Il gip ha respinto le richieste di scarcerazione dei legali di Zaccaria Mouhib, alias Baby Gang, e di Amine Ez Zaaraoui (noto come Neima Ezza), i due rapper 20enni accusati di aver commesso quattro rapine tra Milano e Vignate lo scorso anno. Baby Gang resterà dunque recluso nel carcere di San Vittore, mentre sono stati confermati gli arresti domiciliari per Neima Ezza.
Le motivazioni – I due giovani di origine nordafricana sono dei popolari rapper del quartiere San Siro, che nelle loro canzoni raccontano la realtà difficile del quartiere popolare fatta di risentimento e microcriminalità. Secondo l’accusa i due indagati, insieme all’amico Samuel Matthew Dhahri (che ha scelto di non fare ricorso, anche se si professa innocente), avrebbero minacciato e rapinato in tre diverse occasioni dei giovani nella zona tra Piazza Vetra e le Colonne di San Lorenzo, mentre a Baby Gang è contestata anche una rapina compiuta a Vignate lo scorso 12 luglio. Secondo il gip, per gli indagati «c’è un alto rischio di recidiva, mentre il percorso positivo che sembra emergere dalla relazione della comunità Kayros cui è affidato Mouhib sarebbe smentito dalla partecipazione ad un reato grave come quello in contestazione». Davanti al giudice, Baby Gang avrebbe detto di essere cambiato, di aver raggiunto la stabilità economica grazie alla sua attività musicale e dunque di «non avere più bisogno di commettere reati».
La difesa – I legali di Mouhib hanno annunciato che faranno ricorso al Riesame e lo stesso pensano di fare quelli di Ez Zaaraoui. Secondo la difesa, Baby Gang sarebbe stato in viaggio verso Rimini la sera della rapina di Vignate, e ci sarebbero le celle telefoniche e le immagini postate sui social a provarlo. Durante gli attacchi sui Navigli invece, il rapper si sarebbe trovato in un altro Comune. Simile la linea di Ez Zaaraoui e di Dhahri, con il legale di Neima Ezza che contesta anche il fatto che il riconoscimento del suo assistito sarebbe avvenuto solo tramite delle fotografie.