John McAfee è stato trovato morto nella sua cella della prigione di Sant Esteve de Sesrovires a 40 chilometri da Barcellona. Vano l’intervento immediato delle guardie del penitenziario e dei medici. Il fondatore dell’omonimo software antivirus aveva 75 anni: «Tutto fa pensare che si sia trattato di suicidio», ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia della Catalogna, ma sulla morte non sono stati forniti ulteriori dettagli . Poche ore prima l’alto tribunale spagnolo aveva autorizzato la sua estradizione negli Stati Uniti, dove il milionario era accusato di evasione fiscale per la quale rischiava fino a  trent’anni di reclusione.

L’arresto – Il 3 ottobre 2020 McAfee era stato fermato all’aeroporto di Barcellona mentre si stava per imbarcare su un volo diretto a Istanbul. L’arresto era avvenuto dopo la segnalazione dell’International Revenue Service (IRS) – l’agenzia governativa americana deputata alla riscossione dei tributi – che lo accusava di non aver pagato 23 milioni di dollari di tasse sui profitti ottenuti tramite attività di trading online e operazioni su criptovalute. Nonostante l’ok all’estradizione, McAfee avrebbe potuto impugnare la decisione.

La vita – McAfee nasce a Cinderford, in Inghilterra, da padre statunitense e madre inglese. Cresciuto a Salem, in Virginia, ha una vita travagliata: a 15 anni il padre, alcolizzato e violento, si toglie la vita. Nel 1969 si laurea in matematica e inizia a lavorare come professore nel Northeast Louisiana State College, dalla quale viene licenziato per aver avuto una relazione con una studentessa. Nel suo passato, anche alcuni episodi di abuso di alcool e droga, che lo portano all’arresto per uso di marijuana.
Nel 1986,dopo la comparsa di (c)Brains, primo virus informatico della storia, decide di creare un software di sicurezza e fonda la McAfee Associates, che nel 1992 viene quotata in borsa per un valore di 80 milioni di dollari.
Nel 2008, dopo essere stato coinvolto in due procedimenti legali (per l’infortunio sul lavoro di un dipendente e la morta di uno studente della sua scuola di volo), vende le sue proprietà e l’azienda e espatria in Belize. Qui investe in varie attività tra cui una fabbrica di sigari, nella distribuzione di caffè, in una compagnai di taxi e in una società di ricerca farmaceutica.
Nel 2012, il vicino di McAfee viene ritrovato morto per un colpo di arma da fuoco. La polizia sospetta del milionario americano, che aveva litigato spesso con la vittima. Dopo essere fuggito, a dicembre dello stesso anno entra illegalmente in Guatemala, dove viene arrestato per essere riportato negli Stati Uniti.
Nel 2015 si candida alle primarie del Partito Libertario (una terza forza centrista rispetto alle tradizionali formazioni democratica e repubblicana) e ottiene l’8 per cento dei voti.

 

 

Il tweet sospetto – Dopo la notizia della morte, gli utenti di Twitter hanno rilanciato un messaggio di McAfee risalente al 15 ottobre 2020: «Sono contento qui dentro – nel carcere Brians 2 di Barcellona ndr. – Ho degli amici. Il cibo è buono. Tutto va bene. Sappiate che se mi impicco alla Epstein non sarà stata colpa mia». Parole che suonano come un presagio e alle quali si aggiunge uno strano post pubblicato sul suo account Instagram poco dopo la morte: una foto con la lettera “Q” che appare come un riferimento alla teoria cospirazionista di Qanon. Come riportano vari media americani, nel 2019 McAfee aveva condiviso sui social una sua foto ritoccata che richiamava Epstein con scritto: «Non ho mai detto che Jeffrey Epstein è stato ucciso. Ho detto che non ha commesso il suicidio. Potrebbe essere vivo. Potrebbe non essere mai esistito. So solo che non si è suicidato». Il milionario aveva sempre negato tutte le accuse di evasione fiscale, tanto che su Twitter aveva messo in evidenza un suo tweet nel quale dichiarava: «Gli Stati Uniti credono che io abbia nascosto le criptovalute. Vorrei averlo fatto, ma si sono dissolte in molte mani del Team McAfee, mentre le mie risorse rimanenti sono tutte sequestrate. I miei amici sono evaporati per paura di essere associati a me. Non ho niente. Eppure, non rimpiango nulla».