La tv nordcoreana annuncia il successo del test nucleare con la bomba a idrogeno

«Serve una risposta internazionale forte e unitaria al comportamento irresponsabile di Pyongyang». A poche ore dal presunto test nucleare condotto dalla Corea del Nord è arrivata puntuale la condanna di Barack Obama che ha parlato di «ennesima violazione delle risoluzioni» da parte del regime di Kim Jong-un. Il Presidente Usa ha voluto rassicurare gli alleati nella regione telefonando immediatamente alla presidentessa coreana Park Geun-Hye e al primo ministro giapponese Shinzo Abe. E proprio dalla base americana di Okinawa, in Giappone, sono partiti nella mattinata di giovedì 7 gennaio almeno tre aerei ricognitori fra cui un Rc-135, in grado di raccogliere dati ottici ed elettronici da siti che sono stati teatro di esplosioni. 

Nemmeno la reazione della Corea del Sud si è fatta attendere: il ministero per l’Unificazione ha deciso di limitare l’accesso all’area industriale di Kaesong, condivisa fra i due Paesi, negando l’ingresso a chiunque non sia impiegato nel complesso ed escludendo così clienti e fornitori. Non solo: già da venerdì 8 – ha annunciato Park Geun-Hye – riprenderà sul confine tra le due repubbliche l’attività di propaganda, considerata un atto di guerra dal regime di Pyongyang. I proclami erano stati interrotti ad agosto come segno di distensione ma di fronte all’escalation dell’ultimo mese Seul ha cambiato piani.

Proseguono intanto gli sforzi della comunità internazionale per accertare la natura del test. La tv nordcoreana aveva parlato, come già anticipato, di «bomba all’idrogeno miniaturizzata», ma gli 007 di Seul sono tuttora convinti che si tratti di un’atomica: questo spiegherebbe il sisma di magnitudo 5.1 rilevato dalle autorità sudcoreane 49 km a nord di Kilju, l’area utilizzata per gli esperimenti, e considerato dagli esperti di origine artificiale.

A condannare il test, però, non sono stati solamente gli Usa e i loro alleati, seguiti dal Segretario Generale Onu, il sudcoreano Ban Ki-moon. Questa volta anche l’alleato cinese si è smarcato dal regime parlando di test condotto «nel disprezzo dell’opposizione della comunità internazionale». La Cina – si legge nella nota diramata dal Partito – ha «insistentemente invitato la Corea del Nord a tener fede all’impegno di denuclearizzazione e ad astenersi da ogni azione che aggraverebbe la situazione». Un chiaro segnale della sempre minor forza di persuasione di Pechino nei confronti Pyongyang da quando alla testa del regime nordcoreano si è insediato Kim Yong-un. 

Emiliano Mariotti