fonte: pxhere.com

Delle 800 mila persone che ogni anno nel mondo si suicidano, 46 mila sono giovani tra i 15 e 19 anni. Questo numero equivale a più di una morte ogni 11 minuti. L’allarme è stato lanciato da Unicef in previsione del 20 novembre, la giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza. Proprio in questa fascia di popolazione, infatti, il fenomeno del suicidio è in aumento e a livello globale risulta al quinto posto tra le cause di decesso. Se però si considera solo l’Europa, il tasso sale e diventa secondo soltanto agli incidenti stradali.

Salute mentale – Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il 90% di tutti i suicidi è legato a problemi di salute mentale, di cui nel mondo soffre un adolescente su sette tra i 10 e i 19 anni. I disagi psicologici spesso iniziano prima dei 14 anni e si sviluppano entro i 24. Nell’Italia pre pandemia il fenomeno riguardava il 16% di questa fascia di popolazione, cioè 956 mila giovani, soprattutto ragazze. Nonostante la diffusione, spesso questi disagi non vengono diagnosticati o trattati. Unicef, infatti, segnala che i servizi di prevenzione e di terapia nel nostro paese rimangono insufficienti.

Bonus psicologo – I dati raccolti dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) rivelano che in Europa l’Italia è tra i paesi che spendono di meno nel settore della salute mentale. Una risposta dalle istituzioni è arrivata lo scorso maggio con l’attivazione del bonus psicologo durante il governo Draghi, con uno stanziamento totale di 25 milioni di euro. Le domande per il voucher, tuttavia, si sono chiuse lo scorso ottobre e il buono sarà spendibile solo a partire dall’8 dicembre, dopo che saranno pubblicate le graduatorie per l’accesso al servizio. Non tutti i richiedenti potranno godere del bonus, che sarà erogato solo a chi ha un ISEE inferiore ai 50 mila euro con precedenza a chi ha presentato prima la domanda e fino a esaurimento dei fondi disponibili. Secondo i calcoli, quindi, i 25 milioni basteranno a soddisfare solo 41.500 richieste, ovvero il 12% di tutte quelle pervenute. Questi numeri denunciano un’urgenza a cui le istituzioni non hanno ancora saputo rispondere in modo adeguato.

Sondaggio tra giovani – A seguito di un sondaggio realizzato su U-Report, Unicef denuncia che su un campione di quasi 200 adolescenti, solo meno del 30% si dichiara ottimista. La metà di loro, invece, si sente triste, preoccupato, angosciato o frustrato. A causare questo malessere sono principalmente le difficoltà economiche in cui i giovani o le loro famiglie si trovano, ma influiscono anche la percezione di isolamento e il senso di lontananza dalla famiglia. Sorprende anche che, nonostante tutto, il 41% dei ragazzi che si trovano in difficoltà decide di non chiedere aiuto a nessuno, soprattutto perché non lo ritiene necessario. Tuttavia pesano su questa decisione anche il fatto di non sapere a chi parlarne e la paura del giudizio degli altri.

Agenda – Visti questi dati, l’Unicef ha rivolto un appello al governo e al parlamento, proponendo un’agenda di obiettivi da realizzare tra il 2022 e il 2027. Tra questi, ad esempio, l’aumento degli investimenti a favore dei servizi di salute mentale.