Ai blocchi di partenza la 53esima edizione del Vinitaly, la più grande mai realizzata finora: 4600 espositori da 35 nazioni che espongono in 100mila metri quadrati netti. Dal 7 al 10 aprile si ripresenta a Verona il tradizionale appuntamento per espositori e operatori del settore vitivinicolo provenienti da tutto il mondo. «Siamo consapevoli di possedere un brand legato al vino tra i più conosciuti», afferma il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. «Due nuove piattaforme permanenti di promozione in Asia e Stati Uniti, la rigenerazione del quartiere espositivo e il potenziamento dei servizi, tra cui quelli digitali», è questo il risultato di un percorso innovativo in cui il know-how di Veronafiere si unisce a una delle più grandi passioni italiane.

 Vino e italiani – Ma qual è il rapporto degli italiani con il vino? «Per gli italiani il vino va oltre lo status symbol», commenta il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, «rappresentando un tassello fondamentale della cultura tricolore». L’indagine Mercato Italia, gli Italiani e il vino, realizzata da Vinitaly con l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, rileva che nel primo Paese produttore al mondo si beve meno di vent’anni fa (-26% del volume). La media è di 2-4 bicchieri a settimana, consumati soprattutto in casa (67%) in particolare dai baby boomers (55-73 anni, al 93%). Ma il tasso di penetrazione è rilevante in tutte le generazioni, specialmente tra i millennials dove arriva a toccare l’84%. Si beve meno, dunque, ma il mercato del vino tiene e produce un valore al consumo che è stimato dall’Osservatorio in 14,3 miliardi di euro (dato 2018).
Il rosso resta sicuramente il vino preferito in tavola, ma lungo la Penisola cambiano le preferenze sulla base delle nuove abitudini al consumo e della vocazione delle diverse aree. Chi beve vino rosso lo fa nella metà dei casi almeno 2-3 volte la settimana, mentre per le altre tipologie il consumo è episodico, in particolare nel fuori casa. Nelle città metropolitane il tasso di penetrazione è leggermente superiore alla media italiana (91% a Napoli contro l’88% in Italia) e si abbassa l’età media dei consumatori. Roma beve molto più vino bianco rispetto alla media italiana (25% vs 18% in Italia); a Napoli vince il rosso, mentre a Milano lo sparkling presenta punte di consumo ben superiori alla media.

La sfilata politica – Come ogni anno è alta la presenza di esponenti del mondo politico nazionale, non solo in rappresentanza istituzionale, ma cedendo alla tentazione delle degustazioni. «La forza del comparto vitivinicolo italiano è data dal tessuto di piccole e medie imprese: continueremo a sostenerlo e a impegnarci nell’export, per fare in modo che sempre più marchi italiani siano presenti in tutto il mondo», così ha esordito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte all’inaugurazione. Sulla passerella scaligera hanno fatto la loro comparsa il ministro dell’Interno Matteo Salvini, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, il governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. Presenti anche Renato Brunetta e Massimo D’Alema, non in vesti istituzionali ma come appassionati del settore. Nella mattinata di lunedì hanno presenziato alla rassegna Nicola Zingaretti, segretario del Pd, Giorgia Meloni (FdI) e il vicepremier Luigi Di Maio accompagnato – nonostante la bagarre a distanza della scorsa settimana – dal sindaco di Verona Federico Sboarina. Atmosfera distesa e poche polemiche: i riflettori sono tutti per il vino, vero protagonista di questo evento.