Il termometro alla fermata del bus di Madrid indicava 40 gradi nel weekend del Primo Maggio (Fonte: Silvia Lopez Diaz)

Un aprile che sa di luglio, senza pioggia e con punte massime di 40 gradi. In Spagna è sempre più emergenza siccità: le scarse precipitazioni e il caldo record non migliorano una situazione già critica, con le riserve idriche sotto la soglia del 50%. L’estate potrebbe rivelarsi particolarmente difficile e la minaccia di restrizioni al consumo di acqua incombe su molte città spagnole. In un anno caratterizzato da importanti appuntamenti elettorali (locali il 28 maggio, nazionali entro la fine dell’anno), la questione climatica è entrata anche nel dibattito politico, con accuse reciproche tra governo e opposizione.

Caldo africano – Il mese di aprile 2023 sarà ricordato con ogni probabilità come il più caldo nella storia della Spagna. L’ondata di calore proveniente dal nord Africa ha portato le temperature a superare di 10/15 gradi le medie stagionali. Il record è stato registrato a Córdoba (Andalusia), dove sono stati raggiunti i 38,5°C. Massimi storici anche per Siviglia (35°C) e Madrid (30,5°C), dove le amministrazioni cittadine hanno adottato le soluzioni tipiche delle ondate di calore estive: assistenza ad anziani e persone vulnerabili, modifiche agli orari scolastici e potenziamento dei mezzi pubblici. Nei primi giorni di maggio si attendono temperature più in linea con le medie stagionali, sebbene ancora elevate (Siviglia toccherà i 33°C). In vista delle elezioni regionali di fine mese, l’opposizione di sinistra a Madrid ha criticato duramente l’attuale governatrice, chiedendo maggiori investimenti per preparare le scuole ad affrontare le ondate di calore, a partire dal posizionamento di gazebo nei cortili di tutte le scuole.

Riserve ai minimi – I bacini idrici sono già sotto il 50%, ma le riserve continuano a diminuire a causa della scarsità delle piogge. In particolare, in Catalogna le piogge regolari mancano da 32 mesi: questo ha portato i livelli degli invasi a scendere fino al 25%, un dato paragonabile soltanto a quello delle riserve nel sud del Paese. Di fronte all’eventualità di restrizioni generalizzate al consumo di acqua, sul web alcuni gruppi di destra hanno approfittato della preoccupazione della popolazione per attaccare il governo attraverso notizie false. La bufala che è circolata maggiormente riguardava la demolizione di 256 dighe, che avrebbe ridotto ulteriormente le riserve idriche mettendo a rischio le attività produttive. In realtà, il riferimento è ad alcune barriere obsolete che dovranno essere rimosse per rispettare la strategia europea che si propone di ripristinare il flusso regolare in 25mila chilometri di fiumi.

L’area del Parco nazionale di Doñana a novembre 2022 (Fonte: Imaggeo/Antonio Jordán)

Le controversie su Doñana – Un altro punto critico nel dibattito spagnolo di questi mesi è la situazione del Parco naturale di Doñana (Andalusia), considerato una delle più importanti zone umide in Europa. Intorno all’area sorgono numerose coltivazioni di fragole, che con le paludi di Doñana condividono la falda acquifera. Parco e aziende agricole sono oggi in difficoltà a causa della siccità: il 59% delle lagune più grandi della riserva non viene allagato dal 2013, mentre le coltivazioni di fragole necessitano di molta acqua. Per rispondere alle esigenze degli agricoltori, il governo andaluso (di centrodestra) ha proposto di estendere l’area irrigabile nei dintorni del Parco. Tuttavia, la Commissione europea si è detta contraria a questo provvedimento, che potrebbe danneggiare ulteriormente la riserva naturale di Doñana. La Corte di giustizia dell’Unione europea aveva già portato la questione all’attenzione della Spagna nel 2021, invitandola a impegnarsi maggiormente per tutelare l’ecosistema del Parco. L’intervento della Commissione europea nel corso dell’anno elettorale ha però generato scontento tra le file del centrodestra, che hanno accusato la presidente Ursula von der Leyen (pur di centrodestra) di aver compiuto questo passo per favorire la rielezione del premier socialista Pedro Sánchez.