È terminata alle 15, con la chiusura dei seggi in tutta Italia, la seconda giornata elettorale. I 5 referendum non hanno raggiunto il quorum, con i primi dati di affluenza poco sopra il 30%. Meglio i ballottaggi comunali.

Chiusi gli spogli: non raggiunto il quorum – il conteggio delle ultime schede ha confermato ciò che già i dati sulle affluenze avevano annunciato: il quorum del 50% più uno non è stato raggiunto per nessuno dei cinque quesiti. La percentuale di affluenza si assesta sul 30,58%.

16:45 Flop del quesito sulla cittadinanza – A poche schede dalla fine dei conteggi, il sì 4 quesiti sul lavoro supera l’80%, mentre per quello sulla cittadinanza si fermano al 60%.

16:39 Con meno di mille schede da scrutinare, l’affluenza si assesta al 30,5%

16:27 Landini in conferenza stampa «Obiettivo non raggiunto. L’Italia è in una crisi democratica vivente. L’impegno è quello di rafforzare la nostra mobilitazione Continuiamo a considerare fondamentali questi obiettivi per il diritto del lavoro», ha affermato il segretario di Cgil, Maurizio Landini.

16:25 Esclusi i comuni coinvolti nelle amministrative, solo 4 comuni hanno superato il quorum: Sesto Fiorentino (FI), Pontassieve (FI), Anzola dell’emilia (BO), Radicondoli (SI).

16:21 L’affluenza ai ballottaggi – Nuoro 61,6%, Taranto 46,4% Matera 56,9%.

16:12 Affluenza parziale al 30,2%

16:10 Quorum non raggiunto in nessun capoluogo – Le più alte  Firenze e Bologna che si fermano al 45-46%.

15:55 Magi: «Noi non sconfitti» – «Ha vinto l’astensionismo organizzato che si è fatto forte dell’astensionismo spontaneo e della mancanza di informazione ma non ci sentiamo sconfitti», ha dichiarato il segretario di +Europa Riccardo Magi in una conferenza stampa al comitato per il quesito sulla cittadinanza.

15:42 La destra festeggia il quorum mancato – «Avete perso». È il messaggio a caratteri cubitali che sui social Fratelli d’Italia pubblica su una foto in cui sono schierati i leader dell’opposizione sostenitori dei referendum, Riccardo Magi, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Elly Schlein e Nicola Fratoianni. «L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il Governo Meloni. Alla fine, però – si legge nel post sui social del partito della premier Giorgia Meloni -, sono stati gli italiani a far cadere voi».

15:39 I primi risultati nei 5 quesiti – Sì all’85% dei quesiti sul lavoro, solo il 60% per quello sulla cittadinanza.

15:34 L’affluenza a Milano – Nel capoluogo milanese l’affluenza parziale dopo i primi spogli è al 35%. Un dato che, pur non avvicinandosi al quorum, supera quello nazionale, ancora sotto al 30%.

15:14 Con i primi dati sull’affluenza finale è chiaro che il quorum dei almeno il 50% dei votanti non è stato raggiunto. Tutti e 5 i quesiti referendari non sono passati. In corso lo spoglio anche per il secondo turno delle comunali e il primo di alcuni Comuni sardi tra cui Nuoro, per cui non è previsto alcun quorum.

15:08 Nel quartier generale della Cgil si parla di «Un’amara consapevoleza» sul mancato raggiungimento del quorum.

15:00 Chiusi i seggi, via allo spoglio delle schede.

13:24 Con l’eccezione di Bolzano, dal record negativo di affluenza poco sopra il 10% ieri alle 23, a trainare il dato nazionale è stato soprattutto il nord Italia. Lo sostiene un’analisi di YouTrend secondo cui l’Italia si è presentata alle urne spaccata in due: astensionismo diffuso al sud, sopra la media le grandi città del Nord. Con i dati ancora fermi a ieri sera, sono ancora sotto al 4% le province di Vibo Valentia, Agrigento e Caltanissetta.

13:17 A Torino è scoppiata la polemica fra il capogruppo M5s in Consiglio comunale, Andrea Russi, e il consigliere della Lega Giuseppe Catizone, per un post di quest’ultimo sul referendum. Condividendo i dati dell’affluenza di ieri alle 19, l’esponente leghista ha commentato «Un successone…. Adesso tornate a cuccia». Queste parole hanno suscitato la reazione di Russi, che ha risposto: «Per qualcuno, chi non la pensa come lui è un cane rabbioso da zittire. Per noi, invece, è una persona che esercita un diritto. E merita rispetto, anche quando la pensa diversamente. Peccato che a esprimersi siano stati migliaia di cittadini che in quei referendum si sono sentiti rappresentati. Forse qualcuno vive la democrazia come un fastidio. Noi continuiamo a considerarla un valore da difendere».
A questo è seguita un’ulteriore replica di Catizone: «Viviamo in un Paese libero e siamo liberi di dire ciò che vogliamo. Capisco che il M5s per nascondere i disastri fatti a Torino cerchi di occuparsi di questioni nazionali ma con risultati pessimi. I referendum bocciati in partenza hanno solo fatto spendere soldi pubblici che una volta erano tanto cari al M5s».

13:03 Il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, a margine di un incontro pubblico, ha difeso la scelta di astenersi dal voto: «Una scelta che è stata quasi criminalizzata dalla sinistra. Questo è qualcosa di assurdo, perché in altri referendum la stessa sinistra ha detto di astenersi, e legittimamente lo aveva fatto, non si capisce perché oggi, invece, sembra antidemocratico chi legittimamente decide di astenersi».

12:57 Sul sito del ministero della Giustizia dedicato alla raccolta digitale delle firme è comparsa stamattina una proposta di legge per abolire il quorum. «Continuare ad avere il quorum vuol dire abolire i referendum» hanno dichiarato i proponenti, tra cui l’ex segretario die Radicali Mario Staderini. Per arrivare all’esame del parlamento la proposta, che contiene l’abolizione totale del quorum senza soluzioni intermedie, dovrà raccogliere almeno 50mila firme.

12:42 Anche il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (Pd) si è mostrato critico nei confronti del Referendum promosso dal suo stesso partito: «Quando si affrontano argomenti complessi lo strumento referendario non è quello più adatto – ha dichiarato –. Alla fine bisogna arrivare comunque in una sede parlamentare per affrontare i problemi e definire procedimenti legislativi che li risolvano. I provvedimenti di legge vanno fatti in Parlamento». Il governatore si è anche espresso contro la politicizzazione dell’istituto del referendum: «C’è stato un elemento di ideologizzazione eccessivo, ed è stato sbagliato».

12:11 Siparietto tra il segretario di Azione Carlo Calenda e gli scrutatori della sua sezione elettorale a Roma. Il senatore si è reso conto di aver esaurito gli spazi della tessera elettorale, che ha richiesto poco dopo in un apposito ufficio riuscendo infine a votare. «Sono un senatore eletto: è giusto che chi è eletto vada a votare», ha dichiarato Calenda dopo aver votato per tutti e 5 i quesiti, «dopodiché sui referendum è una lunga prassi. Chi vuole andare va, chi non vuole andare non va: vuol dire che non è d’accordo con i quesiti e non c’è nulla di antidemocratico in questo».

12:00 Ancora tre ore per votare: i seggi rimarranno aperti fino alle 15. Alla chiusura delle urne saranno diffusi i dati sull’affluenza definitiva insieme ai primi exit poll e proiezioni.

11:55 (di Niccolò Poli) Dalla nascita della Repubblica (1946) a oggi, con il voto su lavoro e cittadinanza, gli italiani sono stati chiamati a votare per un referendum abrogativo 78 volte. Numero che porta il nostro Paese al terzo posto in questa speciale graduatoria, dopo Svizzera e Liechtestein. Alcune di queste votazioni sono passate alla storia, come per esempio la prima, quella del 2 giugno del ‘46, nella quale i cittadini scelsero tra monarchia e Repubblica.
Leggi l’articolo completo: “Referendum in Italia, una storia lunga 78 voti”

11:37 «Ingaggiare battaglie identitarie fa vincere i congressi, non le elezioni», ha scritto il senatore e leader di Italia Viva Matteo Renzi sul suo blog, aggiungendo che «ormai è evidente che il quorum non ci sarà. Io ho votato, non giudico chi non lo ha fatto, era suo diritto e io stesso lo suggerii nel 2016 per le trivelle». Rivolgendosi alla presidente del Consiglio, l’ex premier Renzi ha poi aggiunto: «Noi non diremo a Giorgia Meloni quello che lei diceva a noi, è una banderuola che cambia idea sulla base delle proprie convenienze».

11.36 (di Arianna Salvatori)L’opinione della giuslavorista Ingrao.
L’opinione pubblica è divisa tra chi sostiene che queste misure restituiscano dei diritti fondamentali ai lavoratori, riducano il precariato e aumentino la sicurezza sul lavoro, e chi invece sostiene che ingessino un mercato del lavoro che grazie al Jobs Act era stato reso più fluido, anche disincentivando le aziende ad assumere. Su questi temi offre il suo sguardo la docente Alessandra Ingrao, professoressa associata all’Università Statale di Milano in diritto del lavoro: (…) «Non è con il referendum abrogativo che si riformano materie così complesse. Per riformare i problemi di un paese ci vuole una legge. Sicuramente questo referendum va a toccare dei gangli scoperti della materia, che si sono risolti nell’abbattimento delle tutele del lavoro a cui abbiamo assistito negli ultimi 10 anni».
Leggi l’articolo completo: “Referendum, Ingrao: ‘Contrasta l’abbattimento delle tutele a cui assistiamo da un decennio'”

11:32 Voto fuorisede – Sono quasi 70mila gli elettori fuorisede che hanno fatto domanda in un Comune diverso da quello di residenza. Questo referendum è stato il primo a dare la possibilità di votare non solo agli studenti, ma anche a tutti coloro che vivono in un Comune diverso da quello di residenza da più di 3 mesi, tra cui i lavoratori. Nonostante a fare domanda per votare sia stato circa il 2 per cento dei poco meno di 5 milioni di fuorisede presenti in Italia, è verosimile che in città come Milano abbiano fatto da traino, alzando sensibilmente gli indici di affluenza (che nel capoluogo lombardo si è attestata al 29,5%). Nel seggio dedicato di via san Vittore, infatti, si è registrato un viavai di elettori più vivace.

11:23 «Con orgoglio, la Toscana è la regione con più votanti ieri sera». Il presidente della Toscana Eugenio Giani ha commentato così il dato di quasi il 30% di affluenza nella regione, aggiungendo che «a livello nazionale andranno fatte le riflessioni del caso, sviluppando i temi di integrazione e sicurezza sul lavoro in sede parlamentare. Il fronte progressista saprà andare in questa direzione».

11:15 (di Nicolò Piemontesi) Martina è nata nel 2005 ed è una scrutatrice del seggio di Lasino, una piccola frazione di Trento. Questo referendum è stato un debutto per lei in panni diversi dalla semplice votante. A spingerla, più un motivo economico (un tema che ricorre tra tutti e tre gli scrutatori intervistati) anche se, come dichiara: «La ricompensa non è così elevata da giustificare interamente lo scrutinio. La voglia di mettersi in gioco e di fare qualcosa di attivo per la mia comunità mi ha convinta a candidarmi». Martina è una studentessa di Filosofia e tra i suoi colleghi il dibattito, anche politico, è all’ordine del giorno: «Ci siamo accorti che se online il tema del referendum è molto presente e più di un account incoraggia al voto, la stessa cosa non si può dire del mondo offline. Parlando con le persone sembra che molti nemmeno sappiano dell’esistenza di questi due giorni elettorali».
Leggi l’articolo completo: “Da fette di salame nella scheda a compleanni nel seggio, le storie dagli scrutatori giovani”

9:28 Nelle due province autonome di Trento e Bolzano l’affluenza è sotto la media nazionale. Per il Trentino, alle 23 di domenica 8 giugno, il dato è del 21,84%, mentre in Alto Adige la percentuale è del 10,3%.

7:00 Urne riaperte in tutta Italia fino alle 15 per il secondo giorno di voto sui quattro referendum sul lavoro e quello sulla cittadinanza. Al voto, fino alla stessa ora, anche per i ballottaggi nei 13 comuni sopra i 15 mila abitanti, tra cui i capoluoghi di provincia Taranto e Matera. Chiamati al primo turno, invece, sette comuni della Sardegna tra cui Nuoro.
Alle ore 23 di ieri, domenica 8 giugno, l’affluenza era del 22,73%. Nel 2011, al referendum sull’acqua pubblica, era già andato alle urne il 41% degli aventi diritto alla fine della prima giornata. Quello del 12 e 13 giugno 2011 è stato l’ultimo referendum in cui si è votato in due giorni e che ha raggiunto il quorum (57%).