La protesta davanti al campo rom (Ansa)

«Forza Simone! L’istituzione è con te». Il presidente della Camera Roberto Fico non ha dubbi e si schiera dalla parte del 15enne di Torre Maura che ha affrontato i militanti di CasaPound davanti al centro di accoglienza, nella periferia est di Roma, che avrebbe dovuto accogliere 70 persone di etnia Rom provenienti da un altro centro della Capitale, chiuso con un provvedimento comunale. Anche la sindaca della capitale Virginia Raggi su Facebook aveva ringraziato il giovane per il suo intervento: «Ecco i veri cittadini».

Con Simone – «Il dovere della politica e di un’istituzione repubblicana è stare con Simone, che fuori dalla fazioni politiche difende i più deboli», ha detto Fico al Festival internazionale del giornalismo di Perugia. La vera Repubblica italiana, quindi, per il presidente della Camera è quella incarnata da Simone che «ha difeso l’intelligenza e l’onestà del nostro Paese nel rispetto della Costituzione». «Non bisogna gettare benzina sul fuoco – ha concluso Fico – ma risolvere i problemi e risollevare il quartiere».

 

Troppa ignoranza e poche azioni concrete – Secondo il presidente della Camera, per regolare la gestione dei campi rom bisogna incominciare ad attivarsi concretamente: «Non dobbiamo girarci dall’altro lato e nasconderci dietro un dito. Dobbiamo cercare di risolvere la situazione con progetti dello Stato, delle Regioni e del Comune». Ma oltre al problema politico e istituzionale, c’è anche una questione culturale che deve essere affrontata: «Io credo che su questa cultura ci sia ignoranza. Loro sono stati perseguitati come gli ebrei. Se noi facciamo delle divisioni e non capiamo che anche i rom e i sinti hanno una loro giornata della memoria, che hanno affrontato delle difficoltà, che ci hanno aiutato durante la liberazione e la resistenza, non sappiamo di cosa stiamo parlando».

La sfida di Simone a CasaPound – L’importanza di ridurre la criminalità senza incolpare una particolare minoranza è stato il fulcro del messaggio di Simone, il cui intervento è diventato virale in poche ore. Davanti ai manifestanti di CasaPound, il giovane di Torre Maura ha preso la parola contestando uno dei leader romani, Maurizio Antonini: «A me 70 persone non mi cambiano la vita. Il problema è che mi svaligiano la casa, non chi me la svaligia». Interrompendo una delle tante dirette Facebook di CasaPound, il quindicenne ha voluto parlare per quei cittadini che non si rivedono nei gesti compiuti dai manifestanti nei giorni scorsi: «Io so’ de Torre Maura e non sono d’accordo».

La vicenda – Il 2 aprile un gruppo di 70 rom è arrivato a Torre Maura per entrare in un centro di accoglienza. Sin da subito sono iniziate le proteste di centinaia di abitanti del quartiere che hanno incendiato alcuni cassonetti. Ai residenti si sono aggiunti i militanti di CasaPound e Forza Nuova che hanno calpestato il pane portato da due cittadini ai rom al grido «zingari dovete morire di fame». Nella notte tra il 2 e il 3 aprile il Comune ha deciso di smistare gli ospiti in altri centri.