Molti dei suoi progetti hanno dovuto attendere secoli prima di poter essere realizzati. Tra gli ultimi c’è l’ornitottero, le grandi ali di icariana memoria che secondo Leonardo Da Vinci avrebbero permesso all’uomo di volare con la sola forza delle sue braccia.
I suoi disegni, progetti e studi sono raccolti nel Codice Atlantico che abbraccia un lungo periodo degli studi leonardeschi: dal 1478, quando Leonardo stava entrando nell’orbita dei Medici a Firenze, fino al 1519, l’anno della morte in Francia, di cui il 2 maggio 2019 ricorre il 500esimo anniversario. Al suo interno sono contenuti 1750 disegni, tutti di mano di Leonardo, che spaziano dall’ all’ingegneria, all’architettura, all’idraulica, alla meccanica, all’urbanistica e in generale alla cultura scientifico-tecnologica. (10 CURIOSITÀ SU LEONARDO)

“L’uomo può volare” – L’interesse per il volo si manifesta in Leonardo fin dagli anni giovanili trascorsi a Firenze, ma è dopo il suo trasferimento a Milano, verso il 1482, che comincia ad affrontare. L’osservazione degli uccelli lo convince che il volo non ha in sé nulla di misterioso ma è un fenomeno puramente meccanico, dovuto al colpo d’ala nell’aria. Il fatto che l’aria sia comprimibile costituisce una delle intuizioni fondamentali di Leonardo, che lo portano a sostenere “…che per queste ragioni potrai conoscere l’uomo colle sua congegnate e grandi ale, facendo forza contro alla resistente aria e vincendo, poterla soggiogare e levarsi sopra di lei“.

Il paracadute – Una delle prime applicazioni di quest’intuizione è il famoso progetto di paracadute risalente al 1485 circa. Secondo Leonardo da Vinci è sufficiente una tenda di lino a forma di piramide, con un’apertura alla base di sette metri, tenuta aperta da quattro corde sugli angoli: con questa attrezzatura ogni uomo può “gittarsi d’ogni grande altezza senza danno di sé”. L’invenzione di Leonardo è stata sperimentata più di 500 anni dopo, nel luglio del 2000, quando l’inglese Adrian Nicholas ha dimostrato che l’antenato del paracadute funziona. Ne ha realizzato uno le con misure e i materiali previsti da Leonardo e l’ha sperimentato a Mpumalanga, in Sud Africa, dove si è lanciato da un pallone aerostatico a 3000 metri di altezza. La macchina leonardesca l’ha fatto scendere lentamente per 2 chilometri e 130 metri e poi, per sicurezza, Nicholas si è staccato aprendo un paracadute moderno per atterrare.

La vite aerea, l’antenato dell’elicottero – All’incirca contemporanea è un’altra applicazione del principio della resistenza dell’aria, la cosiddetta vite aerea, in cui si è voluto riconoscere un prototipo dell’elicottero. Alla base della macchina vinciana sta l’intuizione che l’aria, in determinate condizioni, può comportarsi come un corpo solido: un oggetto che si avviti al suo interno deve quindi sollevarsi verso l’alto, esattamente come una vite, girando, penetra nel legno. L’apparecchio si compone di una vite senza fine, di circa 10 metri di diametro, realizzata con una struttura in canne rivestita di tela di lino inamidata e rinforzata mediante una bordura metallica.

L’ornitottero – Ma la maggior parte delle macchine volanti che Leonardo progetta è dotata di ali, di solito battenti. Leonardo progetta l’ornitottero dopo approfonditi studi sul volo degli uccelli. Nel corso degli anni il progetto cambia molte volte, fino a che sembra orientarsi su un modello d’ala “a sportelli”, come quella dei pipistrelli. Sarà Todd Reichert, un ingegnere aeronautico canadese, nel 2010, il primo uomo a volare utilizzando un ornitottero. Il volo, piuttosto breve (circa 140 metri) è bastato per far entrare Reichert nel Guinness dei primati per aver compiuto il primo vero volo su un apparecchio ad ali battenti a propulsione umana.

Le macchine da guerra e il “carroarmato” – Leonardo dedicò molto tempo anche alla progettazione di moderne armi da guerra. Vi era infatti una grande richiesta di materiale bellico da parte dei Signori italiani. Una delle macchine da guerra più rivoluzionarie progettate fu l’antenato del nostro carro armato o, come lo chiamava Leonardo, il “carro coperto”. «Posso costruire, poi, carri coperti, sicuri e inattaccabili, i quali col fuoco dei propri cannoni potranno penetrare tra i nemici senza che questi, per quanto numerosi, possano attaccarli. Dietro il carro potranno seguire le fanterie, in gran numero, illese e senza incontrare ostacoli…». Questa la descrizione che lui stesso ne fece in una lettera a Lodovico il Moro nel 1482. Il progetto di Leonardo rappresenta un carro armato a forma di testuggine, rinforzato con piastre metalliche, sormontato da una torretta interna di avvistamento e armato di cannoni. Il movimento del carro è garantito da otto uomini che azionavano dall’interno un sistema di ingranaggi collegato alle quattro ruote.

La catapulta – Già utilizzata durante il Medioevo, la catapulta affascina Leonardo, che ne disegna di molti tipi. Nel Codice Atlantico sono contenuti i progetti di sei modelli di catapulta “a cucchiaio”: il meccanismo di carica viene azionato tramite due grandi braccia di legno flessibile che permettono di aumentare la potenza di lancio. Il proiettile di pietra o di metallo viene collocato sull’estremità a cucchiaio di una lunga leva. L’operazione di carica fa girare il grande perno centrale e flettere il braccio di legno curvato. Liberando il fermo di sicurezza si aziona il lancio immediato del proiettile verso l’obiettivo.

La mitragliatrice – La necessità di produrre sempre maggiore volume di fuoco per contrastare la fanteria nemica portò alla progettazione in questo periodo di macchine belliche multicanna originali. La “mitragliatrice” di Leonardo (nota anche come Ribauldequin) era una struttura facile da trasportare, versatile e con un ampio raggio d’azione. Prevedeva diverse varianti, con 10 o 12 cannoncini di piccolo calibro.

L’automa cavaliere – Tra i disegni di Leonardo è presente anche il progetto di meccanismo per un automa con armatura medievale. Vestito con un’armatura del tardo XV secolo in stile italo-tedesco, per lo studioso Rosheim sarebbe capace di effettuare diversi movimenti: alzarsi in piedi, agitare le braccia e muovere la testa e la mascella in modo anatomicamente corretto, pare emettendo suoni dalla bocca grazie ad un sofisticato meccanismo di percussioni collocato all’altezza del petto. All’interno era costruito in legno, con elementi in pelle e metallo, ed azionato da un sistema di cavi, a simulare tendini e muscoli, e un sistema di manovelle esterno al corpo meccanico per muovere le gambe. Era stato probabilmente progettato per animare una delle feste alla corte sforzesca di Milano, tuttavia non è dato sapere se fu realizzato o no.