Cresce l’escalation di tensione in Medioriente. Dopo l’annuncio del governo Usa della prossima partenza di un nuovo contingente militare nella regione, l’ultimo strappo tra Iran e Stati Uniti si è verificato nella mattina del 20 giugno – alle 5, ora italiana – quando un missile terra-aria ha abbattuto un drone statunitense nella provincia meridionale iraniana di Hormuzgan. Al centro dello scontro tra i due Paesi le dinamiche e il luogo in cui si è verificato l’abbattimento del drone.

Il drone abbattuto – La notizia dell’abbattimento del drone statunitense è arrivata direttamente da una comunicazione di Hossein Salami, il capo delle Guardie della rivoluzione (i pasdaran): «I nostri confini sono la nostra linea rossa. Questo è un chiaro messaggio agli Stati Uniti». Secondo le dichiarazioni di Teheran, le forze aerospaziali iraniane avrebbero abbattuto un velivolo senza pilota RQ-4 Global Hawk «che viene utilizzato per fornire informazioni strategiche», mentre sorvolava il distretto di Kouhmobarak, nella provincia meridionale di Hormuzgan, quindi dentro lo spazio aereo iraniano. «Teheran, anche se non intende fare la guerra a nessuno, è pronta alla guerra», ha minacciato indirettamente Hossein Salami.
Dagli Stati Uniti è arrivata la conferma dell’abbattimento, ma con due precisazioni che contrastano la versione dei pasdaran: si sarebbe trattato di un drone da ricognizione di tipo MQ-4C Triton della Us Navy, colpito da un missile terra-aria iraniano mentre si trovava in spazio aereo internazionale sopra lo stretto di Hormuz.

Escalation di tensione – L’abbattimento del drone si inserisce in un quadro di tensione crescente tra i due Paesi, anche se entrambi dichiarano di non essere in conflitto militare. Dopo le valutazioni del presidente americano Donald Trump, il 18 giugno il segretario della Difesa statunitense Patrick Shanahan ha approvato lo spiegamento di nuove truppe in Medioriente: «Ho autorizzato ulteriori mille soldati per scopo difensivo. I recenti attacchi iraniani confermano il comportamento ostile delle forze iraniane, che minacciano il personale e gli interessi americani nell’area».
Le dichiarazioni hanno seguito l’attacco delle due petroliere nel Golfo di Oman del 13 giugno scorso e le accuse rivolte dagli Stati Uniti all’indirizzo dell’Iran di essere responsabile del tentato affondamento delle due imbarcazioni. Il video diffuso dalla Us Navy mostrerebbe una pattuglia iraniana avvicinarsi a una delle due navi per rimuovere una mina inesplosa dallo scafo dell’imbarcazione. Desta anche preoccupazione per una possibile strategia aggressiva da parte dell’Iran il superamento del limite delle riserve di uranio a basso arricchimento consentiti dall’accordo sul nucleare del 2015, che ha già scatenato l’ira di Trump e la minaccia di nuove sanzioni economiche.