A meno di imprevisti, 14 milioni di italiani saranno immunizzati entro aprile. Il piano vaccini anti-Covid si aggiorna a distanza di pochi giorni dal via libera dell’Agenzia del farmaco (Aifa) al siero di AstraZeneca, la cui prima fornitura arriverà lunedì 8 febbraio. Per adesso verrà somministrato solo agli under 55: si comincerà con personale scolastico (insegnanti e non), forze dell’ordine, detenuti e addetti alle carceri e ai luoghi di comunità. Procede in parallelo la distribuzione delle dosi di Pfizer/Biontech e Moderna, disponibili a breve a partire dagli anziani over 80. L’accordo per rimodulare la campagna vaccinale arriva dopo il vertice tra la Regioni, il commissario Domenico Arcuri e i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, che dichiara soddisfatto: «È stata una riunione positiva durante la quale si è vista grande collaborazione e condivisione del piano predisposto dal ministero», e aggiunge, «Non escludo che nelle prossime settimane si possa accelerare».
Quattro fasi – La campagna vaccinale sarà divisa in quattro fasi destinate a sovrapporsi, invece che essere l’una successiva all’altra. Nella prima, in corso dallo scorso 27 dicembre, e nella seconda si useranno i sieri di Pfizer e Moderna: destinatarie le fasce più anziane e vulnerabili, di cui fa parte anche il personale scolastico ad alta priorità, per un totale di 20.546.882 persone. La terza, in cui entra in gioco AstraZeneca, andrà in parallelo per arrivare il prima possibile alla quarta e ultima, che riguarderà il resto della popolazione (esclusi gli under 16). In base a questo sistema, le fasi 1 e 2 puntano ad abbassare la letalità, mentre la 3 e 4 a limitare la diffusione del virus. Secondo la nuova tabella di marcia, si prevedono 4 milioni di dosi complessive per febbraio, per poi raddoppiare a marzo. A fine anno si arriverà a 226 milioni, contando anche i vaccini di Johnson & Johnson, Sanofi e Curevac, ancora in attesa di autorizzazione dall’Ema.
Condivise le nuove fasi di somministrazione e le fasce di priorità: al via gli over80 e in parallelo anche altre categorie in base alla tipologia del vaccino da usare. Quindi da febbraio si procederà alla conclusione Fase 1 e si darà da subito il via alla Fase 3 #Covid_19 pic.twitter.com/0pJb0hLiSN
— Giovanni Rodriquez (@GiovaQuez) February 3, 2021
Nuovo criterio – «Dosi per gli 80enni in base al numero di assistiti di quell’età», ha annunciato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini al termine del vertice con Arcuri, Boccia e Speranza. «Come tutti sappiamo, gli anziani sono la categoria più colpita dalla pandemia ed è fondamentale metterla in sicurezza il prima possibile. Abbiamo convenuto – ha proseguito Bonaccini – di assegnare a ogni Regione e Provincia Autonoma un numero di dosi di vaccini pari al numero degli ultraottantenni che vi sono assistiti. Successivamente, si procederà a compensazioni». In base a quanto appreso dall’Ansa, questo cambio in corsa inizierà dal 15 febbraio: Pfizer deve prima sapere il numero esatto di nuovi quantitativi e riorganizzare poi la propria distribuzione nei quasi 300 siti di somministrazione.
L’accordo con i medici di base – Le Regioni puntano anche a coinvolgere i medici di famiglia nella campagna vaccinale. Secondo un accordo non ancora formalizzato, si pagheranno 10 euro per una somministrazione nel loro studio o 28 euro per riceverla a casa propria. «Si procederà a un protocollo quadro nazionale con i dottori di medicina generale al fine di raggiungere una gran parte della popolazione e in particolare i malati cronici o con specifiche patologie», ha detto ancora Bonaccini, «Non c’è tempo da perdere, le Regioni sono pronte a offrire la massima collaborazione perché la campagna vaccinale ritorni ai ritmi delle prime settimane e anzi venga velocizzata».
Il vaccino Sputnik – Non è mancato il commento di Speranza sul vaccino russo Sputnik, della stessa tipologia di AstraZeneca e richiesto dalla Regione Lombardia, ma che avrebbe un’efficacia del 91,6% secondo uno studio pubblicato sul Lancet. «Non dobbiamo avere timori delle origini dei vaccini, quello che per noi è importante è il passaggio all’Ema. Abbiamo sollecitato l’Ue alla valutazione scientifica sul vaccino russo e di altri Paesi».
L’esperimento del Regno Unito – Intanto nel Regno Unito si cerca di capire se è possibile usare due vaccini anti-Covid diversi tra la prima dose e il richiamo. Per questo partirà uno studio, chiamato “Com-Cov”, gestito dal National Immunisation Schedule Evaluation Consortium e che coinvolge oltre 800 volontari di età superiore ai 50 anni. Alcuni di loro riceveranno una prima dose di AstraZeneca e una di Pfizer dopo 4 o 12 settimane; a giugno dovrebbero essere resi noti i primi risultati. In Gran Bretagna, al momento, la campagna procede con un singolo vaccino per persona. La speranza è che questa ricerca dia risultati positivi, in modo da dare maggiore flessibilità al processo di immunizzazione.