Considerato “l’ultimo Re di Francia” e soprannominato “il fiorentino” per il suo modo macchiavellico di fare politica, Francois Mitterrand conquistava l’Eliseo esattamente quarant’anni fa. Il 10 maggio 1981 la Francia assisteva all’ascesa del suo primo presidente socialista dopo tre capi di stato di destra, che della giacca di velluto a coste sgualcita aveva fatto un vanto. Fervente sostenitore della causa europea, ha portato il suo Paese a vivere un periodo di rinascita culturale ed economica grazie alle sue riforme: decentralizzazione burocratica, nazionalizzazione economica, abolizione della pena di morte e aiuti alle classi sociali meno agiate.

Il socialista dalle origini borghesi – Francois Mitterrand nacque a Jarnac – nel sud ovest della Francia – il 26 ottobre del 1916 durante la battaglia di Verdun, una delle più sanguinose della prima guerra mondiale. Figlio di un produttore di aceto, è cresciuto in un ambiente borghese frequentando scuole cattoliche. Lettore insaziabile e grande appassionato di storia, dopo la laurea in lettere, nel 1937 si diploma all’École libre de Sciences Politiques (futura Sciences Po). Considerato a lungo simpatizzante della milizia filo-fascista di estrema destra pur non avendone mai fatto parte, matura la radicale evoluzione politica durante la prigionia del 1940. Catturato dai tedeschi, venne deportato in Germania dalla quale riuscirà a sfuggire solo al terzo tentativo. Raggiunta Parigi, ricoprì il ruolo di ufficiale nel governo collaborazionista della Repubblica di Vichy.

L’uomo politico – Nel 1942, dopo un incontro con il futuro presidente francese Charles De Gaulle, entra a far parte della Resistenza diventando poi – nel 1947 – a soli 31 anni, il più giovane ministro a cui venne affidato il dicastero per gli affari dei reduci di guerra nei governi del socialista Paul Ramadier e del democristiano Robert Schuman. L’avvento al potere dello stesso De Gaulle ha però frenato la sua ascesa politica portandolo a concorrere senza successo per la presidenza nel 1965. La sconfitta ebbe come effetto quello di stimolarlo a pensare a una sinistra francese unita e rinnovata: nel 1971 ha fondato il Partito socialista che lo portò alla conquista dell’Eliseo al ballottaggio contro il presidente uscente Giscard d’Estaing.

Mazarine Pingeot, figlia avuta da Mitterrand durante una relazione extra-coniugale

L’amore clandestino e le accuse di misoginia – Conosciuto per il suo carattere mite e ansioso, nel 1944 sposò Danielle Gouze dalla quale ha avuto tre figli. Ma il suo vero grande amore è stato un’altra donna: Anne Pingeot. Conservatrice dei musei statali, quando conobbe Mitterrand aveva appena 14 anni e di lui ha detto: «All’epoca che cosa non ho sentito dire sulla visione della donna! La donna è qualcuno che deve essere sottomesso, che non deve avere nessuna vita intellettuale. Questa parte di sottomissione ha fatto sì che alla fine accettassi l’inaccettabile». Costretta a lasciare tutti i suoi interessi in nome del loro amore clandestino, Pingeot diede a Mitterrand una figlia, la scrittrice Mazarine Pingeot. Verso la fine degli anni ’70, i paparazzi gli attribuiscono anche un flirt con la cantante Dalida, anche se la passione tra i due non sembra durare più di qualche anno.

La stagione delle riforme – Tra le sue riforme più importanti, si ricorda l’abolizione della pena di morte. Infatti, nel 1981, erano ancora 7 i detenuti che aspettavano di essere ghigliottinati. Divenuto presidente, Mitterrand concesse prima la grazia al condannato Philippe Maurice, per poi promulgare la legge che aboliva la pena capitale il 9 ottobre dello stesso anno. Promotore di importanti riforme sociali, portò all’aumento del 10% il salario minimo dei dipendenti pubblici e del 25% quello degli assegni familiari. Nazionalizzò le maggiori banche e imprese del Paese per salvarle dal crac: lo Stato puntava così a farsi carico del 23% della forza lavoro e del controllo del 75% dei depositi bancari e del 29% della produzione industriale.

La Dottrina sui terroristi – Non solo riforme sociali. Mitterrand è ricordato anche per aver accolto e protetto terroristi da tutto il mondo. La logica politica sottostante era piuttosto semplice: un patto tacito concluso con con i militanti algerini e dell’Oas (Organisation de l’Armée Secrète), con i baschi, i corsi ed i palestinesi in cambio di una tregua se non addirittura della pace. Tra gli episodi di indulgenza più controversi si inserisce il trattamento di favore riservato soprattutto agli esponenti delle Brigate Rosse italiane. «I rifugiati italiani che hanno partecipato all’azione terroristica prima del 1981 hanno chiuso con la macchina infernale nella quale si erano impegnati e hanno dato il via ad una seconda fase della propria vita, si sono inseriti nella società francese. Ho detto al governo italiano che sono al riparo da ogni sanzione». Sulla base di un principio mai scritto ma formulato verbalmente il 21 aprile 1985, in un intervento al 65° Congresso della Lega dei diritti umani, il presidente Mitterrand annuncia la concessione dell’asilo agli ex terroristi italiani che avevano cercato rifugio in Francia. A 25 anni dalla morte del suo fautore, la “dottrina Mitterrand” sembra essere arrivata alla fine: il 28 aprile sono stati arrestati 9 ex brigatisti per i quali sono previste le udienze per l’estradizione a giugno. L’attuale presidente Emmanuel Macron ha un duplice obiettivo: siglare il riavvicinamento franco-italiano combinandolo alla volontà di dare vita a una politica inflessibile nei confronti dei reati di terrorismo.