Dopo l’annuncio, arriva la conferma. La Russia sta procedendo con il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia. Il Cremlino fa sapere che i piani continueranno indipendentemente dalla reazione dell’Occidente. Un’escalation da parte di Mosca, a cui la Cina risponde invitando alla diplomazia: «Tutte le parti dovrebbero concentrarsi sugli sforzi per risolvere pacificamente la crisi ucraina e promuovere di concerto l’allentamento delle tensioni», ha dichiarato alla stampa la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning.

Escalation – «Vladimir Putin cerca una vittoria completa in Ucraina e le controffensive non sono sufficienti a persuaderlo a negoziare». Questa è la situazione del conflitto secondo l’ultimo report dell’Insitute for the study of war (Isw). La tensione continua a salire: prima l’invio occidentale di caccia e proiettili a uranio impoverito, e poi la minaccia di Putin di trasferire armi nucleari tattiche sul suolo bielorusso. «L’occidente ha superato tutte le linee rosse con le armi, l’hanno fatto fin dal 2014, facilitando il colpo di Stato», ha detto Putin in un’intervista televisiva. All’annuncio del presidente russo, il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha annunciato che «l’Ue è pronta a nuove sanzioni». Gli Usa hanno invitato le parti alla calma mentre l’Ucraina ha chiesto una riunione urgente per contrastare «contrastare il ricatto nucleare del Cremlino».

Gli attacchi russi nelle città del Donetsk

Ancora vittime – Mentre le cariche diplomatiche discutono, in Ucraina continua la guerra tra i due eserciti, con sempre più vittime tra i civili. I russi continuano a bombardare la regione del Donestsk e a Slovyansk è rimasto ucciso un cittadino. «Non perdoneremo la tortura del nostro popolo. Tutti coloro che sono coinvolti in questa aggressione saranno chiamati a rispondere», ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Contrattacchi nella città occupata di Mariupol, nel Donetsk, e Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia. La resistenza ucraina ha colpito edifici amministrativi e ha fatto esplodere l’auto di uno dei principali comandanti dell’esercito russo.
Continuano anche i bombardamenti dell’esercito di Putin su Avdiivka, a circa 90 chilometri dall’assediata Bakhmut. «Ormai la città è un luogo da film post-apocalittico», ha dichiarato il capo dell’amministrazione militare Vitaly Barabash. Prima della guerra la città contava 30mila abitanti, ora sarebbero rimasti solo 2mila civili.
La controffensiva ucraina si sta spostando anche su territorio russo: un drone ha ferito due cittadini nella regione di Tula, a 240 chilometri da Mosca.

Infanzia distrutta – «Circa 1,5 milioni di adolescenti rischiano la depressione, l’ansia e altri problemi psicologici. La guerra sta distruggendo la loro infanzia», Zelensky ha lanciato l’allarme nel consueto video notturno. Il presidente ucraino ha anche ricordato che 2,7 milioni di scolari sono costretti a studiare online o in un formato misto a causa della distruzione di migliaia di scuole.
L’attore inglese Orlando Bloom, celebre per Pirati dei Caraibi e Il Signore degli Anelli, insieme a Unicef, ha incontrato il presidente ucraino per parlare proprio della grave situazione in cui si trovano i bambini nel Paese. Bloom ha scritto su Instagram: «I bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

Cancel Culture – Continua il tentativo di Kiev di togliere i riferimenti alla cultura russa nelle città ucraine. L’ultima iniziativa, come riporta La Stampa, è la volontà di cambiare i nomi delle vie alla capitale. L’obiettivo, sostiene il vicesindaco Volokdymyr Bondarenko è quello di modificare 300 nomi di vie, piazze e viali per cancellare il ricordo dell’Unione Sovietica. Cambia la toponomastica: tolta piazza e via Lev Tolstoj, scrittore e pacifista, a favore del ricordo degli eroi di guerra ucraini. Tolto anche ogni riferimento a Juri Gagarin, il primo uomo nello spazio, per ricordare invece un astronauta ucraino, Leonid Kadenyuk. La direzione del conservatorio della capitale, dedicato al musicista Petr Caikovskij, si sta schierando contro questo tipo di cambiamento: il governo e gli studenti premono per il cambio nome, ma i vertici non sono d’accordo.