Non è ancora arrivato l’Inauguration Day, ma già dal pomeriggio del 20 gennaio un terremoto legislativo è pronto a “cancellare” Donald Trump. Joe Biden si prepara a giurare in una Washington blindata, con oltre 10mila soldati della Guardia Nazionale a difesa del Congresso, e già studia le prime mosse da presidente degli Stati Uniti. L’obiettivo è superare le misure più controverse di Trump. Cooperazione internazionale e immigrazione, ambiente e crisi economica. I dossier sulla scrivania del nuovo presidente hanno valore simbolico oltre che politico. Prima ancora che entri in vigore la maxi-manovra anti-recessione da 1.900 miliardi di dollari – primo vero test per il sostegno bipartisan del Congresso – Biden ha intenzione di inaugurare la sua presidenza con almeno dieci ordini esecutivi, ovvero decreti presidenziali che non hanno bisogno della ratifica di Camera e Senato. Le misure, annunciate dal nuovo chief of staff Ron Klain, vogliono dare al Paese e al mondo intero un segnale di forte discontinuità con l’amministrazione uscente, e spostare così l’attenzione pubblica dall’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio.

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Simboli – La prima mossa di Joe Biden e della sua vice Kamala Harris sarà quella di rientrare negli accordi di Parigi. La lotta al cambiamento climatico è in cima alla lista delle priorità democratiche, come conferma anche l’imminente ripristino di diverse direttive varate dall’amministrazione Obama per ridurre le emissioni carboniche di veicoli e centrali elettriche, nonché il blocco dei permessi di trivellazione su terreni americani. Gli Stati Uniti rientreranno anche nell’Organizzazione mondiale della sanità, imponendo l’obbligo di mascherina all’interno di tutti gli edifici pubblici federali e sui mezzi di trasporto. Le misure anti-Covid avranno anche un forte valore simbolico e sociale: Biden prolungherà il blocco degli sfratti per aiutare coloro che hanno perso lavoro e reddito a causa della pandemia, e un’ulteriore proroga sarà concessa agli studenti e ai loro interessi sui debiti universitari.

Inversione – Il cambio di rotta Usa però non può non riguardare anche uno dei dossier affrontati con maggiore durezza – per alcuni anche al limite dell’umanità – dal governo repubblicano. L’immigrazione vedrà un simbolico, ma sostanziale, ritorno al passato. Nei suoi primi 10 giorni il nuovo presidente abolirà il Muslim Ban, misura con cui Trump vietò l’ingresso negli States a chi arrivava da alcuni Paesi, la maggior parte islamici. Resteranno comunque – fanno sapere dalla Casa Bianca – tutte le restrizioni previste per la limitazione del contagio da Coronavirus. I decreti presidenziali saranno utilizzati per ordinare alle agenzie federali che controllano le frontiere di agevolare il ricongiungimento dei figli minorenni separati dai genitori nel corso delle retate trumpiane. Tra i disegni di legge che Biden vuole sottoporre al Congresso c’è poi la riforma delle leggi sull’immigrazione, che consenta di regolarizzare oltre 11 milioni di clandestini, a cominciare da quelli che arrivarono in America da bambini. Questo è un progetto ambizioso, che in passato è stato sostenuto sia dalla presidenza Bush che da quella Obama, ma che non è mai riuscito ad ottenere l’approvazione delle Camere. Avrà bisogno del Congresso anche la promessa di vaccinare contro il Covid-19 100 milioni di statunitensi in 100 giorni, così come la riapertura delle scuole, da concordare con governatori e sindaci locali.