Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno gli Stati Uniti hanno attaccato tre siti nucleari iraniani. Il bombardamento è avvenuto con l’utilizzo di 20 missili e 14 bombe, tra cui le rinomate “Bunker Booster”, ovvero quelle che possono penetrare in profondità sottoterra e danneggiare quindi i siti nucleari iraniani più protetti (come vi abbiamo spiegato qui). L’operazione, denominata “Midnight Hammer” ha interessato i siti di Fordo, Natanz e Isfahan, e secondo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha «completamente e totalmente annientato» le capacità iraniane di arricchire l’uranio, ma non sappiamo ancora se è davvero così. Il bombardamento americano è avvenuto dieci giorni dopo l’offensiva israeliana su Teheran con l’obiettivo di distruggere il programma di arricchimento nucleare iraniano che, come riportato dal Wall Street Journal, era stato pianificato da mesi e avrà una durata di 14 giorni.
Secondo Donald Trump e Benjamin Netanyahu l’azione in Iran apre a nuove opportunità di accordi. L’intenzione sarebbe quella di portare le parti ad un tavolo di trattativa, anche se l’immediata risposta dell’Iran smentisce questa visione. Teheran ha infatti annunciato che, qualora gli Stati Uniti avessero attaccato, ogni obiettivo americano nella regione sarebbe stato considerato «legittimo».
Ore 13.00 – Iran, ecco cosa non sappiamo sull’attacco americano
Con l’operazione “Martello di Mezzanotte” alla fine Donald Trump ha deciso. Gli Stati Uniti hanno attaccato tre siti nucleari iraniani nella notte tra il 21 e il 22 giugno: a colpire gli obiettivi Fordow, Natanz e Isfahan sono stati in totale 14 bombe bunker-buster(indipensabili per distruggere obiettivi sepolti sotto le montagne) e diversi missili Tomahawk. Il presidente Usa ha scritto sul suo social Truth di aver «completamente e totalmente distrutto» i tre siti. Nessun dubbio per Trump: «Tutti i centri nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come mostrato dalle immagini satellitari. Annientamento è un termine esatto!». Dall’altra parte, i vertici di Teheran negano di aver subito danni significativi al loro programma nucleare. Nessuno sa ancora quale sia la verità, solo nei prossimi giorni le intelligence dei paesi coinvolti elaboreranno dei rapporti per chiarire l’impatto dell’attacco americano. In questo articolo vi raccontiamo cosa sappiamo e cosa ancora non sappiamo di quello che sta succedendo in Iran.
Ore 12.46 – Israele, colpita Evin per liberare i dissidenti
Secondo una fonte israeliana rimasta anonima, l’attacco dei caccia dell’Iaf ai cancelli della prigione di Evin a Teheran rientra nel tentativo di liberare i dissidenti nel quadro di una eventuale protesta interna murata a far cadere l’attuale governo in Iran. L’obiettivo è quello di indurre gli ayatollah ad accettare di porre fine alla guerra e trattare sul nucleare. Si prevede inoltre che in giornata e nella notte i caccia israeliani intensificheranno gli attacchi contro l’Iran per raggiungere più velocemente risultati altari importanti e di conseguenza politici. Dall’Iran arrivano dichiarazioni contrarie. In un messaggio su X della magistratura iraniana Mizan Online infatti, si legge che «nell’ultimo attacco del regime sionista a Teheran, purtroppo, alcuni proiettili hanno colpito il carcere di Evin, causando danni alla struttura, ma la situazione nel penitenziario rimane sotto controllo e le voci dei media del Mossad riguardo a disordini e sparatorie all’interno della struttura non sono vere». Ricordiamo che il carcere di Evin è la struttura in cui alla fine del 2024 era stata rinchiusa Ceclia Sala, giornalista del Foglio e di Cora Media.
Ore 12.45 – Come l’Iran potrebbe rispondere all’attacco americano
Il ministro degli Esteri Abbas Araghci ha fatto sapere che «tutte le opzioni sono sul tavolo» e il presidente Maosud Pezeshkian ha detto che «gli Usa pagheranno per la loro aggressione». Secondo quanto riportato da NBC News, durante il G7 in Canada dello scorso 16 giugno, a Donald Trumpera già arrivato un avvertimento da parte dell’Iran: un attacco al nucleare di Teheran avrebbe potuto attivare cellule terroristiche dormienti negli Stati Uniti e nei territori da loro controllati. Ve lo raccontiamo in questo articolo.
Ore 12.31 – Bruxelles: prezzi energia volatili
«Monitoriamo sempre molto attentamente l’evoluzione dei prezzi delle fonti energetiche. Ovviamente su questo tema al momento c’è una specifica attenzione perché negli ultimi due giorni i prezzi sono stati molto volatili». Lo ha detto la portavoce della Commissione europea Paula Pinho nel corso dell’incontro quotidiano con la stampa. Il riferimento è alle evoluzioni geopolitiche del fine settimana che può comportare la chiusura dello stretto di Hormuz e gli effetti che avrebbe sulle quotazioni del petrolio.
Ore 12.25 – Meloni sente Mattarella e i leader europei
Domenica 22 giugno. Erano da poco passate le due di notte quando il presidente americano Donald Trump ha annunciato l’attacco statunitense ai siti nucleari iraniani. Un intervento considerato plausibile, ma del quale l’Italia, così come quasi tutti gli altri alleati europei, non era stata informata. Solo l’inglese Keir Starmer e il tedesco Friedrich Merz avevano ricevuto una comunicazione dalla Casa Bianca poco prima del raid. Un’offensiva seguita da vicino dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nella mattinata di domenica ha convocato una conferenza telefonica con i ministri interessati e i Servizi segreti. Ve lo raccontiamo in questo articolo.
Ore 12.15 – Idf, colpito quartier generale delle Guardie della rivoluzione
Secondo quanto riportato da un portavoce dell’Idf, alcuni attacchi israeliani sono in corso al quartier generale delle Guardie della Rivoluzione a Teheran.
Ore 12.13 – Non si sa dove sia l’uranio arricchito iraniano
Secondo quanto riportato dal New York Times, rimangono dubbi su quale sia lo stato delle riserve iraniane di uranio arricchito, quello che podrebbe essere usato per produrre le bombe atomiche e che Israele e gli Stati Uniti vogliono distruggere. Le scorte iraniane di uranio arricchito al 60 per cento (molto più arricchito di quello usato nelle centrali elettriche, e molto vicino al livello necessario per le armi) consistevano in 408,6 chili di materiale, che sempre secondo secondo il New York Times occupa abbastanza poco spazio da essere trasportato in 10 automobili. Gli Stati Uniti dicono che probabilmente sono state distrutte nei loro attacchi, mentre il capo dell’AIEA (l’agenzia dell’ONU per l’energia atomica) Rafael Grossi ha detto che erano state spostate prima. Non è ancora chiaro quanto siano state compromesse le capacità dell’Iran di arricchire ulteriormente l’uranio.
Ore 12.10 – Israele ha bombardato diversi luoghi simbolici in Iran
L’esercito israeliano si è mosso e ha colpito la prigione di Evin, dove dove vengono detenuti in condizioni disumane migliaia di oppositori politici e alla fine del 2024 era stata detenuta anche la giornalista italiana Cecilia Sala. Gli attacchi sono stati confermati sia da Israele sia dai media iraniani. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz ha detto che l’intento era proprio quello di colpire gli obiettivi legati al regime teocratico che governa l’Iran. Ha chiarito inoltre che a Evin sono stati evitati gli edifici in vivono i detenuti, ma sono stati colpiti la porta e alcune aree amministrative.
Videos sent to Iran International show the moment Tehran’s Evin Prison was struck by an Israeli air strike on Monday. pic.twitter.com/NPhZ2upLGs
— Iran International English (@IranIntl_En) June 23, 2025
Ore 12.05 – Avvertimento iraniano ignorato da Donald Trump?
L’Iran aveva avvertito Donald Trump che, se fosse stato attaccato, avrebbe attivato attacchi con cellule dormienti all’interno degli Stati Uniti. Lo scrive Nbc aggiungendo che, in base alle sue fonti, il messaggio è arrivato a Trump tramite un intermediario durante il vertice del G7 in Canada la scorsa settimana. L’amministrazione Usa è ora in massima allerta per una qualsiasi ritorsione all’interno dello stato.
Ore 12.02 – Missili in arrivo dall’Iran su Israele
Mattinata di scontri tra Iran e Israele. Reuters parla di missili intercettati sopra Gerusalemme e di diverse esplosioni sentite in lontananza. L’IDf intanto ha identificato diversi missili in arrivo dall’Iran, intercettati dal sistema di difesa.
Ore 12.00 – Araghchi e Putin per l’indipendenza dell’Iran
Prosegue l’incontro tra il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il presidente russo Vladimir Putin. Secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax, il ministro iraniano ha dichiarato che l’Iran ritiene illegittimi gli attacchi di Israele e degli Usa e sta difendendo in modo legittimo la propria indipendenza.
#Iran‘s Foreign Minister Araghchi met #Russia‘s President Putin today on Monday in Moscow. https://t.co/wB7wrBXNLg pic.twitter.com/ukXgYjem1X
— Iran Nuances (@IranNuances) June 23, 2025
Ore 11.50 – Al Cremlino si condanna il raid di Israele e degli Usa
Nel corso del colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro iracheno Mohammed al-Sudani, i due hanno condannato gli attacchi israeliani e americani contro l’Iran, affermando che «violano gravemente la Carta delle Nazioni Unite e altre norme di diritto internazionale e sono gravidi di conseguenze estremamente pericolose e imprevedibili per la stabilità della regione e per l’intero sistema di sicurezza globale». Queste dichiarazioni fanno eco a quelle della Corea del Nord, che nella giornata di domenica aveva citato la Carta delle Nazioni Unite per accusare gli Stati Uniti di un attacco indiscriminato.
Ore 11.46 – Israele attacca la tv pubblica iraniana
Nuovo attacco israeliano contro la tv pubblica dell’iran (Irib), secondo notizie di fonte iraniana riprese anche dai canali degli oppositori all’estero. Un missile lanciato oggi risulta aver colpito un edificio di Teheran che ospita strutture tecniche dell’emittente da cui dipendono le trasmissioni dei canali 1 e 5, nonché di Quranic, palinsesto d’informazione religiosa islamica.
Ore 11.43 – Aiea, danni significativi nei tunnel di Fordow
Contrariamente a quanto dichiarato dal governo di Teheran, secondo quanto affermato dal responsabile dell’organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite Rafael Grossi, i bombardamenti americani hanno probabilmente causato danni ingenti alle aree sotterranee dell’impianto iraniano di arricchimento dell’uranio di Fordow, anche se nessuno può ancora determinarne l’entità. Secondo il Times Of Israel, che riporta la notizia, durante una riunione di emergenza del Consiglio dei governatori dell’Aiea Grossi ha anche affermato che «Dato il carico esplosivo utilizzato e la natura estremamente sensibile alle vibrazioni delle centrifughe, si prevede che si siano verificati danni molto gravi».
Ore 11.40 – In corso i colloqui al Cremlino tra Russia e Iran
É attualmente in corso il colloquio tra il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Secondo Putin: «L’aggressione non provocata contro l’Iran non ha motivi né giustificazioni»; Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha invece dichiarato all’agenzia Interfax che «Un cambio di regime in Iran non può avvenire per decisione di “Paesi terzi”. Crediamo che solo il popolo di un Paese abbia il diritto di decidere il destino della leadership di quel Paese, ma in nessun caso Paesi terzi o la leadership di Paesi terzi dovrebbero farlo».
Ore 11.35 – Aiea chiede accesso a scorte di uranio arricchito all’Iran
Il direttore generale dell’Agenzia Internazionale Rafael Grossi per l’energia atomica ha chiesto l’accesso ai siti nucleari iraniani per determinare la sorte delle scorte di uranio arricchito a un livello prossimo alla soglia di progettazione per una bomba atomica. «Dobbiamo consentire agli ispettori di tornare sul sito e fare un inventario delle scorte di uranio, in particolare dei 400 kg arricchiti al 60%». Ha aggiunto che Teheran gli aveva inviato una lettera il 13 giugno in cui si segnalava l’attuazione di “misure speciali per proteggere apparecchiature e materiali nucleari”.
Ore 11.30 – Si avvicinano Iran e Russia: in arrivo una lettera per Putin
Ali Khamenei ha scritto una lettera per Vladimir Putin, nella quale chiede maggior sostegno alla Russia. Lo scrive Reuters sul proprio sito aggiungendo che il ministro degli Esteri iraniano Abbas Arranchi consegnerà oggi lo scritto al presidente russo. Secondo fonti iraniane, l’Iran non è rimasto finora impressionato dal sostegno della Russia e vorrebbe che Putin facesse di più per sostenerlo contro Israele e Stati Uniti
Ore 11.25 – Nuovo attacco al sito nucleare di Fordow
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Tasnim, Israele ha attaccato nuovamente il sito nucleare di Fordow, a sud della capitale Teheran. L’agenzia cita un portavoce dell’autorità di gestione della crisi nella provincia di Qom, dove si trova il sito.
Ore 11.20 – Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani prosegue nel dialogo con Israele
La nostra è una posizione diversa dalla Spagna: per noi è fondamentale avere un dialogo con Israele. Grazie a questo dialogo siamo riusciti a portare fuori dalla Striscia quasi 1000 persone. Siamo gli unici che siamo riusciti a far entrare a Gaza un convoglio dell’Onu. Avendo un dialogo aperto si possono avere dei risultati, le scelte velleitarie non servono a nulla e sono finalizzate magari alla politica interna dei Paesi”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Bruxelles. La Spagna è arrivata alla riunione di oggi con la posizione di chiedere lo stop dell’accordo con Israele e sanzioni nei suoi confronti.
Ore 11.15 – Attacchi di Israele a Teheran
La Mezzaluna Rossa iraniana ha dichiarato che l’attacco israeliano ha colpito vicino al suo edificio nel nord di Teheran. “Nuovo attacco nei pressi dell’edificio della Mezzaluna Rossa…”, ha dichiarato il servizio di emergenza in un post sul suo canale Telegram, accompagnato da un video del fumo che si alzava dal luogo dell’attacco. Il quotidiano iraniano Nournews ha segnalato anche diverse grandi esplosioni udite nella capitale iraniana.
Video sent to Iran International shows a large explosion in West Tehran. pic.twitter.com/GFB7B07qXh
— Iran International English (@IranIntl_En) June 23, 2025
Ore 11.10 – Iran discute legge per sospendere cooperazione con l’Aiea
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il parlamento iraniano discuterà un disegno di legge sulla sospensione della cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).
Ore 11.05 – La Russia scende in campo
Secondo quanto dichiarato questa mattina dal consigliere del Cremlino, Yury Ushakov, il presidente russo avrà oggi una serie di eventi internazionali e il primo di questi inizierà questa mattina: una conversazione telefonica con uno dei leader mediorientali, ha dichiarato Ushakov al forum “Letture Primakov”. “Ci sarà (un colloquio telefonico) con il primo ministro iracheno Mohammed Shia Al Sudani“, ha detto Ushakov ai giornalisti.
Ore 11.00 – Aeroporti in Iran sotto attacco
Proseguono i bombardamenti israeliani sull’Iran. Le Forze di difesa israeliane hanno riferito di aver colpito almeno sei aeroporti in Iran, nella zona occidentale, centrale e orientale del Paese.
Ore 10.45 – Israele attacca con 15 jet
L’Idf israeliana ha completato questa mattina un’ondata di attacchi con oltre 15 jet da combattimento nell’area di Kermanshah, prendendo di mira i siti di lancio di missili balistici iraniani. Secondo le fonti governative gli attacchi hanno distrutto diversi siti di stoccaggio e lancio di missili balistici diretti verso Israele.
Ore 10.35 – Crimini contro l’Iran
«Ogni volta che gli americani hanno commesso crimini contro l’Iran, hanno ricevuto una risposta decisiva, e anche questa volta accadrà lo stesso», questa la dichiarazione del nuovo capo dell’esercito iraniano, il maggiore generale Amir Hatami, come riportato dall’agenzia di stampa Fars.
Ore 10.30 – Drone israeliano abbattuto
L’iran ha pubblicato un video in cui viene abbattuto un drone israeliano a Khorramabad, nell’ovest del paese, dove attualmente sono in corso scontri aerei. Allo stesso tempo, l’Idf conferma che durante un’attività operativa, un aereo a pilotaggio remoto dell’aeronautica israeliana è stato abbattuto in Iran.
Ore 10.20 – Ali Khamenei è nascosto da quattro giorni
Che l’attacco statunitense potesse essere previsto dai vertici iraniani lo dimostra la temporanea sparizione di Ali Khamenei, leader di 86 anni che da quattro giorni ha fatto perdere le proprie tracce nascondendosi con la famiglia in un bunker segreto. Secondo il New York Times si sa che non sta usando alcun dispositivo per comunicare con l’esterno in modo da non essere rintracciato dal nemico. Sempre il quotidiano americano racconta che il religioso avrebbe vietato tutte le comunicazioni elettroniche e parlerebbe con i suoi comandanti tramite un collaboratore di fiducia per paura di essere assassinato in stile Hassan Nasrallah. Nonostante la sua fuga, il leader iraniano ha pubblicato un video in cui dichiara: «La mia vita non ha alcun significato. Anche se mi uccideranno, non consideratelo una perdita, finché rimanete saldi ai principi dell’Imam Hussain. Stiamo vincendo questa guerra finché non ci inchiniamo davanti al potere e all’avidità». Dure le reazioni degli oppositori che hanno risposto a centinaia con commenti ironici e furiosi.
Ore 10.15 – Proseguono i bombardamenti in Iran
L’areaonatuica militare israeliana (Iaf) sta bombardando infrastrutture militari a Kermanshah, nell’Iran occidentale. Secondo una nota dell’esercito israeliano i caccia «stanno attualmente colpendo siti infrastrutturali militari a Kermanshah, in Iran».
Ore 10.10 – Le reazioni della Corea del Nord
Come riportato dall’agenzia di stampa statale Kcna, la Corea del Nord ha condannato gli attacchi americani contro i siti nucleari iraniani come violazione della Carta delle Nazioni Unite. «La Repubblica Popolare Democratica di Corea condanna fermamente l’attacco all’Iran da parte degli Stati Uniti, che ha gravemente violato la Carta delle Nazioni Unite in materia di sovranità», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri nordcoreano.
Ore 10.00 – L’AIA bloccata per il vertice Nato
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il vertice Nato di questa settimana all’Aia è “la più grande operazione di sicurezza nella storia dei Paesi Bassi” e si prevedono disservizi per gli abitanti del posto. Circa 27.000 agenti di polizia – indica DutchNews – saranno in servizio durante i due giorni dell’incontro, insieme a 10.000 militari. La polizia di frontiera ha previsto 9.000 turni supplementari nell’ambito di un’operazione denominata ufficialmente “Operazione Scudo Arancione”. Sono state imposte restrizioni sui cieli e sulle acque intorno all’Aia e una pista dell’aeroporto di Schiphol è stata riservata agli aerei che trasportano funzionari governativi e dignitari provenienti da 45 paesi. Complessivamente sono attese 9.000 persone, tra cui 2.000 giornalisti. Il costo dell’operazione è salito a 183 milioni di euro, il doppio della stima iniziale quando L’Aia è stata annunciata come sede del vertice un anno fa, più o meno nel periodo in cui l’ex primo ministro Mark Rutte è stato confermato nuovo segretario generale dell’alleanza. La sfida più grande, naturalmente, è garantire la sicurezza dei 150 alti funzionari governativi presenti al vertice: capi di governo, ministri della difesa e ministri degli esteri, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (la questione della partecipazione effettiva di Trump ha dominato i preparativi del vertice ed è tornata alla ribalta dopo gli attacchi aerei statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani nel fine settimana). Trump dovrebbe ridurre al minimo la durata della sua permanenza, arrivando martedì sera poco prima della cena al Paleis ten Bosch ospitata dal re Willem-Alexander, alla quale parteciperà anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 09.55 – I rischi sul caro-petrolio della guerra in Iran
Il conflitto in Iran si espande, il prezzo del petrolio esplode. L’attacco americano ha avuto un impatto anche sui mercati finanziari e sul prezzo di petrolio e gas. Una spinta al rialzo che potrebbe accelerare se l’Iran dovesse decidere di chiudere lo stretto di Hormuz, attraverso cui transitano circa 20 milioni di barili di petrolio al giorno e oltre il 20% delle forniture di gas liquefatto. Intanto gli analisti prevedono che alla ripresa delle contrattazioni del petrolio il prezzo subirà un rincaro tra il 3 e il 5%. Ve lo raccontiamo in questo articolo.
Ore 09.50 – Quanto può durare lo scontro tra Iran e Israele?
«L’Iran ha finito i suoi razzi», o anche, «L’Iron Dome è impenetrabile». Sono passati dieci giorni da quando Israele ha attaccato l’Iran e queste sono solo alcune delle dichiarazioni che già circolano ovunque. Quanto può andare avanti questo conflitto? La risposta va oltre i desideri tanto di Benjamin Netanyahu, quanto di Ali Khamenei. In questo caso vince la realpolitik e la fredda matematica dei missili. Fare una guerra costa tanto e né Tel Aviv né Teheran dispongono di risorse infinite. Ve lo raccontiamo in questo articolo.
Ore 09.45 – Ancora sirene in Israele
É nuovamente scattato l’allarme anti-aereo in varie zone di Israele, comprese la città di Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme.
Ore 09.40 – Trump: rinviata la partenza per il vertice Nato
Secondo quanto appreso nelle prime ore del mattino, il presidente statunitense Donald Trump avrebbe rimandato a domani – martedì 24 giugno – la partenza per il vertice Nato di Amsterdam, inizialmente annunciata per oggi.
Ore 09.35 – Bombardamenti iraniani su Israele
Questa mattina forti esplosioni sono state udite nella capitale di Israele, Tel Aviv, dopo l’allarme antiaereo lanciato dall’Idf (le Forze di difesa israeliane) per l’arrivo di alcuni missili iraniani.
Ore 09.30 – L’intervento di Marco Rubio
Duro l’intervento del segretario di Stato americano Marco Rubio che questa mattina ha invitato la Cina a sollecitare l’Iran a non chiudere lo Stretto di Hormuz in risposta agli attacchi di Washington contro i siti nucleari di Teheran. «Incoraggio il governo cinese a contattarli in merito, perché dipendono fortemente dallo Stretto di Hormuz per il loro petrolio», ha detto Rubio, che è anche consigliere per la Sicurezza nazionale, parlando a Fox News dopo che il Parlamento iraniano ha approvato il blocco strategico dello Stretto attraverso cui transita oltre il 20% di petrolio e gas mondiale demandando la decisione finale al Consiglio supremo di sicurezza nazionale.
Ore 09.25 – La risposta iraniana su Israele
I media israeliani riferiscono che due persone sono intrappolate in un edificio colpito da un missile nel centro di Israele. Secondo quanto riportato da Channel 12, nell’impatto sono rimaste ferite 14 persone, tra cui una donna di 60 anni in gravi condizioni, trasportate immediatamente al Wolfson Medical Center, che si trova a Holon, a sud di Tel Aviv.
Ore 09.15 – Le homepage internazionali sull’attacco degli Stati Uniti in Iran
Molti giornali si sono limitati a descrivere l’attacco o a riportare le dichiarazioni principali del presidente degli Stati Uniti. Tra questi il Wall Street Journal parla definisce «obliterati» i siti nucleari iraniani, mentre il The Washington Post cita Donald Trump definendo «fruttuoso» l’attacco della notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno. Altri ancora hanno indicato come il bombardamento abbia segnato l’entrata guerra degli Stati Uniti al fianco di Israele contro l’Iran. In Europa El Pais, spagnolo, e il De Telegraaf, olandese, riportano la notizia dicendo che Trump minaccia ulteriori attacchi se l’Iran non accetta la pace. Tra i più critici il New York Times, che titola «Gli Stati Uniti entrano in guerra contro l’Iran».
Ore 09.00 – Le reazioni europee
In una nota congiunta i leader di Francia, Germania e Inghilterra hanno invitato l’Iran a «non intraprendere ulteriori azioni che potrebbero destabilizzare la regione» in risposta all’attacco americano. Venerdì a Ginevra i ministri degli Esteri dei tre Paesi avevano partecipato, assieme all’Alta rappresentante europea Kallas, al poco fruttuoso colloquio con il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghtchi.
Ore 08.50 – Le dichiarazioni del segretario alla Difesa statunitense
Il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth è intervenuto durante la conferenza stampa al Pentagono facendo capire chiaramente che i bombardamenti della notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno sono da considerarsi come una missione mirata contro i siti nucleari iraniani, e non come l’inizio di una guerra più ampia nella regione. il segretario ha presentato gli attacchi come un’operazione «di precisione» volta a distruggere il programma nucleare iraniano e non allo scopo di coinvolgere civili o truppe. A domanda specifica ha però anche aggiunto che gli Stati Uniti sono pronti a «rispondere se necessario» a eventuali ritorsioni, ma che il presidente Donald Trump continua a volere la pace.
08.40 – Iran e Russia si avvicinano
Abbas Araghchi, il ministro degli Esteri iraniano, era a Istanbul in Turchia al momento degli attacchi e durante una conferenza stampa ha detto che partirà per Mosca, per incontrare il presidente Vladimir Putin. «La Russia è un’amica dell’Iran e ci consultiamo e coordiniamo sempre», ha dichiarato.
08.30 – Reazioni del governo italiano
Le prime reazioni del governo italiano arrivano dal ministro della Difesa Guido Crosetto che, intervento all’edizione straordinaria del Tg1 ha commentato il bombardamento statunitense in Iran: «L’attacco cambia completamente lo scenario e apre a una crisi molto più grande». Ha anche affermato che nessun governo sia stato informato dell’imminente bombardamento, ma sembra che le cose non stiano esattamente così. negli stessi istanti in cui parlava Crosetto infatti, il ministro del Commercio britannico Jonathan Reynolds ha detto a Sky News che il suo governo era stato informato dagli Stati Uniti in anticipo rispetto a quanto stava per accadere, anche se non ha voluto dire esattamente quando.
08.15 – Il conflitto tra UE e Iran
Dopo la scelta di campo da parte delle istituzioni e i leader europei, il ministro degli Esteri iraniano Seyed Abbas Araghchi ha risposto poco fa a questa presa di posizione con un post su X: «La settimana scorsa stavamo trattando con gli Stati Uniti, quando Israele ha deciso di far saltare per aria la via diplomatica. Questa settimana abbiamo parlato con l’Unione Europea e i paesi del gruppo E3 (Regno Unito, Francia, Germania) e gli Stati Uniti hanno scelto di far saltare in aria anche questo percorso. Che conclusione dobbiamo trarne? Secondo il Regno Unito e l’Alta rappresentante per gli Affari esteri dell’UE, è l’Iran che deve tornare al tavolo dei negoziati. ma come possiamo tornare a un posto che non abbiamo mai lasciato, né tantomeno fatto saltare in aria?»
08.00 – Perché non ci sono state fughe di sostanze nucleari dai siti colpiti?
L’agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea) ha confermato di non aver rilevato alcun aumento dei livelli di radiazione nei siti nucleari iraniani dopo gli attacchi. Questo è possibile perché un bombardamento di un sito di arricchimento dell’uranio non comporta un’esplosione nucleare. L’uranio sottoposto all’arricchimento è in uno stato gassoso (esafluoruro di uranio) e poco reattivo: non esplode di suo ed è scarsamente radioattivo, per quanto altamente tossico e chimicamente pericoloso. In questo stato, l’uranio è molto più pesante dell’aria e tende quindi a depositarsi verso il basso, cosa che rende improbabile una sua fuoriuscita dalle profondità a cui si trova nei siti di arricchimento. A contatto con l’umidità, l’esafluoruro di uranio reagisce e forma acido fluoridrico – che è volatile, corrosivo e pericoloso se viene inalato – e fluoruro di uranile, solido e tossico. Come conseguenza di un bombardamento si può avere quindi un’alta contaminazione chimica nel punto in cui è avvenuto l’attacco, mentre in generale ci sono scarse contaminazioni dell’ambiente circostante e un basso rischio di livelli di radiazioni pericolosi. C’è comunque il sospetto che negli ultimi giorni l’Iran avesse provveduto al trasferimento di una parte importante dell’uranio arricchito in altri siti, proprio per ridurre i rischi e prevenire l’attacco americano, considerato imminente.
07.45 – L’UE si esprime sull’attacco americano
Sull’attacco statunitense all’Iran si sono pronunciati anche i vertici dell’Unione Europea. Kaja Kallas, l’Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri (cioè la capa della diplomazia europea), ha detto che i ministri degli Esteri europei si incontreranno domani per decidere come reagire al bombardamento statunitense dell’Iran. Ha anche esortato «tutte le parti a fare un passo indietro, a tornare al tavolo dei negoziati e a evitare un’ulteriore escalation». Ha anche aggiunto che all’Iran non può essere permesso di sviluppare un’arma nucleare, allineandosi alle dichiarazioni della notte di Donald Trump. Dai vertici dell’UE è intervenuto anche il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, che ha diffuso un comunicato in cui ripete ciò che ha detto Kallas, non dando seguito alle dichiarazioni sul programma nucleare iraniano.
07.30 – La reazione britannica
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha commentato l’attacco americano sull’Iran definendo il programma nucleare iraniano una «grave minaccia per la sicurezza internazionale» e dicendo che «gli Stati Uniti hanno adottato muse per ridurre tale minaccia». Starmer ha poi invitato l’Iran a tornare al tavolo dei negoziati, esattamente come suggerito da Netanyahu nella prima conferenza stampa successiva al bombardamento.
07.20 – Tel Aviv: spazio aereo chiuso
In una comunicazione, il governo di Tel Aviv ha detto di aver chiuso il proprio spazio aereo, in previsione di una ritorsione da parte dell’Iran. Allo stesso tempo ha detto di aver rilevato un nuovo lancio di missili balistici da parte di Teheran. Nei minuti successivi l’attacco ha colpito diverse città israeliane come Tel Aviv e Haifa.
07.15 – Conseguenze eterne minacciate dall’Iran
É arrivato il primo commento ufficiale del governo iraniano. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha detto che gli attacchi statunitensi «sono oltraggiosi e avranno conseguenze eterne».
BREAKING:
Iranian state media says a night is coming, the likes of which has never been seen before. pic.twitter.com/7pOu308KLU
— Globe Eye News (@GlobeEyeNews) June 22, 2025
07.10 – Come è avvenuto l’attacco americano sull’Iran?
Arrivano le prime notizie su come gli Stati Uniti hanno attaccato l’Iran. La partenza è avvenuta dal base aerea di Whiteman, in Missouri, che ospita i bombardieri B-2 Spirit, gli unici in grado di trasportare le bombe cosiddette bunker buste, cioè quelle capaci di penetrare in profondità sottoterra e danneggiare quindi i siti nucleari iraniani più protetti. Il generale Caine ha detto che l’operazione è comunicata nella mezzanotte di venerdi 20 giugno, quando in Italia era sabato mattina. L’elemento più interessante è che dalla base in Missour sono partite due squadre d’attacco, una con il compito di distogliere l’attenzione da quella principale, a cui era affidato il bombardamento. Il volo della prima squadra era pubblico e quindi tracciabile con i sistemi disponibili online. Come confermato dal generale Caine, la seconda squadra di B-2 si è diretta verso est – al contrario della prima – e ha raggiunto l’Iran passando per l’oceano Atlantico e attraversando il Mediterraneo senza effettuare fermate intermedie. Sempre il generale Caine ha spiegato che, durante il volo verso l’Iran, i B-2 sono stati affiancati da un gruppo di caccia americani, con il compito di proteggere i bombardieri. L’attacco è infine avvenuto intorno alle 02.10 di domenica mattina in Iran, poco dopo la mezzanotte italiana.
07.06 – Le parole di Netanyahu
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è intervenuto in conferenza stampa parlando di «un’enorme espansione degli accordi di pace». Secondo l’israeliano l’attacco americano aprirebbe la strada alla cooperazione tra e parti.
07.05 – Siti nucleari distrutti secondo Trump
«Danni monumentali ai siti nucleari in Iran». Prosegue a scrivere Donald Trump in riferimento all’attacco americano della notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno ai tre siti nucleari di Fordo, Natanz e Isfahan. Secondo il presidente statunitense i colpi sono stati duri e precisi.
07.00 – MIGA: Make Iran Great Again
Nella notte Donald Trump ha aperto a un cambio di regime a Teheran: «Non è politicamente corretto usare il termine `cambio di regime´, ma se l’attuale regime iraniano non è in grado di rendere l’Iran di nuovo grande, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime??? Miga!!!» Il riferimento è al motto Maga (Make America Great Again), parafrasandolo per adattarlo all’Iran. É la prima volta che il presidente americano si dice aperto ad un cambio di regime.