I due rapper arrestati, Baby Gang (a destra) e Neima Ezza (a sinistra) – Foto di Instagram

«Fermi tutti, questa è una rapina». Inizia così la strofa di una delle canzoni di Zaccaria Mouhib, alias Baby Gang, insieme al coetaneo Neima Ezza, all’anagrafe Amine Ez Zaaraoui, entrambi 20enni. I due rapper sono stati arrestati dai carabinieri e dalla polizia il 19 gennaio, insieme a un terzo complice appena maggiorenne, perché responsabili di quattro furti con aggressioni ai danni di alcuni giovani a Milano e Vignate. Adesso Mouhib si trova in carcere, mentre per Zaaroui e il complice sono stati disposti i domiciliari.

La dinamica – Secondo quanto è emerso dalle indagini, a maggio 2021 Mouhib e Zaaroui, insieme a un terzo ragazzo e a eventuali complici che le forze dell’ordine stanno cercando di identificare, avrebbero minacciato e rapinato in tre diverse occasioni alcuni ragazzi in piazza Vetra e alle Colonne di San Lorenzo, zona della movida milanese molto conosciuta anche a causa di precedenti episodi di violenza. Le vittime sono state avvicinate, schiaffeggiate e colpite con pugni al petto, poi derubate delle loro collanine d’oro. «Non ti muovere, altrimenti finisce male», avrebbe detto Zaaroui a uno dei ragazzi rapinati. Mouhib è accusato anche di un altro furto, avvenuto il 12 luglio a Vignate, località del Milanese. Il rapper ha avvicinato due giovani, insieme a un compagno armato di pistola di cui ancora non si conosce l’identità, per portar loro via soldi, auricolari e chiavi dell’auto.

Chi sono Baby Gang e Neima Ezza- Seguitissimi dai giovani sui social (Baby Gang raggiunge il mezzo milione di followers), i due rapper vantano collaborazioni con altri artisti di successo del panorama musicale italiano, come Capo Plaza e Rondodasosa, e contratti discografici con le major Warner e Sony. Neima Ezza, fino all’arresto del 19 gennaio, risultava «formalmente incensurato». Anche se ad aprile 2021 aveva partecipato, con Baby Gang, alla registrazione di un videoclip a San Siro, conclusasi con uno scontro tra le forze dell’ordine e i 300 ragazzi radunati dai due rapper, violando le restrizioni anti-Covid. Baby Gang, al contrario di Ezza, è noto agli inquirenti per i suoi numerosi precedenti penali. Tra il 2020 e il 2021, infatti, il cantante è stato denunciato per diffamazione e violazione della proprietà intellettuale, istigazione a delinquere, porto abusivo di armi, vilipendio della Repubblica, delle istituzioni e delle forze armate, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. E ha ricevuto il Daspo da Lecco, Milano, Cattolica, Misano Adriatico, Riccione, Rimini e Bellaria Igea Marina.

Il mito della cultura di strada –  Baby Gang e Neima Ezza appartengono a una generazione di rapper che nei loro testi parlano di una cultura di strada, alla base del loro successo. Sono tutti giovanissimi, nati dopo il 2000, esponenti di quella stessa “Gen Z” che li ascolta e li sostiene. Molti sono figli di stranieri immigrati in Italia, dove loro invece sono nati e cresciuti. Spesso però in contesti difficili, le periferie, raccontate nelle loro canzoni. Violenza, spaccio, marginalizzazione: tutto senza filtri. Situazioni sentite dai loro ammiratori come reali e non “realistiche”.