Oltre 314 mila casi. Per la precisione 314.835, il maggior aumento giornaliero in un Paese dall’inizio della pandemia. L‘India è in ginocchio, con molti ospedali che non riescono più ad ammettere i pazienti e che hanno esaurito le scorte di ossigeno. Le cause sono da ricercare nelle varianti del Covid e nei problemi cronici del Paese: povertà e debolezza del sistema sanitario. Ma non mancano le polemiche politiche.

I dati –  L’India era stata colpita in maniera relativamente lieve dalla prima ondata della pandemia, tanto che si era parlato di «miracolo indiano». A partire da febbraio però, la seconda ondata si è abbattuta sul subcontinente, con numeri via via crescenti. A partire da aprile poi, i freni sono saltati. Il numero medio di casi rilevati è salito oltre i 150mila al giorno, con una crescita esponenziale negli ultimi giorni, fino a toccare il picco di 314.835 giovedì 22 aprile. Nella stessa giornata, i decessi ufficiali sono stati 2.104, ma è probabile che siano assai sottostimati. Molte persone muoiono infatti in casa, per la debolezza del sistema sanitario territoriale e per l’affollamento degli ospedali, in particolare dei reparti di terapia intensiva. É giusto ricordare che l’India ha una popolazione stimata intorno a un miliardo e 400 milioni di abitanti, dunque l’incidenza dei casi ufficiali resta inferiore a quella italiana e della maggior parte degli Stati europei, ma mai come in questo Paese i dati ufficiali vanno presi con le pinze.

Le cause – Secondo gli analisti, le cause della tragedia che sta vivendo l’India sono da ricercare nel rilassamento delle misure, che hanno permesso oceanici riti religiosi e affollati comizi per le elezioni locali, molti dei quali tenuti dallo stesso primo Ministro Narendra Modi. Nel Paese poi, sarebbero diffuse delle nuove varianti del virus, più contagiose di quella «tradizionale». Ma proprio nel sequenziamento delle varianti, fondamentale per stabilire una strategia di contrasto, la sanità indiana è particolarmente debole. Inoltre il Paese non ha imparato la lezione della prima ondata e non ha rinforzato le strutture sanitarie, ormai al collasso specialmente nelle grandi città e nello stato del Maharashtra, il più ricco del Paese.

Le scelte politiche – Sotto accusa poi, la strategia del primo Ministro Modi, che ha deciso di puntare tutto sulla vaccinazione (principalmente AstraZeneca, delle cui dosi aveva vietato l’esportazione in Europa), evitando però di prendere misure restrittive nonostante l’aumento dei contagi e il fatto che la popolazione non fosse stata ancora messa in sicurezza. I governatori degli Stati più colpiti, anche loro finora recalcitranti a imporre misure severe anche per via delle scadenze elettorali, hanno iniziato a imporre nuovamente restrizioni. Non è ancora chiaro se le varianti presenti nel Paese siano resistenti ai vaccini: dato decisivo cui guarda con apprensione tutto il mondo.