyahu, Bennett è stato il suo capo di gabinetto all’opposizione nel 2006. Nato ad Haifa da immigrati americani, ha lasciato il Likud nel 2012 per unirsi prima al partito La Casa Ebraica e poi a Nuova Destra. Nel 2019 ha fondato Yamina, una coalizione con altri partiti conservatori. Nonostante la separazione dal partito di Netanyahu, Bennett ha ricoperto diverse cariche. È stato ministro dell’Economia, dei Servizi Religiosi, per la Diaspora, dell’Istruzione e, per ultimo, della Difesa. Bennett intercetta l’elettorato dei coloni ma anche qualche centrista deluso. Anche se negli anni è stato a favore dell’annessione della Cisgiordania potrebbe mitigare le spinte espansioniste per garantire la stabilità del nuovo governo di coalizione.

Chi è Yair Lapid – Ex attore, giornalista televisivo e perfino cantante. Lapid, 57 anni, è un volto noto del mondo mediatico israeliano. Nel 2012 ha deciso di lasciare la carriera davanti alla telecamera per entrare in politica. Ha fondato il suo partito laico centrista Yesh Atid (C’è un futuro) e tra il 2013 e il 2014 è stato ministro delle Finanze del governo Netanyahu. I due non si sono lasciati in buoni rapporti e Lapid si è schierato in forte opposizione alle politiche di Bibi. Il futuro premier israeliano è cautamente favorevole alle trattative con i palestinesi per la creazione di uno Stato indipendente. «Il nuovo governo farà tutto il possibile per unire le componenti della società israeliana – ha detto Lapid – Il nostro impegno è di metterci al servizio di tutti i cittadini di Israele, inclusi quanto non sostengono questo governo».

Il nuovo presidente d’Israele Isaac Herzog, al tempo leader laburista a Gerusalemme, Israele, 28 marzo 2016. EPA/ABIR SULTAN

Il nuovo presidente – Isaac Herzog, 61 anni, per gli amici “Bougie”, è un figlio “illustre”: suo nonno Yitzhak Halevi è stato il primo rabbino capo ashkenazita (ebrei originari dell’Europa centrale e orientale) d’Israele; il padre Chaim è stato il sesto presidente d’Israele; lo zio Abba Eban è stato ministro degli Esteri di Golda Meir. Tra il 2013 e il 2017 Herzog è stato la guida del partito laburista e ha messo la questione palestinese al centro del suo programma elettorale. Ex ufficiale dell’intelligence, il politico e avvocato è stato più volte ministro (Welfare, Diaspora, Edilizia pubblica e Turismo). «Sarò il presidente di tutti. Darò ascolto a qualsiasi posizione e a qualsiasi persona», ha commentato Herzog, che ha anche sottolineato l’importanza di “costruire ponti” nella società isrealiana.