Se nella mitologia scandinava il dio Thor era il protettore dell’umanità, in meteorologia l’omonimo ciclone non si sta rivelando altrettanto benevolo. Il primo bilancio del suo passaggio in Italia include la chiusura di scuole e strade su tutto il territorio nazionale, oltre al rischio di esondazioni e allagamenti lungo la costa adriatica. Dal fine settimana, le correnti fredde provenienti dal nord Europa stanno portando piogge intense, raffiche di vento e nevicate che non si placheranno fino alla fine del mese. Per il 23 gennaio, la Protezione Civile ha emanato l’allerta arancione per Romagna e Marche. Su Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Umbria ed Emilia è stata dichiarata invece allerta gialla, ma anche le altre regioni stanno affrontando i disagi causati dalla furia di Thor.

La situazione nelle zone arancioni – Osservate speciali sono dunque Emilia-Romagna e Marche, quest’ultima già colpita da una violenta alluvione lo scorso settembre. A Senigallia (Ancona), il Comune ha invitato i cittadini a «salire ai piani alti» delle proprie abitazioni in seguito al superamento dei livelli di guardia del fiume Misa. Le scuole restano chiuse e si raccomanda di limitare gli spostamenti alle effettive necessità. Nella stessa provincia, cinque tir intraversati per la neve hanno bloccato il tratto di Strada Statale 76 di Fabriano in direzione Umbria. L’intervento dei tecnici dell’Anas ha ripristinato la circolazione in pochi minuti, ma le conseguenze sul traffico si sono protratte per oltre un’ora. Anche nel Riminese la situazione è sotto stretta sorveglianza: i comuni della Valmarecchia si sono svegliati sotto due metri di neve e alcune famiglie sono rimaste bloccate nelle loro abitazioni. I soccorritori sono già all’opera e al momento non si segnalano feriti.

Le criticità nel resto d’Italia – Tra le altre zone colpite dal maltempo, il nord-est è sferzato dalla Bora. A Trieste le raffiche hanno raggiunto i 120 km/h e le piogge violente hanno generato il fenomeno della cosiddetta “bora scura”. Il Parco storico di Miramare è stato chiuso in via cautelativa fino alle ore 15, con possibile proroga qualora il meteo non dovesse migliorare. Anche a Venezia soffia la Bora, che nelle ultime ore ha sostenuto due maree oltre il metro di altezza. Per proteggere la città, il Mose è entrato in funzione entrambe le volte, a mezzanotte e alle 6 di mattina. Infine, in Calabria il maltempo ha provocato una frana sulla Strada Statale 18, che è stata temporaneamente chiusa a causa dell’instabilità del versante.

Il sistema delle allerte – Per indicare il livello di rischio connesso alla situazione meteorologica, il Dipartimento della Protezione Civile utilizza una scala di quattro colori: verde, giallo, arancione, rosso. Il codice verde indica una situazione stabile, senza rischi per cose o persone. L’allerta gialla, che oggi interessa la quasi totalità della penisola, è invece connessa a piogge intense, che potrebbero provocare frane e l’innalzamento dei corsi d’acqua. Il codice diventa arancione quando i fenomeni si fanno intensi e persistenti: trombe d’aria, esondazioni e cadute di alberi sono alcuni dei possibili rischi. Per ultimo, l’allerta rossa evidenzia situazioni di estrema pericolosità, come rotture degli argini, estesi allagamenti e danni a infrastrutture e centri abitati.