Da gennaio a dicembre 2021, le morti sul lavoro sono state oltre mille e duecento: 1.221 per l’esattezza. Nello stesso periodo, le denunce di infortunio sono aumentate di 896 unità rispetto al 2020, arrivando a 555.236. Lo comunica il report annuale dell’Inail poco più di una settimana dopo la vicenda di Lorenzo Parelli, il diciottenne di Udine morto per un incidente durante l’ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro. Proprio le denunce “in conto Stato”, cioè relative alle figure come i tirocinanti e gli stagisti, sono aumentate del 57%. Tuttavia, è difficile confrontare i dati del 2021 con quelli dell’anno precedente, in cui le norme anti-contagio hanno imposto chiusure più pesanti e lavoro da casa. Rispetto al 2020, le segnalazioni di infortunio sono aumentate dello 0,2%, ma le morti diminuite del 3,9%. La ripresa dell’attività in presenza potrebbe essere tra le cause della crescita delle malattie professionali: +22,8%, per un totale di 55.288 durante lo scorso anno.

In Itinere – La necessità di recarsi di nuovo sul luogo di lavoro ha contribuito all’aumento degli incidenti nel tragitto da casa alla sede professionale. Nel 2021 gli infortuni in itinere hanno toccato quota 62.217, +29,2% rispetto ai dodici mesi precedenti. La conferma di questa tesi arriva dalla distribuzione delle denunce durante l’anno. Tra gennaio e febbraio 2021 gli incidenti nel viaggio per raggiungere il posto di lavoro sono diminuiti rispetto allo stesso periodo del 2020. Un trend invertito nei successivi dieci mesi: nel 2021 si è registrata una crescita del 50% rispetto allo stesso segmento del 2020. Ciò è spiegabile solo tenendo conto dello smartworking massiccio durante il primo anno di pandemia. Anche le morti in itinere sono cresciute: nel 2021 hanno toccato quota 248, aumentando del 15% rispetto al 2020.

In sede – A questi dati fa da contraltare la distribuzione altalenante degli infortuni sul posto di lavoro: -11% tra gennaio e marzo del 2021, +18% nei sei mesi tra aprile e settembre, e una diminuzione del 22% nell’ultimo periodo. In sede lavorativa le morti sono state 49 in meno rispetto all’anno precedente. Tuttavia l’istituto ammonisce di prendere questi numeri con cautela: è difficile conteggiare alcuni decessi “tardivi” dovuti al contagio del Covid.

Settore per settore – Le denunce di infortunio sono aumentate del 2,6% nell’agricoltura e diminuite del 4,7% nell’industria e nei Servizi. Diminuiscono quelle da parte degli operatori della sanità: 40mila notifiche, numerose, ma in calo del 50% rispetto al 2020. Crescono le segnalazioni “in Conto Stato”, cioè il meccanismo con cui lo Stato fornisce coperture assicurative a figure come i tirocinanti, che offrono prestazioni ma non versano contributi. Sono infatti passate da 40.684 a 63.873. Sul fronte delle morti, gli unici miglioramenti sono nell’industria e servizi (-6%, 1.040 denunce), salgono quelle nell’agricoltura (128, +13,3%) e il Conto Stato registra 53 decessi, rispetto ai 51 dell’anno precedente.

Fasce d’età – La fascia d’età più colpita dalle morti sul lavoro è quella dei 40-49enni: +55. In aumento anche i decessi tra gli under 34 (+6). Scendono invece i morti tra i 35-39enni (-12) e gli over 50 (-98).

Le malattie professionali – L’Inail rileva oltre 10milla segnalazioni di malattie professionali in più rispetto al 2020, un aumento del 22,8%. Le patologie denunciate più di frequente riguardano l’apparato scheletrico e muscolare (36.163 casi), seguono quelle del sistema nervoso (6.337) e dell’orecchio (3.614). I casi di tumore (1.702) superano quelli di malattia al sistema respiratorio (1.643). Queste ultime sono le uniche in calo rispetto al 2020.

Il problema dei controlli – In occasione della tragedia di Torino in cui hanno perso la vita tre operai a causa del crollo di una gru, La Sestina aveva evidenziato le difficoltà nei controlli della sicurezza sul lavoro in Italia. L’Ispettorato Generale del Lavoro ha denunciato una riduzione del 30% del personale rispetto al 2010. A questo si aggiunge un problema di coordinamento: gli ispettori fanno capo a quattro enti diversi: Asl, Inail, Inps e lo stesso Ispettorato Generale. A loro si aggiunge il nucleo dedicato dei Carabinieri. Il decreto Salute e Sicurezza di ottobre 2021 ha cercato di dare una banca dati comune a questi enti e un ruolo più centrale all’Ispettorato nei controlli.