Faclitare il dialogo con gli Stati Uniti e, allo stesso tempo, far capire a Pyongyang che le iniziative troppo autonome non sono gradite a Pechino e comunque non aiutano la distensione. Questi, secondo gli analisti, i motivi della visita di Xi Jinping in Corea del Nord dove ha visto Kim Jong-un per rinforzare l’alleanza, individuare una strategia per gestire il presidente Usa Trump e soprattutto prepararsi al G20 in programma a Osaka il 28 e il 29 giugno durante il quale il tema coreano dovrà essere affrontato. È la prima visita di un premier cinese nella Repubblica democratica del popolo della Corea (Dprk) da 14 anni. L’ultima è stata di Hu Jintao nel 2005 e il problema, oggi come allora, è la denuclearizzazione. Il rapporto tra le ultime due potenze comuniste del mondo, però, non è dei migliori.
Come comportarsi – La Cina, in quanto membro permanente del consiglio di sicurezza dell’Onu, ha appoggiato le sanzioni alla Corea del nord quando ha deciso di avviare il suo programma nucleare ma ora si propone come tramite per facilitare il dialogo con gli Stati Uniti. L’ultimo summit tra Kim Jong-un e Donald Trump, ad Hanoi in Vietnam, non è finito bene con entrambe le parti che hanno abbandonato il tavolo dei negoziati senza raggiungere un accordo sul grado di denuclearizzazione. Con il supporto della Repubblica Popolare Cinese la situazione potrebbe cambiare. Piccoli passi nella direzione voluta dagli Stati Uniti potrebbero portare alla rimozione di diverse sanzioni economiche e all’invio di aiuti da parte della Cina. Già al termine di questi colloqui, se i risultati sperati saranno ottenuti, Xi Jinping potrebbe inviare centinaia di migliaia di tonnellate di riso alla Corea del nord che sta vivendo una delle sue peggiori siccità. Gli ultimi test missilistici e l’apertura a Trump sembravano indicare un desiderio di distacco dalla Cina, un sentimento che non è ricambiato dallo stato del Dragone che con questa mossa rimetterebbe il suo scomodo amico al suo posto.
Scegliere bene gli amici– A meno di una settimana dal G20 di Osaka, Kim Jong-un e Xi Jinping hanno deciso di incontrarsi ignorando entrambi richieste da personalità tutt’altro che irrilevanti. Al leader nordcoreano sono stati offerti diversi incontri con il premier sudcoreano Moon Jaein prima che quest’ultimo incontrasse Trump (un altro bilaterale in preparazione al G20) ma il leader ha rifiutato. «Questo incontro serve alla Nord Corea per mostrare agli Stati Uniti che la Cina le guarda le spalle e per mandare un messaggio a Washington suggerendo di mettere fine alla sua politica di massima pressione» ha detto Lim Eul-chul, professore di studi nordcoreani all’università di Seul. L’asse con Mosca è pronto, forgiato da una 2 giorni in Kirghizistan in compagnia di Putin, così come la moneta di scambio da mettere sul tavolo del G20: la denuclearizzazione della Corea del Nord. «Un accordo è possibile perché in questo particolare frangente gli interessi di Stati Uniti e Cina coincidono ma Xi Jinping non ci sta facendo un favore, come tutti i leader fa solo i suoi interessi». Stephen Biegun, rappresentante speciale degli Stati Uniti in Corea del Nord, ha commentato così la visita a Pyongyang.
La visita– Le celebrazioni di amicizia tra i due paese sono sfarzose e molto partecipate dalla popolazione nordcoreana. Tappeti rossi in aeroporto, palazzi ricoperti dalle bandiere unite e marciapiedi pieni di folle giubilanti lungo il percorso che porta I due capi di stato dall’aeroporto alla piazza del Kumsusan Palazzo del Sole. Li si trova l’ex palazzo presidenziale di Pyongyang ora trasformato nel mausoleo dove sono custodite le salme imbalsamate del fondatore dello Stato, Kim Il-Sung, e di suo figlio, il “caro leader” Kim Jong-il. 21 colpi di pistola della guardia d’onore dell’esercito nordcoreano hanno poi accompagnato la visita di Xi Jinping alla torre dell’amicizia, un monumento dedicato ai caduti cinesi della guerra di Corea (1950-1953) che da giorni veniva decorato e lucidato da alcuni “volontari”.