Nella tarda serata di mercoledì 13 gennaio, solo poche ore dopo l’annuncio delle dimissioni delle ministre renziane Teresa Bellanova e Elena Bonetti e l’apertura di fatto della crisi di governo, il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto legge in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo 2021. Tra le principali novità introdotte, la proroga dello stato d’emergenza fino al 30 aprile 2021 – e non fino al 31 luglio, come aveva chiesto il Comitato tecnico scientifico – e l’istituzione di una nuova zona “bianca”, ossia senza divieti e obblighi a parte l’uso della mascherina. Ma, anche complici i nuovi parametri adottati per l’assegnazione del livello di “gravità a colori”, sembra verosimile, a partire da domenica 17 gennaio, un’Italia in prevalenza arancione-rossa, con 13 tra Regioni e Province autonome candidate al peggioramento.
Più restrizioni – Oltre alla proroga dello stato d’emergenza, saranno diverse le misure che implicheranno un irrigidimento del quadro in tutta Italia. È stato difatti confermato fino al 15 febbraio 2021 il divieto già in vigore di ogni spostamento tra regioni o province autonome, con l’eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Inoltre resta garantita la possibilità del rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Per quanto riguarda, invece, la mobilità interna alla propria regione, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, ma restano vietati in ogni caso gli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
Visite a parenti o amici – Cambiano, inoltre, anche se in modo parziale, le regole che permettono le visite a congiunti o amici: secondo il comunicato stampa del Cdm, sarà consentito, una sola volta al giorno e solo tra le 5 e le 22, spostarsi verso un’altra abitazione privata. Il permesso è limitato a due persone (oltre quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione) che potranno portare con loro i figli minori di 14 anni o eventuali persone con disabilità loro conviventi. Tuttavia, se durante le feste natalizie lo spostamento a questo fine era consentito all’interno della regione, dal 16 gennaio in poi le cose cambieranno in base al colore della zona in cui si vive: se gialla, lo spostamento resterà possibile entro i confini regionali, ma, se rossa o arancione, non sarà concesso uscire fuori dal proprio comune, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5 mila abitanti.
Nuovi colori – Da domenica 17 gennaio molte Regioni potrebbero cambiare colore, con la novità dell’introduzione della zona bianca. Ma, a conti fatti, date le condizioni previste dal decreto affinché possa scattare questa nuova zona – ovvero uno scenario di “tipo 1”: un livello di rischio “basso” e un’ incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti – sono pochissime le candidate in possesso dei requisiti. Al contrario, il report della cabina di monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità, atteso per venerdì 15 gennaio, potrebbe implicare un’Italia per lo più arancione, con qualche Regione perfino in zona rossa. Secondo i dati fin ora disponibili e i nuovi parametri per l’assegnazione del colore – con l’indice Rt a 1 si va automaticamente in fascia arancione, con 1,25 in rossa -, potrebbero infatti passare in arancione Lazio, Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Puglia, Umbria, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige e le province autonome di Trento e Bolzano, mentre già lo sono Calabria, Veneto, Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna. Nello specifico queste ultime tre (Lombardia, Sicilia, ed Emilia Romagna) rischiano addirittura il passaggio alla zona rossa, mentre le cose vanno meglio per Toscana, Sardegna, Valle d’Aosta e Molise, verosimilmente destinate a restare gialle.