Bandiera europea (Fonte: Flickr)

Congelare i rapporti con il Qatar per evitare altri condizionamenti in attesa che l’Unione europea si doti di riforme più cogenti in tema di corruzione e infllussi indebiti. E’ questo il senso di una norma approvata il 15 dicembre dal Parlamento europeo con 541 voti a favore. Dentro c’è un po’ di tutto: dalla nascita di una commissione su trasparenza e corruzione, fino alla sospensione dei visti di accesso ai qatarioti. Insomma, il testo votato dall’ Eurocamera è figlio del Qatargate e ha l’intento di riformare le istituzioni europee per evitare altri imbarazzi come quello che sta scuotendo l’ediìfcio dell’Unione. Via libera anche alla richiesta degli eurodeputati di impedire l’accesso al Parlamento «dei rappresentanti d’interessi del Qatar».

Dossier – In seguito alla decisione del Parlamento Ue, diversi sono gli accordi con il Qatar a rischio. In primis quello sui voli. Il 18 ottobre 2021 l’Europa aveva siglato un accordo con la Qatar Airways, permettendo alla compagnia di operare voli diretti nelle principali città dell’Unione e viceversa. Un patto solo temporaneo e che, a causa del recente scandalo, potrebbe non essere rinnovato. Sotto la lente d’ingrandimento anche l’attuale compromesso sul gas. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, la mancanza di metano russo aveva costretto gli Stati membri a sottoscrivere accordi con le principali compagnie energetiche del’emirato. Congelata anche la questione sui visti: il Parlamento aveva concesso ai cittadini qatarioti di spostarsi senza vincoli in Europa per 90 giorni.

L’inchiesta – La vicenda è cominciata la scorsa settimana e ha visto sul banco degli imputati diversi esponenti del gruppo Socialisti e Democratici del Parlamento Ue. Tra di loro la vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili (“dimissionata” il 14 dicembre), il compagno Francesco Giorgi, l’ex eurodeputato Antonio Panzeri e il direttore della Ong No Peace Without Justice Niccolò Figà Talamanca. Tuttavia, secondo le indiscrezioni dei media greci, sarebbero oltre 60 i parlamentari coinvolti. Essenziale per l’indagine sono stati i servizi segreti del Belgio, insieme alla collaborazione di altri Stati europei – tra cui Italia e Grecia.

La confessione – Nella prima udienza è stato confermato il carcere per Panzeri e Giorgi, mentre per Talamanca è stata disposta la sorveglianza elettronica. L’udienza per Kaili sarebbe invece rimandata. Intanto Giorgi, ex assistente dell’eurodeputato Antonio Panzeri, avrebbe iniziato a parlare con gli inquirenti ammettendo di aver partecipato ad un giro illecito di denaro, finanziato da Marocco e Qatar, per condizionare le istituzioni europee. Il suo ruolo sarebbe stato quello della gestione dei contanti. «Ho fatto tutto per soldi di cui non avevo bisogno», ha ammesso Giorgi. Una confessione che mira anche a proteggere la compagna Eva Kaili, cui la polizia aveva trovato nell’abitazione 150mila euro, oltre ai 600mila già intercettati nella valigia del padre. Giorgi avrebbe detto che quei soldi sarebbero stati solo per lui e Panzeri.

Obiettivi – Le interferenze di Marocco e Qatar avrebbero avuto scopi ben precisi. Lo stato maghrebino puntava a stoppare l’intervento della Ue sui flussi migratori gestiti da Rabat. Doha invece voleva cercare di migliorare la propria reputazione nell’Unione europea, cercando di insabbiare la questione dei lavoratori sfruttati o addirittura morti nella costruzione delle strutture dei mondiali 2022.

Dichiarazioni – «Non ci sarà impunità, non ci sarà da nascondere sotto il tappeto, non ci sarà da fare come al solito». Ha esordito così la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola al Consiglio Europeo di giovedì 15 dicembre, in riferimento allo scandalo Qatargate. Durante la conferenza stampa, Metsola ha anche ribadito di aver rifiutato gli inviti del Qatar, per via delle «preoccupazioni su quel Paese». Una dichiarazione supportata anche dalla presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni che arrivando al summit ha commentato: «In questi casi credo che conti molto la reazione e la reazione deve essere ferma e decisa». Dall’Italia invece arriva la critica sulla gestione della crisi da parte del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini: «passavano sotto il naso milioni di euro in corruzione dai Paesi islamici» mentre, dice il segretario della Lega, l’Europa si preoccupava dei conti del suo partito.