Non pioveva da settimane, poi, domenica, è successo. È tornato l’inverno e persino la neve. Una massa d’aria molto fredda ha raggiunto il Mediterraneo, causando un’ondata di maltempo che ha portato piogge e neve fino a bassa quota. Potrebbero rischiare di essere imbiancate nelle prossime ore il Piemonte, la Liguria di Ponente e l’Emilia Romagna. La Protezione Civile ha anche diramato un allarme giallo (il secondo livello su quattro) per temporali, rischio idraulico e idrogeologico, ovvero per il possibile aumento del livello dell’acqua nei fiumi.

Secondo le previsioni di Antonio Sanò, fondatore di www.ilmeteo.it, la situazione resterà probabilmente instabile fino al 2 marzo, quando tornerà a splendere il sole.

Fiocchi scenografici – Si attendono le cosiddette nevicate da rovesciamento: si tratta di precipitazioni nevose provocate da masse di aria ghiacciate. Il risultato sono fiocchi bagnati, pesanti e di ampie dimensioni che, come afferma il meteorologo Stefano Rossi, «risultano, soprattutto per gli amanti del gelo, tra i fenomeni più emozionanti».

Inverno anomalo – Stiamo vivendo le conseguenze del cambiamento climatico: eventi estremi, sfasamento stagionale e continua alternanza tra ondate di calore e maltempo. Il 2023 è iniziato con un inverno anche troppo mite, durante il quale è già scattato l’allarme siccità, e le alte temperature sono interrotte solo ciclicamente da brevi periodi di freddo intenso e temporali improvvisi.

Pioggia contro la siccità – La preoccupazione principale resta quella per gli agricoltori. A lanciare nuovamente l’allarme è sempre Coldiretti: sia la siccità che le temperature troppo gelide possono essere dannosi per il settore dell’agroalimentare. «Se l’arrivo delle precipitazioni non sarà violento è invece importante per contrastare la grave siccità, aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili», ha spiegato l’associazione in un comunicato stampa. L’arrivo della pioggia sarebbe una buona notizia in una situazione che vede un deficit idrico del 30% ma, spiega Coldiretti, il maltempo può mettere a rischio il raccolto di mandorli, peschi e ciliegi. A oggi il livello del Po è aumentato di appena un centimetro, restando di fatto a secco. Il più grande fiume della penisola è emblema della situazione in cui si trovano gli altri corsi d’acqua e i fiumi. Le percentuali di riempimento sono allarmanti: il 38% il lago Maggiore, il 36% quello di Garda e appena il 19% il lago di Como.

Cinghiali e siccità – I raccolti secchi e i torrenti prosciugati portano branchi di animali selvatici a cercare cibo e acqua nei centri urbani. Spostamenti che sono resi più facili dal basso livello dell’acqua dei fiumi e permettono ai cinghiali di passare liberamente da un territorio all’altro. Secondo le stime di Coldiretti i 2,3 milioni i cinghiali presenti sull’intero territorio nazionale provocano danni incalcolabili alle produzioni agricole.