Patti chiari o inimicizia lunga. Se il Regno Unito vuole frenare l’export in Ue di vaccini prodotti in casa, l’Europa farà lo stesso. Questa la (non) velata minaccia di Ursula von der Leyen sul mancato rispetto della reciprocità da parte di Londra. «Stiamo ancora aspettando che arrivino dosi» ha detto la presidente della Commissione europea durante il question time del 17 marzo, «è difficile spiegare ai cittadini dell’Unione europea che vaccini prodotti qui vengono esportati in altri Paesi che producono vaccini, mentre nulla torna indietro». Pur non nominando mai l’ex Paese membro, von der Leyen ha lasciato capire che si riferisse proprio a questo. Specie quando ha minimizzato la prospettiva di un’azione contro gli Stati Uniti, Paese che non ha spedito vaccini nell’Ue, ma con il quale il flusso di materiale sanitario è stato «senza soluzione di continuità».

«Pronti a tutto» – L’Ue è la regione che ha esportato più vaccini: delle 41 milioni di dosi finite ad altri 31 Paesi, 10 milioni sono andate Oltremanica. Bloccare l’export, tanto di vaccini quanto di materiale sanitario, potrebbe essere un problema per il Regno Unito, nonostante 25 milioni di sudditi della Corona abbiano già ricevuto la prima dose e a 1 milione e 800 mila sia stata inoculata anche la seconda. La maggior parte delle quali da AstraZeneca, su cui proprio oggi si scioglierà la riserva dell’Ema (Agenzia europea per i medicinali) dopo lo stop dei giorni scorsi. L’azienda farmaceutica britannico-svedese, attiva sull’isola con due impianti che servono solo l’ex Paese membro, è anche quella che più delle altre sta incorrendo in ritardi: dopo il rallentamento di inizio anno, su 180 milioni di dosi previste nel secondo trimestre ne arriveranno solo 70.

La replica di Londra – Per arrivare a vaccinare il 70% dei cittadini europei adulti entro l’estate, come ha promesso von der Leyen, l’Unione è disposta a fare tutto quello che è in suo potere. Compreso ricorrere all’articolo 122 del Trattato comunitario, clausola che prevede l’introduzione di misure di emergenza – obblighi e divieti – nel caso di serie difficoltà nella fornitura di alcuni prodotti e permetterebbe, quindi, di bloccare l’export. Questa mossa potrebbe aprire un nuovo fronte dal momento che l’Ue esporta i vaccini Pfizer di cui vengono importati gli ingredienti.
Da Downing Street hanno subito reagito con irritazione. A margine del Forum di Aspen, il ministro degli Esteri di Boris Johnson, Dominic Raab, ha rimandato le accuse a Bruxelles: «Il mondo ci guarda e tutti sappiamo, inclusi i nostri amici europei, che sarebbe un errore limitare l’export (di vaccini e materiale medico) in tempo di pandemia o interferire sulle forniture (ad altri Paesi) legate a contratti legalmente validi».