
Il primo ministro greco Tsipras arriva alla Commissione europea per l’incontro con il presidente della Commissione europea Juncker il 3 giugno 2015 (foto: Ansa)
“Tra tutte le parti c’è accordo per mettere fine all’austerità, nessuno vuole più fare gli errori del passato”. Il primo ministro greco Alexis Tsipras appare tranquillo all’uscita dall’incontro della sera del 3 giugno 2015 con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e quello dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Dopo le discussioni degli scorsi giorni, l’intesa fra il governo greco e i suoi creditori appare vicina: in gioco c’è il rinnovo del prestito al Paese, quei 7,2 miliardi che Atene dovrebbe ricevere in cambio dell’adozione di riforme della sua economia. Alla fine delle cinque ore di dialogo, le nuvole sembrano allontanarsi dal cielo di Bruxelles. All’una e mezza di notte anche un comunicato delle istituzioni europee ha toni incoraggianti: “è stato un incontro buono e costruttivo”.
Due le proposte sul tavolo, un documento di 47 pagine presentato dalla Grecia e uno di cinque scritto dal Brussels Group (l’ex troika composta dal Fondo monetario internazionale, la Commissione europea e la Banca centrale europea). Programmi diversi che dovranno trovare un punto di incontro entro la scadenza di venerdì 5 giugno, data in cui la Grecia deve restituire i primi 300 milioni al Fondo monetario internazionale. “Non preoccupatevi per questo”, ha dichiarato questa notte Tsipras, “il mio Paese ha presentato una proposta realistica e costruttiva”. “Ma ci sono alcuni punti che nessuno vorrebbe prendere come base per la decisione”, ha aggiunto il primo ministro.
Stretto fra le promesse elettorali e le necessità di bilancio, Tsipras non vuole cedere su alcune misure volute dai creditori: sui tagli alle pensioni e sugli aumenti dell’Iva per generare un maggior surplus, c’è ancora molto da discutere per superare l’opposizione del governo di Atene. Dalla Commissione europea, fanno sapere che il documento greco contiene provvedimenti alquanto rigidi, ma che va ancora fatto un intenso lavoro e che sono necessari nuovi incontri. L’ottimismo di questa notte non garantisce ancora che l’accordo delineato possa saltare in aria.
Livia Liberatore