Se le nozze con Deutsche Bank dovessero saltare, Commerzbank, la seconda banca più grande della Germania, con 462 miliardi di attivi, avrebbe già un altro pretendente. Italiano. Secondo il Financial Times, Unicredit vorrebbe approfittare delle difficoltà sorte sulla fusione tra i due istituti tedeschi per puntare al controllo del gruppo amburghese e avrebbe già preparato un’offerta multimiliardaria. Stando al quotidiano di Londra, l’istituto si muoverebbe se i negoziati di aggregazione tra i due gruppi tedeschi non dovessero andare in porto. «La via per noi è aperta», ha riportato il quotidiano riferendosi a una fonte vicina al dossier Unicredit, che non ha voluto commentare l’ipotesi del Financial Times.
Il piano – Il piano del gruppo guidato da Jean Pierre Mustier prevederebbe l’acquisto di una consistente quota azionaria in Commerzbank, il cui valore di mercato equivale a 9 miliardi di euro, e la fusione di questa con HypoVereinsbank (Hvb), banca già conquistata da Piazza Cordusio nel 2005 e radicata soprattutto in Baviera e Baden-Württemberg. Il nuovo tandem bancario avrebbe la base principale in Germania, mentre Unicredit manterrebbe quartier generale e quotazione a Milano. Il Financial Times ha sottolineato come «la combinazione avrebbe senso per la Germania», che vi guarderebbe come a «un campione nazionale». Ha inoltre messo in evidenza che l’interesse di Uncredit per Commerzbank è noto già da alcuni anni, ma che sia stato bloccato dell’opposizione del governo tedesco agli accordi transfrontalieri. Inoltre per lungo tempo Piazza Cordusio è stata in piena ristrutturazione delle proprie attività e quindi poco attrezzata per un’operazione di questa entità. Comunque, qualsiasi accordo tra Unicredit e Commerzbank richiederebbe il via libera del governo tedesco, principale azionista con una quota del 15%.
L’operazione CB-Commerz – Mentre nelle stanze della Unicredit Tower c’è fibrillazione per i movimenti in atto a Berlino, il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, guarda con un certo scetticismo all’operazione CB-Commerz per i contraccolpi politici che proocati dai molti esuberi di personale (si parla di 30 mila dipendenti) che l’operazione comporterebbe.