Siccità e inondazioni, caldo e nubifragi: due facce della stessa medaglia. Mentre l’Emilia-Romagna è sott’acqua, l’ultimo report dell’Organizzazione metereologica mondiale (Wmo) stima che almeno uno nei prossimi cinque anni supererà il record di temperatura registrato nel 2016 e, più in generale, che il prossimo quinquennio sarà più caldo del precedente. Secondo l’agenzia delle Nazioni unite, l’impegno preso nel 2015 a Parigi di contenere entro 1,5 °C l’aumento della temperatura media globale rispetto all’epoca preindustriale non sarà rispettato, per lo meno nel breve termine. Periodi aridi sempre più lunghi e precipitazioni estreme e intense saranno, molto probabilmente, la nuova normalità.

Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione mondiale metereologica (Wmo)

Lo studio – ll nuovo rapporto Global Annual to Decadal Update”, pubblicato il 17 maggio dall’Organizzazione metereologica mondiale (Wmo), suona più di un campanello d’allarme. Ci sono due probabilità su tre che le temperature globali superino di 1,5 gradi, per almeno un anno fra il 2023 e il 2027, i livelli del periodo 1850-1900, cioè prima che le emissioni da combustibili fossili iniziassero ad aumentare esponenzialmente. Un trend in aumento da anni: nel 2015 la probabilità era vicina allo zero, tra il 2017 e il 2021 è stata del dieci per cento, l’anno scorso era del 50 per cento. C’è poi una ragionevole certezza (al 98%) che le temperature di uno dei prossimi cinque anni supereranno il record del 2016, anche se nel report si legge che c’è solo una probabilità del 32% che la media quinquennale superi la soglia di più 1,5° C. «Questo rapporto», spiega il presidente della Wmo Petteri Taalas, «non significa che supereremo in permanenza il livello di 1,5 gradi ma che lo faremo con sempre maggior frequenza». Con conseguenze sul surriscaldamento dell’Artico (e quindi sullo scioglimento dei ghiacciai e sull’innalzamento del livello del mare) e sull’aumento delle precipitazioni nel Sahel, in Europa settentrionale, in Alaska e nella Siberia settentrionale. In generale, il senso del rapporto è spiegato da Leon Hermanson, lo scienziato a capo del team del Met Office che ha redatto lo studio: «Prevediamo che le temperature medie globali continueranno ad aumentare, allontanandoci sempre di più dal clima a cui siamo abituati».

Gli Accordi di Parigi – La soglia di 1,5° C individuata a Parigi nel 2015 è considerata lo spartiacque oltre il quale l’aumento delle temperature diventerebbe ingestibile: nel 2018 un rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) dell’Onu ha stimato che mezzo grado in più aumenterebbe di molto il rischio di eventi avversi legati al clima. Il superamento di questa soglia, secondo gli esperti, avrebbe ricadute irreversibili solamente su un arco temporale lungo. Le previsioni della massima autorità metereologica mondiale, però, non possono essere incoraggianti, perché con un incremento previsto della temperatura globale media per ciascun anno (fra il 2023 e il 2027) tra 1,1° C e 1,8° C aumenta e si stabilizza la tendenza al surriscaldamento. I prossimi cinque anni saranno nel complesso i più caldi mai registrati, per l’effetto combinato della lenta riduzione delle emissioni di gas serra e del Niño, il fenomeno climatico che avviene periodicamente nell’oceano Pacifico meridionale a cui sono associate temperature più alte anche nel resto del mondo.

Esondazione del Fiume Savio da Savio di Cervia, dove le case sono sommerse da metri di acqua, Ravenna, 17 maggio 2023 (Ansa)

Esondazione del fiume Savio di Cervia, con le case sommerse da metri di acqua (Ansa)

Fenomeni climatici sempre più estremi – I fenomeni che oggi sembrano “estremi” saranno sempre più frequenti. Siccità e inondazioni, caldo e pioggia, si alterneranno sempre più. «Un’atmosfera più calda», spiega a Il Manifesto Elisa Palazzi, professoressa di Fisica del clima all’università di Torino, «è in grado di contenere più vapore acqueo, l’ingrediente fondamentale delle nubi, e può dar luogo a maggiori precipitazioni». Precipitazioni che si trasformeranno con più probabilità in inondazioni per via di periodi di siccità prolungati che renderanno i terreni sempre più impermeabili, come sta avvenendo in questi giorni in Emilia-Romagna.