
Un gruppo di rifugiati in arrivo nel Regno Unito (Agenzia Nova/Raimond Spekking)
Un numero che si avvicina alla popolazione di un paese come la Spagna. O come l’Ucraina. 43,3 milioni: sono i bambini sfollati nel mondo alla fine del 2022, secondo gli ultimi dati Unicef. Una cifra che è raddoppiata in dieci anni: conflitti e crisi climatica sono la cause principali. «L’incremento sottolinea la risposta non sufficiente di molti governi a garantire che ogni bambino rifugiato e sfollato interno possa continuare a studiare, crescere in salute e sviluppare il proprio pieno potenziale», ha commentato la direttrice generale Catherine Russell.
Le guerre – Il conflitto in Ucraina ha pesantemente impattato sui minori: se due milioni sono stati costretti a lasciare del tutto il Paese, un milione di loro è sfollato, cioè si trovano a migrare dentro i confini nazionali. Circa nel 60% dei casi, i bambini hanno perso la casa proprio a causa dei combattimenti nelle diverse parti del mondo: un dato in costante aumento.
Dato sottostimato – Gli ultimi numeri dell’Unicef non hanno neanche ancora preso in considerazione tutti i rifugiati e richiedenti asilo in fuga dal Sudan nel 2023. Nello Stato dell’Africa centro-orientale continua la guerra civile iniziata in aprile. «Violenti scontri dentro e intorno ai campi per gli sfollati nel Nord Darfur hanno ucciso oltre 100 persone e ci sono notizie scioccanti di orribili violenze sessuali contro donne e ragazze», ha twittato l’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani Filippo Grandi. Più di due milioni le persone che stanno abbandonando il Paese, mentre agli inizi di giugno è stato evacuato un orfanotrofio a Khartoum che ospitava quasi 300 bambini. Secondo Avvenire, la mancanza di aiuti nella struttura aveva causato la morte di almeno 70 di loro.
Violent clashes in and around camps for the displaced in North Darfur have killed over 100 people. There are shocking reports of horrific sexual violence against women and girls. This will worsen unless the parties to the conflict agree to end a fight that is destroying Sudan.
— Filippo Grandi (@FilippoGrandi) June 15, 2023
Gli eventi climatici estremi – Insieme alle guerre, anche il cambiamento climatico e i disastri naturali sempre più frequenti rendono inagibili le abitazioni delle famiglie. Le alluvioni in Pakistan dell’estate 2022 hanno sommerso interi villaggi. Un terzo del Paese è stato distrutto, innescando una crisi economica e anche sanitaria: le acque stagnanti, insieme al collasso delle strutture ospedaliere, hanno contribuito al diffondersi di malaria, diarrea, febbre dengue. Anche qui sono stati colpiti tantissimi bambini, che hanno smesso di andare a scuola e non hanno potuto farsi somministrare i vaccini di base. La siccità nel Corno d’Africa e le inondazioni improvvise hanno decimato i raccolti di Etiopia, Somalia e Kenya, che vivono principalmente di agricoltura. I prezzi degli alimenti sono saliti del 66%: non solo per le carestie ma anche in conseguenza del conflitto in Ucraina. Più di 20 milioni di bambini sono a rischio malnutrizione.
Come tutelare i bambini – L’appello dell’Unicef è quello di poter assicurare ai minori sfollati e rifugiati almeno l’accesso allo studio e alle cure sanitarie. I governi si dovrebbero impegnare a rispettare le necessità dei bambini e i loro diritti: i minori non possono essere detenuti perché migranti o rimpatriati senza garanzie. Allo stesso modo, secondo l’Agenzia Onu, dovrebbero essere rafforzati i sistemi nazionali di protezione dell’infanzia nelle situazioni a rischio di sfruttamento e violenza, in particolare quando si tratta di bambini non accompagnati. Un bambino sfollato, ricorda l’Unicef, spesso passa l’intera infanzia in questa situazione instabile.